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Si avvicina la fatidica data del 4 dicembre 2016, giorno in cui voteremo nel referendum e ci troveremo di fronte a due possibili opzioni: mettere una crocetta sul NO per confermare la nostra Carta Costituzionale o barrare il SÌ per cambiarne buona parte.

Non sarà una scelta semplice, come non sarà scontato il risultato che verrà fuori dalle urne. In queste ore, in questi giorni, la campagna elettorale è entrata nel vivo e vi sono continui incontri, convegni, confronti, tavole rotonde. In tv, sui giornali, ed anche in città. Barcellona Pozzo di Gotto è il principale comune della provincia di Messina dopo il capoluogo, per numero di abitanti e non solo. Qui sono passati di recente Sottosegretari (Faraone), ex Ministri (Andò), Deputati nazionali (D’Alia), ex Senatori (Nania), Onorevoli regionali (Formica) e già sono attesi i grillini del Movimento 5 Stelle che arriveranno in massa nel prossimo fine settimana. Tutti a perorare la causa del Sì o del No. Quindi partirà l’ultima settimana prima del voto.

Ma la gente come sta vivendo nella nostra città l’attesa del referendum? Da dire che se le presenze ai convegni cittadini dovessero fare da termometro sarebbero leggermente in vantaggio i sostenitori del Sì. Ma sappiamo bene che ciò che avverrà nel segreto dell’urna è quasi sempre qualcosa di imponderabile e non facilmente prevedibile, almeno in una competizione referendaria di questo tipo, mai più incerta. E le voci che abbiamo sentito per le vie della città lo testimoniano: dalla casalinga che al supermercato ci dice “io non vado a votare, tanto o sì o no tutti mangiatari sono”, allo studente che è per il sì affermando che “dopo trent’anni qualcuno fa un passo avanti e invece dovremmo restare fermi?”. Un’avvocatessa invece è decisa per il no, “perché la Costituzione è bellissima e non va toccata da questi politicanti da strapazzo, mentre fu fatta da politici veri, con grande sforzo e intelligenza”. C’è poi chi ancora spera che vincendo i No Renzi vada via, ma la cosa non è certo automatica. Il Presidente del Consiglio sbagliò, a suo tempo, a personalizzare questo referendum affermando che in caso di insuccesso dei Sì si sarebbe immediatamente dimesso. In seguito cambiò registro.

La cosa importante in questo voto è aver consapevolezza che si tratta di un passaggio importante per il Paese. Va detto che cambiare una Costituzione non è roba da tutti i giorni e Renzi ha avuto coraggio a proporlo insieme ai suoi fedelissimi; al tempo stesso però va anche rilevato che andare avanti non vuol dire automaticamente far meglio. Entrando nel merito della riforma Boschi certo lo snellire e render più agile è positivo, ma sicuri che questo sia il meglio? Un Senato delle Regioni non direttamente elettivo suscita qualche perplessità. Comunque sia non bisogna nemmeno “appesantire” la portata del risultato del voto (eccessivo parlare di Italexit), non sarà certo una catastrofe.

Vedremo quali saranno gli scenari che si apriranno il 5 dicembre a livello nazionale ed inevitabilmente anche a livello regionale e locale. Si cominciano a scaldare i motori per eventuali future competizioni elettorali, ed i vari schieramenti si conteranno anche in questa circostanza, pur se c’è da dire che per la natura del referendum potrebbe aversi un voto trasversale, dove i classici schieramenti tradizionali cedono il passo a differenti dinamiche. Fa specie ad esempio, pensando al panorama barcellonese, vedere fianco a fianco gente di centro con uomini della destra tradizionale, ma anche gente di sinistra affiancata ad ex democristiani. Ma al di là di ciò quello che conta è andare ai seggi, esprimere comunque un voto, per poi non dire che altri hanno deciso per noi. E il tema è di grandissima importanza. Buon voto a tutti!