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Sono trascorsi 14 anni da quel 15 ottobre 2005, quando lo studente barcellonese Felice Giunta morì nel cortile dell’allora plesso centrale del Liceo Scientifico “Medi” che faceva da palestra. Il ragazzo fu pestato a morte da un coetaneo non appartenente allo stesso istituto mentre nella palestra si stava svolgendo una partita di calcetto al di fuori dell’orario didattico e Barcellona Pozzo di Gotto visse attonita quel dramma. Nel triste anniversario oggi alle ore 19.00 verrà celebrata una Santa Messa presso la Chiesa di San Francesco di Paola. 

 

Dalla propria pagina Facebook la sorella di Felice, oggi una bellissima donna, scrive un accorato e profondo messaggio che riportiamo integralmente:

“Ho sempre mantenuto un grande riserbo sulla vicenda legata a Felice, in casi rari ho espresso pubblicamente la mia opinione perché ho sempre ritenuto il mio dolore e il ricordo di mio fratello come la cosa più intima e cara che mi appartenga. Oggi, nel giorno del quattordicesimo anniversario della sua scomparsa, voglio fare una piccola constatazione. La foto di Felice affissa dai miei genitori al cancello dell’ex-sede centrale del liceo scientifico “E.Medi”, nel cui cortile  è avvenuta la triste vicenda, ha sempre rappresentato per noi familiari e per chi lo ha conosciuto un luogo di particolare importanza; fiori e piante sono stati lasciati lì in suo ricordo e per anni ce ne siamo presi cura. Recentemente, però, a seguito del “trasloco“ delle classi del liceo presso la nuova sede, sono state portate via le piante e della targa in suo ricordo, una volta affissa all’interno del cortile, non abbiamo più alcuna notizia. La targa attualmente situata nella piazza della Chiesa di San Francesco di Paola è sommersa da erbacce e piante talmente alte che impediscono anche di vederla. Nella nostra città sono gli unici e piccoli segni che raccontano quella vicenda che nel 2005 ha scosso l’intera comunità barcellonese e che temo possano sparire. Le occasioni per ricordare Felice non sono mancate e nel 2015 circa 400 studenti hanno partecipato al progetto “Per essere felici nel tempo e nell’eternità”, fortemente voluto dalla famiglia e sostenuto dalla Parrocchia di San Francesco di Paola e dalla Comunità di Sant’Egidio. L’organizzazione dell’evento non è stata semplice ma la fatica è stata ripagata dall’interesse e dall’attenzione che  ancora oggi i ragazzi mostrano nei confronti di quel ragazzo che nemmeno conoscevano. La storia di Felice, infatti, merita ancora oggi di essere raccontata ed è un DOVERE ISTITUZIONALE  mantenerne vivo il ricordo, lasciare segni tangibili in questa città che ricordino ciò che è accaduto. La vicenda legata a mio fratello è stata sin da subito erroneamente ricondotta ad un episodio di bullismo, eppure così non è stato. Alla violenza fisica o verbale pensiamo corrisponda sempre una speculare situazione di debolezza, eppure Felice non era un debole .  L’EDUCAZIONE e l’INFORMAZIONE sono la vera ed unica risposta di fronte a tutti i casi di violenza e delle sue molteplici sfaccettature, valori che nascono nella famiglia, si arricchiscono nella scuola e si evolvono senza mai esaurirsi all’interno della società. Ho sempre pensato che in qualche modo la storia di questo ragazzo scomparso prematuramente potesse servire a tutti i giovani ad affrontare le difficoltà che appartengono alla complessa fase della vita che è l’adolescenza e a spendere bene il loro tempo nel rispetto di se stessi e degli altri. Sebbene questa città racconti ancora poco di Felice, siamo assolutamente certi che il suo ricordo non svanirà mai nei cuori di molte persone e ne è una chiara conferma l’assidua e numerosa partecipazione di parenti, amici e conoscenti alla Celebrazione Eucaristica che ogni anno alle 19.00 viene celebrata nella Chiesa di San Francesco di Paola. Felice è stato un figlio e fratello esemplare, un amico fedele e un giovane che ha vissuto pienamente la sua vita. Spero vivamente che i giovani possano trarne insegnamento e che la sua storia e il suo ricordo non svaniscano nel tempo.”

Parole bellissime e sopratutto importanti che toccano le coscienze e dovremmo chiederci un po’ tutti, nessuno escluso, se viviamo veramente in modo adeguato dando nelle nostre quotidiane azioni il buon esempio ai nostri ragazzi.