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Lo scorso venerdì 1 giugno 2018 si è tenuto a Barcellona Pozzo di Gotto un convegno per ricordare l’importante figura del poeta italo-argentino Antonio Aliberti. L’evento si è svolto presso la Sala lezioni Ute ed è stato organizzato dalla stessa Università della Terza Età presieduta dalla Prof.ssa Tanina Caliri e dalla Pro Loco “Alessandro Manganaro”, con la collaborazione di “24live”.

Il Rettore Tanina Caliri ha introdotto la serata sottolineando l’importanza del convegno proprio in occasione degli 80 anni dalla nascita del poeta Aliberti, nato appunto nel 1938 a Barcellona Pozzo di Gotto, che abitava ai Marsalini e che morì nell’anno 2000 in Argentina, alcuni mesi dopo aver ricevuto il prestigioso Premio Montale.

Uno dei tanti italiani emigrati nel Paese sudamericano (si trovava in Argentina dal 1956 con la propria famiglia) come affermato da Flaviana Gullì, Presidente della “Manganaro”, che ha narrato di come la Pro Loco si sia accostata al poeta anche tramite l’ormai noto gemellaggio con Chivilcoy, merito del lavoro certosino del membro del Direttivo Giuseppe Giunta, che insieme a Laura Boleso ha dato il via ad un incontro fra due popoli molto simili, gemellaggio che ha visto gli argentini ospiti in città e la nascita di una sede nella quale sono custoditi molti documenti, proprio a Chivilcoy.

Sono seguiti i saluti istituzionali dell’Assessore Munafò quindi le due relazioni del convegno, curate da Gino Trapani e Nino Famà.

Il primo  storica anima della Pro Loco, ha narrato dell’infanzia di Antonio  Aliberti, della sua partenza a soli 13 anni, dei primi lavoretti da aiutante nel salone da barba del padre  nel quale si incontravano poeti e scittori,una fucina della cultura. Il poeta Aliberti col passare degli anni raggiunse una posizione importante nel panorama della letteratura contempornea e tradusse sia Eco che il nostro  Cattafi.

A seguire l’intervento di Nino Famà, docente di letteratura Ispano-Americana, il quale dopo aver parlato dell’emigrazione italiana, ha suddiviso l’opera del poeta Antonio Aliberti in due fasi: la prima 1972/1981, nella quale ha prevalso la cosiddetta “poetica dell’emigrante”; la seconda 1981/2000 in cui ha realizzato di essere ormai un argentino a tutti gli effetti, scrivendo anche in questa direzione. Era presente all’ingresso dell’Ute una esposizione di libri, articoli, documenti e fotografie inviate dal figlio del poeta Antonio Aliberti Diego, ulteriore testimonianza del valore di questa figura del mondo della cultura per troppo tempo non attenzionata.

Il merito va alla Pro Loco “Manganaro” per aver strappato dall’oblio un poeta barcelgottese così importante.