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In merito alle procedure in corso per la stabilizzazione del personale ASU di Palazzo Longano, interviene con una nota il Segretario Generale avv. Giuseppe Torre.

“Ho assistito in questi giorni alle più svariate affermazioni in merito al procedimento per la
stabilizzazione dei 44 lavoratori ASU che il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto aveva
meritoriamente avviato, tramite l’Ufficio personale, ancor prima del mio approdo all’incarico di
Segretario Generale e che io non soltanto ho condiviso ma che ancora oggi, come ben sanno gli
stessi lavoratori, sottoscrivo appieno.
Debbo infatti far rilevare a tutti coloro che oggi si esercitano sul tema che una cosa è
l’applicabilità della misura di deroga assunzionale rispetto alla dotazione organica
prevista dal comma 495 dell’art. 1 della Legge 160/2019 (finanziaria 2020) e ben altra cosa,
invece, è la possibilità che dette misure in Sicilia possano essere finanziate con i fondi dello Stato
secondo le previsioni del COMMA 497 della medesima legge.
Le sigle sindacali maggiormente rappresentative, del resto, (ricordo specifiche note pervenute
su questo specifico tema da parte della CISL, oltre che dal CSA e dal MGL) ad eccezione della sola UGL,
hanno concordemente esortato o condiviso il percorso poi intrapreso dal Comune di Barcellona
Pozzo di Gotto per la stabilizzazione in deroga degli ASU.
E’ pacifico, infatti, che gli ASU attualmente utilizzati dal Comune rientrano nel bacino dei
lavoratori socialmente utili di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 28 febbraio 2000,
n. 81, e all’articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 280, nonché dei lavoratori già
rientranti nell’abrogato articolo 7 del decreto legislativo 1° dicembre 1997, n. 468, e dei lavoratori
impegnati in attività di pubblica utilità, ed è questo che legittima senza tema di smentita il Comune di
Barcellona Pozzo di Gotto – quale loro Ente utilizzatore – di potersi valere della formula
specifica di cui all’art. 1, comma 495 della Legge 160/2019.
Per diverso aspetto, sarebbe bastato leggere la deliberazione della Giunta Municipale di
questo Ente n° 52 del 13/02/2020 per rendersi conto, immediatamente, che per finanziare il
percorso di stabilizzazione la Regione Siciliana, con D.D.S. n. 4911 del 23/12/19, ha già assegnato
al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto il contributo complessivo pari ad € 1.672.175,40
(unmilione seicentosettantaduemilacentosettanta-cinque/40 Euro) che verrà liquidato in n° 5 rate annuali
dell’importo unitario di € 334.435,08 a decorrere dall’esercizio 2020 e fino al 2024, sicchè il
falso problema che potrebbe derivarne dalla mancata possibilità di applicazione del comma 497,
ovvero di ricorrere al finanziamento statale, nel caso di specie, è cosa assolutamente irrilevante.
E va evidenziato che in presenza di specifico finanziamento regionale della misura questo
Ente nessun contributo avrebbe mai potuto richiedere allo Stato poiché, come del resto esplicitato
nella stessa delibera della Giunta Municipale, detta possibilità era espressamente esclusa dalla
Circolare n. 5550 del 30.01.2020 del Dipartimento della Funzione Pubblica, emanata solo qualche
giorno prima dell’attivazione dei provvedimenti posti in essere da questo Comune.
Chi oggi grida alla presunta inapplicabilità in Sicilia della legge in virtù della quale il
Comune di Barcellona Pozzo di Gotto ha chiesto al Ministero di poter procedere alla stabilizzazione
in deroga degli ASU, dovrebbe, invece, porsi un interrogativo semplice … , dovrebbe chiedersi,
cioè, perché il Ministero dell’Interno, piuttosto che respingere l’istanza, ha richiesto l’invio della
documentazione di cui al comma 495 della medesima Legge 160/2019 che consiste, per l’appunto,
nei documenti relativi alla dotazione organica, al piano di fabbisogno del personale ed a quelli
comprovanti il rispetto dei vincoli assunzionali previsti dalla vigente normativa (Piano performance,
Bilanci e consuntivo, oltre al Piano azioni positive adottato annualmente ed a tutti gli altri strumenti che la legge
considera strumentali e propedeutici per le assunzioni di personale)….!?
