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Il siciliano Alessio Barchitta, il veneto Giulio Polloniato, la toscana Luisa Badino ed il campano Vincenzo Borrelli sono stati i protagonisti di DISCONTINUO an open studio #2 che si è tenuto in questi giorni a Barcellona Pozzo di Gotto nel palazzo liberty di Vicolo Mandanici. 

Dal 22 luglio i quattro si sono ritrovati in questa “residenza d’artista” ed hanno avuto assegnata una stanza vuota a testa che hanno trasformato in studio/laboratorio personalizzandola in base alle rispettive peculiarità artistiche e alla loro interazione con il nostro territorio. Le opere in mostra sono state quindi il risultato di questo mese di permanenza in città.

Ci siamo recati in Vicolo Mandanici, e già all’esterno forte e chiara era la firma dei Flock con un colorato allestimento di nastri color arancio che svettavano verso il cielo sopra tavoli, sedie, divanetti e bar. È il luogo che nelle tre serate del 23, 24 e 25 agosto ha fatto da location per reading di poesia, musica, danza, performance.

All-focus

Ma torniamo alla parte centrale dell’evento, la mostra, molto eterogenea, infatti ci siamo trovati di fronte uno scultore, un ceramista, una pittrice ed un fotografo. Minimo comun denominatore l’aver recuperato oggetti ed anche spazi del territorio. Partendo dalla stanza al piano terra, che era quella di Alessio Barchitta, abbiamo notato innanzitutto dei pop corn in un contenitore trasparente mentre l’audio di un film li faceva muovere. Il visitatore diventava così “essere passivo” che avrebbe voluto assaggiarli ma non poteva; medesima cosa riguardo dei palloni posti sopra scarti di mattonelle, il primo istinto sarebbe stato quello di calciarli ma anche questa azione era impossibile in quanto erano di ceramica.

Al primo piano ecco gli altri tre artisti a partire dal ceramista Giulio Polloniato che ha ricoperto il pavimento della propria stanza con l’argilla cruda scoprendone, per la prima volta in maniera evidente, la bellezza. Da vedere e da calpestare il suo allestimento con caschi da lavoro, due moci e due secchi.

La pittrice pisana Luisa Badino ha invece destrutturato il piano del quadro per ricrearlo in dimensioni ambiziose e forme “attraversabili” lavorando sulla stratificazione di tessuti diversi per costruire una porta di accesso a un mondo parallelo, un sipario sullo spazio sconosciuto del quadro.

Infine il fotografo di Aversa Vincenzo Borrelli, un campano atipico, amante del suo spazio intimo che  rappresenta come un tunnel chiuso da un telone bianco con in fondo un tavolo e un computer. Al di fuori foto di lucine colorate delle luminarie della festa. Protagonista del suo lavoro è l’essere umano sintetizzato nei suoi “usi e costumi”.

Al secondo piano sono stati raggruppati tutti gli scarti dei lavori dei quattro artisti e quindi possiamo trovare dai pop corn ai lapilli dello Stromboli, dalle mattonelle alle lucette colorate delle luminarie, dai tessuti all’argilla ecc. Come detto all’inizio nel Vicolo Mandanici trasformato in un Café si sono susseguiti nelle tre serate Giovanna Perdichizzi con un reading di poesie scelte tratte dal libro “in la minore” edito da Lombardo edizione, introdotto dal Professor Filippo Russo, con i musicisti Chiara Milioti al contrabasso e Giosuè Manuri alla batteria; Rycott e V J Y // A/V live performance (live music e video);×Perfomance di danza contemporanea, Claudia Bertuccelli e Valeria Saija, alla chitarra Roberto Randazzo; Attacchi Verbali (dj set); Nameless (live music). Silvia Maiuri ha curato i testi dell’evento.