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Dibattito politico infuocato e botta e risposta continuo, per ultimo non è tardata ad arrivare la replica dell’amministrazione e dell’assessore al ramo Tommaso Pino sulla possibile perdita dei quattro milioni di euro destinati al “Parco Urbano del Longano”. Alla luce anche delle forti critiche e dell’invito alle dimissioni provenienti dall’opposizione in queste ultime ore. Da Palazzo Longano si è voluto precisare sulla questione.

“E’ uscita ieri mattina la notizia circa la “cancellazione” di un finanziamento di quattro milioni di euro – si legge nella nota comunale – da parte del Ministero delle Infrastrutture, notizia corredata da – mi sia concesso, imprecisi – commenti.
Fatta questa premessa, vediamo di fare il punto della situazione, quella reale! Il finanziamento di cui si parla é la quota residua di quello, più consistente, del “Parco Urbano del Longano” assegnato con legge n. 376/2003 ed erogato sulla base della Convenzione n. 1335 del 7 luglio 2004 corrente tra questo Comune e il Ministero delle Infrastrutture.
Ebbene, tale quota residua era caduta in “perenzione amministrativa” non oggi, ma già nel 2011, come risulta dalla comunicazione del Ministero delle Infrastrutture in atti al prot. n. 33009 del 3.8.2011!
E’ utile evidenziare che le somme cadute in perenzione non sono prescritte, ma sono “residui” che vengono cancellati dal bilancio come previsioni di spesa ed iscritti nel conto del patrimonio come passività.
E’ una procedura ordinaria di gestione del bilancio dello Stato prevista dall’art. 36 del R.D. 18.11.1923 n. 2440 (sono le disposizioni, tutt’ora vigenti, sull’amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato) in riferimento alla decorrenza dei termini di effettuazione della spesa.
Fatta questa premessa, soltanto il 14 novembre 2014 (dunque dopo più di due anni dal suo insediamento) la precedente Amministrazione Collica si attivava per stipulare l’atto aggiuntivo ed ottenere la reiscrizione (intanto i quattro milioni erano già in perenzione!), ma non risulta in alcun modo che questo atto aggiuntivo sia mai stato sottoscritto!
D’altra parte, se l’atto aggiuntivo fosse stato effettivamente sottoscritto ed approvato all’epoca, le somme sarebbero già iscritte nel bilancio dello Stato (e la perenzione superata) e, quindi, non saremmo qui a discettare!
Evidentemente così non è stato!
Ed infatti l’Amministrazione Materia ha dovuto riprendere a sua volta la questione già il 23.09.2015 (nota prot. n. 45550/2015) ed inviato al Ministero una proposta lievemente modificata: sottolineo che l’iniziativa era concertata con i funzionari ministeriali.

E così, il 27.10.2015 vengono trasmessi al Ministero gli ulteriori dati da esso richiesti, necessari per la formulazione dell’atto aggiuntivo.
Nei successivi mesi seguono ulteriori interlocuzioni e chiarimenti, ultimo dei quali quello inoltrato il 2 febbraio 2016 con nota prot. n. 5865.
Il 3 agosto 2017 il Ministero trasmette lo schema definitivo di atto aggiuntivo, che viene approvato dalla Giunta Municipale il successivo 8 agosto (delibera n. 246/2017).
Il 6 settembre 2017 il Ministero invia dunque il file con lo schema di atto aggiuntivo (conforme a quello approvato), che viene firmato digitalmente dal sindaco e ritrasmesso al Ministero in data 8 settembre 2017.
Come si può vedere, nessun ritardo da parte dell’Amministrazione Materia, ma pronta risposta alle richieste degli uffici ministeriali e attenta attività di collaborazione.
Non trascuriamo, poi, che il Ministero delle Infrastrutture ha proposto e sottoscritto, anch’esso, l’atto aggiuntivo nell’estate 2017.
Cos’è successo, allora?
E’ successo semplicemente che la copertura finanziaria dell’atto aggiuntivo è stata disposta (dal Ministero e non dal Comune, è evidente!) a valere su risorse iscritte su un capitolo del bilancio dello stato non più attivo (il cap. 7162), risorse che per effetto dell’ormai celebre “perenzione amministrativa” sono attualmente inserite nel conto del patrimonio dello Stato.
Gli uffici del Ministero delle Infrastrutture (i cui responsabili, nel frattempo, sono cambiati) si sono limitati, quindi, a comunicare gli esiti del procedimento per la registrazione presso la Corte dei Conti.
Cosa fare, dunque? Abbiamo già comunicato nei giorni scorsi al nuovo responsabile della competente Direzione Generale del Ministero, ed allo stesso Ministro delle Infrastrutture, i profili di criticità di queste ultime evidenze, soprattutto per il fatto che tutto era stato sin qui concertato (tra Comune e Ministero) e finalizzato alla reiscrizione delle somme perenti.
In ultimo, ieri mattina, – conclude la nota – con la nota prot. n. 7336/2018, inoltrata a mezzo PEC, abbiamo richiesto formalmente, avuto riguardo ai contenuti dispositivi dell’art. 36 del R.D. n. 2440/1923, la reiscrizione delle risorse necessarie nel pertinente capitolo del bilancio dello Stato. Questa è la realtà sui quattro milioni di euro del “Parco Urbano del Longano!”