La norma predetta, infatti, va in deroga, ma non prescinde affatto, né potrebbe farlo,
dall’esistenza di detti documenti che il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, alla stessa stregua di
ogni altro Ente sul territorio nazionale, deve necessariamente produrre ai competenti organi nel
momento in cui decide di procedere al reclutamento di personale e che sono relativi a vicende
gestionali del tutto estranee alla mera deroga prevista dal comma 495 della finanziaria 2020.
Mi sconcerta invece che qualcuno abbia soltanto potuto immaginare la volontà (di chi?) di
tenere “riservato” un atto proprio di un procedimento amministrativo che, invece, per sua intrinseca
natura è assolutamente “pubblico”.
Non vedo, poi, come qualcuno abbia potuto pensare che la “notizia” fosse tenuta nascosta
nel momento in cui, come potrà confermare lo stesso giornalista, nessuna difficoltà è stata frapposta
dall’Ufficio Personale cui la nota COSFEL è stata consegnata dal Protocollo, a fornire direttamente
nelle sue mani non solo detta missiva ma anche tutti gli altri atti relativi a detta pratica.
Vero è, semmai, che il documento è pervenuto al Comune nel pieno dell’emergenza da
coronavirus, in un momento in cui tutte le pubbliche amministrazioni, al pari di ogni attività
pubblica e privata nel territorio nazionale ed oltre, funzionano a ritmi ridotti e con tutte le proprie
energie concentrate sulle questioni dell’emergenza.
Per questo la lettura che si è inteso dare alla vicenda risulta assolutamente avulsa dalla realtà
fattuale e consegna una dimensione distorta delle iniziative avviate da questo Ente, le quali – è bene
precisare – non sono nemmeno minimamente sfiorate o influenzabili da eventuali percorsi interni di
riqualificazione del personale di ruolo.
Come ho avuto modo di spiegare personalmente agli stessi lavoratori, e come del resto
appare evidente anche dalle notizie riferite dalla stampa, l’Ufficio Personale, su mia diretta
sollecitazione, ha condotto in questo periodo un’accurata ed approfondita analisi circa le
potenzialità assunzionali del Comune che oggi, per effetto delle incipienti cessazioni dal servizio e
di quelle già verificatesi specie in quest’ultimo periodo, risultano alquanto copiose e consentono,
quindi, di poter tranquillamente disporre di ampi e consistenti margini di manovra per ognuno dei
due distinti percorsi di valorizzazione del personale, oltre che per il reclutamento dall’esterno di
nuove figure.
Evidenzio inoltre, ma solo per precisare ulteriormente la questione, che gli artt. 4 e 5 del
CCNL del 21/05/2018, a differenza del passato non prevedono più per “gli andamenti
occupazionali” che venga esperito il confronto e nemmeno che vi sia l’informativa sindacale e che,
quindi, anche per questo motivo nessuno può manifestare sorpresa per il fatto che sin qui non siano
state convocate riunioni formali.
E’ mio costume, tuttavia, pur sempre nel rispetto dei distinti ambiti di competenza, di tenere
nella massima considerazione l’apporto che può provenire dai sindacati e quindi ciò verrà
sicuramente attuato anche in occasione della presentazione della programmazione del fabbisogno di
personale per il triennio 2020-2022 che proprio in questi giorni sto direttamente predisponendo e
che a breve potrà essere deliberata dalla Giunta Municipale.
All’interno di questo documento verrà condensato il lavoro fatto in questi mesi non soltanto
per la definizione delle procedure che riguardano i lavoratori ASU ma anche per il riassetto
funzionale dei vari settori anche mediante le varie forme di valorizzazione del personale, compreso
quello assunto a part-time, al fine dell’implementazione della maggiore efficienza possibile di una
macchina amministrativa che, per certi versi, presenta certamente alcuni meccanismi da adeguare.
Mi permetto, pertanto, di affermare che occorre rifuggire ai proclami e agli allarmismi,
laddove invece è necessario, perché sia la legge che le stesse vicende finanziarie dell’Ente lo
impongono, che tutti comprendano che si sta lavorando con serietà e metodo per riscontrare la
richiesta dal Ministero e ciò, ovviamente, non soltanto per gli ASU ma per tutti i possibili
reclutamenti che l’Ente dovrà fare, peraltro il più velocemente possibile al fine di conseguire il
necessario rimpiazzo di posizioni strategiche, rimpiazzo che diventa particolarmente urgente perché
parte significativa del personale attualmente in servizio andrà in quiescenza da qui a pochi mesi.
