Giornate frenetiche a Palazzo Longano, a poche ore dalla riunione in cui il Consiglio Comunale sarà chiamato ad esprimersi sul Piano di riequilibrio finanziario del Comune, si fa sempre più intenso il dibattito sui contenuti del percorso di risanamento dell’ente comunale.
Uno scontro aperto su numeri e metodi per uscire dal grave impasse, con un doppio comizio svoltosi lo scorso fine settimana da parte dei consiglieri di maggioranza ed opposizione che hanno espresso ai cittadini la propria visione sulla scottante questione.
Al centro la necessità o meno di ricorrere al Fondo e le conseguenze da qui a 10 anni per i cittadini. Nell’incontro di ieri pomeriggio con le Commissioni Consiliari i tecnici della Società di consulenza che ha curato l’approntamento del Piano hanno evidenziato l’insostenibilità di un percorso di risanamento che non attinga al Fondo di rotazione.
Per l ‘Amministrazione guidata dal sindaco Roberto Materia e i consiglieri di maggioranza, orientati da sempre sulla possibilità di attingere dal fondo di rotazione come unica soluzione: “La grande massa debitoria che il Comune ha accumulato nel corso degli anni passati può essere seriamente aggredita soltanto attingendo al Fondo, che è palesemente l’unico strumento (e che non comporta costi aggiuntivi) in grado di consegnare al Comune la leva finanziaria da utilizzare per estinguere efficacemente e rapidamente l’esposizione debitoria dell’Ente e per assicurare allo stesso tempo il pareggio di bilancio diversamente non conseguibile: nelle previsioni del Piano i debiti vengono spalmati in venti anni, mentre il rimborso del Fondo di rotazione è previsto in un periodo di dieci anni.
L’unico aumento d’imposte è quello della TASI. Attenzione: stiamo parlando di un aumento di aliquota fino allo 0,80% che andrebbe ad incidere soltanto sulle cosiddette “seconde case” (e non sulle abitazioni principali!) e che, in ogni caso, graverebbe sui cittadini per non più di qualche decina di euro: si stima che l’incremento medio sarebbe di circa 10/15 euro annui. A fronte di ciò si possono mantenere tutti i servizi!
In questi anni l’Amministrazione – continua la nota – ha investito sul territorio per sostenere la crescita sociale e lo sviluppo economico; e la Città si è risvegliata, questo è innegabile, anche se tanta strada resta ancora da percorrere!
L’alternativa ad un Piano di riequilibrio senza accesso al Fondo di rotazione oggi è una soltanto: il dissesto!
In questo caso sì che gli effetti sarebbero nefasti per la Città: più tasse e meno servizi per i cittadini!
C’è qualcuno che vuole questo? Qualcuno che non vuole i trasporti scolastici, che non vuole la mensa per i nostri ragazzi, che preferisce vendere tutti gli immobili del Comune (dunque della Città) piuttosto che farsi dare le risorse dallo Stato (a costo zero)? Che vuole chiudere il Teatro, che preferisce vedere abbassate le saracinesche dei locali già alle 8 di sera?
La verità vera è una sola: – conclude – il Fondo di rotazione è un’opportunità offerta alla Città ed è l’unica strada percorribile per mantenere i servizi ai cittadini!
A questo proposito forse qualcuno farebbe bene a riflettere con attenzione sulle ragioni per cui il Legislatore ha previsto sia la procedura di riequilibrio sia l’accesso al fondo di rotazione come strumenti cui le amministrazioni possono ricorrere per sostenere il percorso di risanamento!”
Di parere opposto e contrari al fondo di rotazione i consiglieri di opposizione, che con David Bongiovanni si evidenzia che:”I numeri sono numeri…e le chiacchiere le lasciamo ad altri. Tredici milioni e trecentomila euro in più di TA.S.I.! Questo è solo uno degli effetti che subiranno i barcellonesi, perché il Sindaco si ostina a preferire la strada più comoda e per lui conveniente, di chiedere un prestito piuttosto che tagliare le spese superflue… Ma il piano di riequilibrio lo dovranno votare i consiglieri comunali ed è solo nel loro buon senso che possono sperare i cittadini”.