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Sulla ricostruzione del Ponte di Calderà e la lunga attesa per l’assegnazione alle ditte incaricate e il via ai lavori, interviene l’Amministrazione comunale con una lunga nota, facendo anche l’excursus sull’annosa questione che suscita perplessità mista a rabbia a cittadini ed automobilisti, specie in vista della stagione estiva.  

“E’ stato il 22 novembre 2011 il giorno in cui è crollato il ponte di Calderà, la “vittima” più illustre dell’alluvione che in quella giornata devastò il territorio barcellonese.
E’ stato il 17 giugno 2015 il giorno in cui mi sono insediato come sindaco di questa Città, lo stesso giorno in cui ho iniziato a lavorare per “restituire” quel ponte a Barcellona Pozzo di Gotto.
Ma quel ponte era (ed è) di proprietà e nella competenza gestionale della Città Metropolitana di Messina – la Provincia per intenderci – la quale, banalmente, “non aveva i soldi” per ricostruirlo, né all’orizzonte s’intravvedevano i fondi promessi dalla Protezione Civile Regionale per gli interventi di messa in sicurezza post alluvione (fondi e interventi che per la più parte, purtroppo e nonostante i passi avanti per le pressioni “politiche” che abbiamo fatto, restano una promessa a tutt’oggi).
E così abbiamo messo noi quei soldi, il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto e i suoi cittadini.
E lo abbiamo fatto con rapidità, perché già il 24 settembre 2015 – dopo appena un paio di mesi – la Ragioneria Provinciale dello Stato, diretta con saggezza e lungimiranza dal Dr. Vincenzo Barillà, esempio di “sana burocrazia”, ci concedeva l’autorizzazione a destinare alla ricostruzione del ponte un finanziamento statale già assegnato per un’altra opera.
Questo poteva fare l’Amministrazione comunale per accelerare la ricostruzione del ponte e questo ha fatto, come avrebbe fatto un buon padre di famiglia, “sacrificando” l’intervento meno urgente in favore di quello più importante per la comunità.
Qui finiva la competenza del Comune ed iniziava quella della Città Metropolitana di Messina, perché è lei l’Ente proprietario e perché il R.U.P. del progetto è un suo dirigente: e qui sono iniziate le difficoltà e i rallentamenti.
Vero è che il percorso per la realizzazione di un’opera pubblica presuppone un procedimento oltremodo complesso: progetti, calcoli, visti, approvazioni, conferenze dei servizi, perizie e chi più ne ha, ma è altrettanto vero che l’assegnazione dei lavori è stata disposta dalla commissione aggiudicatrice presso l’UREGA il 5 giugno 2018.
Da quel momento la strada avrebbe dovuto essere in discesa … e invece!
Vero è che sono emerse problematiche, ma è innegabile anche che da quel momento sono passati più di otto mesi senza che si sia venuti a capo della vicenda.
Non ci interessa entrare nel merito della questione – a questo ci devono pensare gli uffici e gli organi deputati – quello che qui c’interessa è di porre in evidenza che da quel momento stiamo assistendo ad uno spettacolo senza fine di rimpalli di competenze su chi deve decidere e cosa, mentre nel frattempo noi tutti cittadini di Barcellona Pozzo di Gotto restiamo ad attendere quello che sarà fatto con le nostre risorse, quello che è nostro!
Senza potere fare nulla, perché “decide” il R.U.P., dirigente della Città Metropolitana di Messina.
Stiamo assistendo inermi ad un spettacolo tra i più stucchevoli di fiacca burocrazia, ed oggi siamo stanchi! Siamo stanchi di aspettare oltre che venga realizzata un’opera necessaria ed urgente che abbiamo finanziato con sacrificio. E’ questa l’unica cosa che interessa a Barcellona Pozzo di Gotto: la legge (art. 31 del Codice appalti e correlate Linee guida ANAC n. 3) assegna al RUP funzioni nevralgiche per l’economia del procedimento.
E’ il RUP che deve assicurare ogni iniziativa necessaria per concludere la procedura e realizzare l’opera: lo faccia, con gli strumenti che la legge gli consegna e seguendo i percorsi che, sempre la legge, gli mette a disposizione!
L’Amministrazione comunale ha fatto tutto quello che era in suo potere per accelerare la procedura, oggi tocca al RUP – dirigente della Città Metropolitana di Messina, Ente proprietario – di esercitare le responsabilità che la legge gli assegna: lo faccia, in scienza e coscienza e senza ulteriori ritardi, perché questo è suo dovere e perché questo aspetta la comunità di Barcellona Pozzo di Gotto”.