Approfitto, invece, per chiedere a tutti i soggetti che hanno mostrato interesse al tema di
concentrare le proprie energie in una azione sinergica rispetto ad eventuali barlumi di genialità che
in assurda ipotesi dovessero eventualmente precludere, nel corso del corrente anno, agli ASU
utilizzati nell’ambito del territorio siciliano, di poter fruire della deroga di cui all’art. 1, comma 495
della Legge 160/2019.
Aderendo alla proposta che per le vie brevi mi è stata suggerita dal Segretario del CSA
Santino Paladino sarei assolutamente favorevole a favorire la costituzione di un fronte comune, ma
solo ove ciò dovesse in futuro palesarsi necessario, per chiedere alla Regione Siciliana l’immediata
emanazione di una “leggina” di recepimento per fare in modo che i precari di tutta la Sicilia e non
solo, quindi, quelli che vivono ed operano a Barcellona Pozzo di Gotto siano trattati in maniera
diseguale e deteriore rispetto a tutti gli altri colleghi di ventura che sono utilizzati da altre P.A. nel
resto del territorio nazionale ed ai quali – secondo una tesi che personalmente, alla luce di una lettura
delle norme improntata a criteri logico-sistematici, non reputo condivisibile né sotto l’aspetto applicativo
né interpretativo – verrebbe riservata una maggiore possibilità di stabilizzazione del rapporto
lavorativo.
Non per chiosare, ma ribadisco che appare del tutto illogico, oltre che infondato, poter
sostenere che le norme relative ai limiti delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni,
ivi comprese quindi le loro deroghe, non possano e non debbano trovare applicazione diretta ed
immediata in Sicilia e ciò anche perchè le stesse rispondono direttamente ai principi di regolazione
complessiva e contenimento della spesa pubblica oltre che di sana e corretta gestione finanziaria
degli Enti locali che debbono necessariamente trovare immanente applicazione a tutto il territorio
nazionale.
Se così fosse, invero, non vi sarebbe stata necessità per il Comune di Barcellona Pozzo di
Gotto di uniformare la propria dotazione attuale ai limiti previsti dalla normativa nazionale e
richiamati dal T.U.EE.LL., laddove, invece, nessun dubbio è mai balenato al Ministero dell’Interno,
né a chiunque altro, circa la necessità che non sia necessario un preventivo recepimento in Sicilia
delle regole nazionali e di quelle ulteriori previste dall’apposito D.M. del 10/04/2017.
Faccio rilevare, comunque e ad abundantiam, che in tale gradata ipotesi, l’approvazione di
una “leggina” di recepimento non avrebbe alcuna conseguenza di carattere finanziario per la
Regione Siciliana, poiché in tal caso, (salvo che non si intenda agire per l’estensione agli ASU del
medesimo trattamento economico-normativo già riservato ai contrattisti con la previsione del contributo
fino al 2038), rimarrebbe del tutto intonsa l’attuale disciplina che prevede, nel caso di fuoriuscita
degli ASU, l’erogazione del contributo quinquennale come quello già accordato a questo Ente e per
i quali sussiste già l’apposito stanziamento nel Bilancio pluriennale della Regione.
Se quindi se ne riscontri la necessità, e si voglia davvero dirimere a monte qualsiasi dubbio o
questione interpretativa circa la vicenda dell’assunzione in deroga degli ASU per l’annualità
corrente (che a mio giudizio, ribadisco, è invece già del tutto pacifica nel senso della possibilità di
applicazione diretta dell’art. 1, comma 495 della Legge 160/2019), inviterei tutti, qualora me ne vogliate
fornire l’opportunità, a sottoscrivere apposito ordine del giorno – che potrei direttamente predisporre
– per impegnare l’ARS ad attuare questo semplice passaggio che potrebbe dare spazio, in Sicilia,
alla soluzione di tantissimi problemi occupazionali irrisolti o ancora sospesi.
Per una volta, forse, potremmo trasformare una vicenda partita con una finalità o
connotazione decisamente polemica, in una occasione fortemente costruttiva e qualificare il
Comune di Barcellona Pozzo di Gotto come un vero e proprio protagonista dell’elaborazione di
nuove soluzioni per le questioni occupazionali dei precari siciliani.
Allego, ad ogni buon fine, copia della nota del Ministero dell’Interno di avvio della
procedura e richiesta dati istruttori integrativi”.