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Erano tantissimi e sopratutto attivamente partecipi tramite le loro domande, gli studenti barcellonesi presenti stamattina al Teatro Mandanici, invitati dall’Amministrazione comunale insieme ai propri docenti per ricordare il Giudice Giovanni Falcone, la moglie e la scorta, barbaramente trucidati dalla mafia quel terribile 23 maggio 1992. 

Un anniversario che, nello specifico, l’Assessore alla Pubblica Istruzione Avv. Viviana Dottore ha voluto curare nei minimi particolari invitando importanti personalità della Magistratura, dell’Avvocatura oltre alla testimonianza esclusiva di un familiare di una vittima di mafia.

Ma andiamo con ordine, non prima di una doverosa premessa: l’evento è iniziato con un pò di ritardo per cause non imputabili a chi ha organizzato, praticamente l’assenza dei Vigili del Fuoco chiamati improvvisamente in altra parte della città per un drammatico evento. Alla fine la mattinata ha potuto prendere avvio, condotta dalla giornalista Cristina Saja.

Primo intervento quello dell’Assessore Dottore che ha accolto con gioia gli studenti evidenziando come sia importante sensibilizzare sul fenomeno mafioso le giovani generazioni e parlare di legalità in una città che purtroppo ha vissuto periodi molto brutti. “A voi, ragazzi, auguro coraggio e libertà!” ha chiuso Viviana Dottore fra gli applausi degli studenti.

Quindi è iniziato un dialogo fra la moderatrice Saja ed i due ospiti/relatori ovvero il Procuratore Capo di Barcellona Pozzo di Gotto Dott. Verzera e l’Avv. Lo Presti. Entrambi, nei rispettivi ruoli, hanno parlato del loro affrontare la legalità nel quotidiano della propria professione. Come dicevamo in apertura, tantissimi studenti hanno posto interessanti domande ad entrambi. E anche altri due magistrati, il Dott. Bray e il Dott. Orifici, hanno risposto agli interessanti quesiti dei giovani, mai così partecipativi come oggi.

La mattinata si è chiusa con la testimonianza della Prof.ssa Angela Manca, mamma dell’urologo Attilio, la quale ha raccontato con grande semplicità la drammatica vicenda che ha portato alla morte il figlio, una storia della quale c’è ancora molto da scoprire. I ragazzi hanno sottolineato con scroscianti applausi i passaggi più significativi dell’intervento. Prima dei saluti finali il dono di un libro alle rappresentanti di ciascuna scuola presente.

Un plauso a chi ha organizzato un evento che ci è sembrato non una mera e sterile celebrazione bensì qualcosa di “vivo”, nel quale i ragazzi hanno partecipato, interagito, reagito. Ciò fa ben sperare per il futuro, poiché proprio le giovani generazioni saranno protagoniste del nostro domani.