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A tredici anni dalla scomparsa di Attilio Manca, si è svolto a Barcellona Pozzo di Gotto un incontro commemorativo, dedicato al ricordo e alla memoria, occasione anche e soprattutto per discutere e chiarire l’andamento delle indagini, in merito alla presunta uccisione dell’urologo barcellonese.

Il 12 febbraio 2004, il giovane Attilio venne ritrovato morto, in circostanze sospette e poco chiare, nella sua abitazione di Viterbo, dove lavorava come urologo.

Il caso che era stato registrato dalla Procura di Viterbo come morte per overdose e archiviato come suicidio.

Una vicenda che sarebbe rimasta nell’ombra e dimenticata da tutti senza lo strenuo impegno della famiglia Manca, da sempre in prima linea nella ricerca della verità e della giustizia, ma anche grazie al supporto tecnico-legale dell’Avv. Ingroia, presente in ogni fase del procedimento.

All’auditorium di S. Vito di Barcellona Pozzo di Gotto, questi i temi fondamentali trattati,  sostenuti dalle nuove rilevazioni di Ingroia in merito alle dichiarazioni del pentito di mafia Campo, che riaprono l’inchiesta, catapultando il fascicolo Manca nella categoria omicidio e aprendo la possibilità di prolungare le indagini contro ignoti.

Presenti all’incontro i genitori  di Attilio, Angelina e Gino, il fratello Luca, l’Avv. Ingroia, la componente della commissione parlamentare antimafia Giulia Sarti, l’ex procuratore generale presso la corte d’Appello di Messina Marcello Minasi, l’ex sindaco di Barcellona Maria Teresa Collica, il giornalista e scrittore Lorenzo Baldo, il direttore di Antimafia duemila Giorgio Bongiovanni e l’attore Fabio La Rosa. Sono, invece, intervenuti telefonicamente l’avvocato Fabio Rapici e il sindaco di Messina Renato Accorinti.

Il caso Manca appartiene ad un insieme di avvenimenti  sui quali gli inquirenti indagano incessantemente per scovare la verità. Un vaso di Pandora contenente nomi, cognomi, azioni, scenari, verità, giustizie e giustizieri che hanno contraddistinto i tempi contemporanei in una lotta che mai si conclude. Ricordi di uomini e donne innocenti, sui quali si sono scagliati la violenza e il cinismo di un sistema corrotto, mafioso.

Persone come Attilio, giovane medico dalla carriera promettente, Beppe, giornalista impegnato nel suo lavoro e nei suoi principi, e Giuseppe imprenditore e rappresentante politico colpevole di non piegarsi alle costrizioni criminali.  Questi alcuni dei nomi appartenenti all’ hinterland barcellonese che ci toccano più da vicino, avendo riscontri diretti sul nostro territorio.

A tal proposito, secondo la leggenda, quando pandora aprì il vaso tutte le intemperie e le calamità saltarono fuori con forza e irruenza, senza preavviso si scagliarono contro l’umanità, allo stesso modo, dopo anni, attraverso la risolutezza di famiglie, associazioni, persone si cerca di “spizzare” all’interno di questo contenitore per far uscire, questa volta, con forza e irruenza, la verità.