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A Palazzo Longano, importanti i provvedimenti all’O.d.g. della seduta consiliare del 30 luglio scorso.
Tra gli altri l’approvazione del piano finanziario TARI, del Regolamento per la determinazione delle tariffe TARI e della determinazione delle tariffe stesse, nonché la rimodulazione delle tariffe del servizio acquedotto.

In apertura i consiglieri di opposizione hanno evidenziato il ritardo con cui tali documenti sono giunti all’analisi delle commissioni.

“Non è la prima volta che ciò si verifica – afferma il Consigliere Mamì – ciò denota una scarsissima considerazione dell’organo consiliare ma, alla luce del dibattito in aula, la cosa ancor più sconcertante è stato constatare che i primi a non conoscere i provvedimenti sono proprio il Sindaco e gli Assessori, apparsi impreparati e ignari delle conseguenze che le deliberazioni avranno sulle tasche dei cittadini”.

Il nuovo regolamento TARI, approvato dalla maggioranza con i soli voti contrari dei Consiglieri Campo, Mamì, Bongiovanni, Scolaro, Sidoti  e Torre, di fatto sostituisce il precedente e cancella parte delle riduzioni previste per chi adotta comportamenti virtuosi nella raccolta differenziata.

“L’apice si è raggiunto al momento della deliberazione delle tariffe TARI per le quali è stato definito l’ennesimo aumento generalizzato per tutti, ma soprattutto un taglio delle agevolazioni esistenti che avrà effetto già da quest’anno. In particolar modo chi, diligentemente, ha sempre differenziato i proprio rifiuti portandoli al Centro Comunale di Raccolta, si vedrà tagliare il proprio beneficio del 40% anche per i rifiuti conferiti quest’anno. Lo stesso avverrà per chi ha diligentemente applicato il compostaggio domestico. Siamo all’assurdo – afferma Mamì – l’Amministrazione Calabrò, invece di premiare i virtuosi, li penalizza!”

Di fronte al livello del dibattito, al totale appiattimento della maggioranza su questo atteggiamento sconsiderato dell’amministrazione, agli interventi sconclusionati dell’esperto al bilancio Paterniti, all’assenza delle ditte preposte all’elaborazione delle tariffe e a parte dei dirigenti, concludono i consiglieri – l’unica protesta possibile è stata quella di abbandonare l’aula facendo mancare il numero legale, posto che sin dall’inizio la maggioranza non era riuscita ad assicurare neanche i numeri minimi affinché si tenesse la seduta”.