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Una grave problematica che si è spesso presentata riguardo i beni confiscati alla criminalità organizzata è stata quella del fatto che, nel momento in cui lo stesso bene deve “rinascere”, si manifestano strane assenze da parte di chi in questa riutilizzazione dovrebbe avere parte attiva, come il caso della vicina Merì e sulla questione interviene con una nota, che pubblichiamo integralmente, il Prof. Tindaro Di Pasquale,  giovane Presidente dell’associazione “Paolo Vive”. 

“Apprendo dalla Gazzetta del Sud che lo scorso 3 ottobre si è tenuta in Prefettura, a Messina, un incontro tra l’Agenzia per i Beni Confiscati ed i comuni della provincia di Messina per discutere, preliminarmente, della acquisizione, da parte degli enti locali, di molti beni confiscati alla criminalità.

Dalle risultanze dell’incontro, a quanto si apprende, moltissimi comuni sarebbero risultati assenti ed altrettanti si sarebbero resi indisponibili alla acquisizione di detti beni, eccezion fatta per Barcellona PG e Letojanni. Orbene, si ritiene di rappresentare che la lotta alla criminalità organizzata, operata dalla magistratura, va sostenuta dalle Istituzioni e, anche, dagli enti del terzo settore, ragion per cui non riesco ad immaginare particolari ostacoli che impediscono ad un ente, come il comune, di partecipare ad un incontro così importante, quale quello tenutosi in Prefettura e, peggio, non comprendo come si possa pensare di contrastare il fenomeno mafioso, se poi non si intuisce la significatività della “rinascita” di un bene confiscato, poiché realizzato con proventi illeciti.

Esistono modelli in tutta Italia di virtuoso utilizzo di terreni, edifici, beni mobili che, opportunamente assegnati, rendono giustizia sociale, rappresentano baluardi di legalità che possono e debbono essere imitati.

Proprio nei giorni scorsi l’associazione “Paolo Vive” ha sollecitato, dopo averlo fatto per 2 volte nel 2017, il comune di Merì alla predisposizione di un bando per la assegnazione di un bene che è nella disponibilità dell’ente e che ancora oggi non viene consegnato alla pubblica utilità.

Occorre che politica e associazionismo comprendano che non esistono obblighi all’impegno civile, ma quando ci si impegna non bisogna avere timore, non bisogna scoraggiarsi e non bisogna “cedere”. La affermazione dello Stato passa attraverso simboli importanti e far rivivere un bene confiscato alla criminalità deve rappresentare la vittoria dello stato su ogni forma di crimine.

L’associazione “Paolo Vive” collaborerà con tutte quelle istituzioni che avranno a cuore il bene collettivo, senza alcuna paura e senza timori, poiché solo rappresentando l’unità di intenti, si scoraggerà il perpetuarsi di nuove  azioni criminose.”

Questa è la missiva inviata da Di Pasquale e depositata nella posta in entrata al Comune di Merì. 

“Spett. Le sindaco, Con riferimento alla mia raccomandata a/r del 31/08/2017, avente per oggetto la manifestazione di interesse, della associazione “contro tutte le mafie PAOLO VIVE”, che rappresento, alla assegnazione del bene confiscato al signor Mastroeni Carmelo e assegnato al suo comune, che è rimasta priva di riscontro e facendo, altresì, seguito all’incontro avvenuto nel suo ufficio presso il palazzo comunale nel settembre dell’anno 2018, nel quale le rinnovavo la disponibilità a partecipare ad un eventuale bando per la assegnazione del sopradetto bene, sono qui a rappresentarLe nuovamente la disponibilità della associazione contro tutte le mafie PAOLO VIVE ad avere in assegnazione il bene oggetto della presente, con formale impegno ad assumere in carico tutte le spese necessarie, senza nessun aggravio per l’ente da lei rappresentato; da interlocuzioni informali con i componenti di altre associazioni presenti sul territorio, pare emergere la difficoltà economica del comune di Meri ad adempiere, anche economicamente, ad alcuni adempimenti(catastazione) che interessano il bene confiscato al Mastroeni.

La associazione che presiedo è disponibile, e glielo rinnova, a farsi carico di tutte le spese necessarie.

Tale disponibilità, è doveroso rappresentarlo, è stata manifestata, già da tempo, ai referenti locali della agenzia nazionale per i beni confiscati, coi quali si protraggono fitte interlocuzioni.

Si rimane a disposizione, con l’auspicio che il suo comune voglia dar seguito all’impegno delle istituzioni che si impegnano quotidianamente nella lotta alla criminalità.” (Tindaro Di Pasquale)