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Si svolgerà domenica 19 novembre, a partire dalle ore 16,  la terza presentazione del libro di Bernardo Dell’Aglio sui vicoli di Barcellona e Pozzo di Gotto, pubblicato da Giambra Editori.

Si chiude così il percorso di presentazione del libro, atto soprattutto a far conoscere i vicoli della nostra città.
Questa presentazione, infatti, si svolgerà nella zona più antica e suggestiva di Pozzo di Gotto: il quartiere Pizzo Castello.
Il programma, allestito dall’Associazione Genius Loci, della quale Dell’Aglio è presidente, assieme alla Associazione Pizzucasteddu Pizzu A Lampa e alla Confraternita Sant’Eusenzio, è molto ricco e ha la finalità, con delle visite guidate, di far conoscere questa zona antica della nostra città.
In programma, la visita guidata alla casa di Graziella Pirri, ad una casa contadina di inizio secolo, all’antica casa Molino (quasi un piccolo museo), al “Buttiscu”, “Sutta a Vota”, agli altri vicoli di Via Risorgimento e di via Mentana.
E’ prevista, nella zona di ‘a Funtana di Pizzucasteddu”, punto di ritrovo iniziale già dalle ore 16.00, una estemporanea del pittore Mimmo Ciarrotta ed uno spazio ludico per i bambini.
In conclusione, all’interno dell’Oasi di Sant’Eusenzio, alle ore 19.00, si svolgerà la relazione sul libro, con Walter Rizzo e Luigi Lo Giudice.

Gli organizzatori consigliano i partecipanti di parcheggiare le auto sulla copertura del Torrente Idria, da dove è possibile raggiungere agevolmente i luoghi dell’evento.

Il libro di Bernardo Dell’Aglio, dal titolo: “Vicoli di Barcellona e Pozzo di Gotto. Immagini, storie, leggende”, consta di 188 pagine. Di queste ben 120 sono occupate dalle foto che caratterizzano i vicoli ed alcune vie della città, fornendo una odierna “immagine di insieme” della loro bellezza ma anche del loro degrado a causa di responsabilità collettive.
Un viaggio a ritroso nel tempo, per riscoprire questi luoghi, le famiglie che ci vivevano, le storie, i personaggi popolari con i loro soprannomi, che caratterizzavano i vicoli ed i bagli della città. “Luoghi della memoria” per molti, ma anche luoghi di produzione e di aggregazione sociale, costituiti da un tessuto sociale ben integrato. Una città, incentrata su questa “anima popolare” cara all’autore, che a poco a poco si andava a formare.