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Si svolgerà lunedì prossimo, nella serata del 13 giugno, in occasione dei festeggiamenti di S.Antonio da Padova, la proiezione dell’originale ed innovativo video-mapping “Antonio Arca del Testamento” che andrà in scena sulla facciata del Santuario di Sant’Antonio di Padova alle ore 21.30.

Un progetto voluto dai Frati Minori di Barcellona, scritto e diretto da Francesco Bondì, realizzato da DeepSheet studiolab, narratore Giuseppe Pulvirenti, montaggio audio Filippo Calandra.

“Non un inno, non una preghiera, ma un riconoscimento, perchè nel riconoscimento c’è la riconoscenza.

Antonio di Padova è quell’uomo che la tradizione ci restituisce con un valore iconico di dolcezza e misticismo.

Ma si può diventare santi senza prima esperire i sentimenti umani? Questo tenta una vicinanza ai contenuti che hanno ispirato il progetto narrativo dell’evento dedicato alle celebrazioni di quest’anno”.

L’idea orbita attorno alla figura di Antonio di Padova, uomo di coraggio e determinazione, nella sua ostinazione a far valere le sue idee tutte rivolte al bene comune. Dalla campagna di screditamento nei confronti delle eresie catare, alla sua missione a Padova, città corrotta dal potere degli usurai, che avevano messo in ginocchio la serenità dei padovani e che Antonio riscatta, con la sua oratoria infallibile, dimostrando, nella solidità della sua fede, che in realtà gli usurai avevano fatto solo gli interessi di Dio. La luce, infatti, si apprezza meglio solo dopo aver sperimentato il buio.

Il progetto per Barcellona è un viaggio che segue le tappe più importanti del cammino di santità di Antonio in Italia.

In riferimento al leggendario sbarco di Antonio sulle coste siciliane, il racconto procede con  una riflessione sulla diversità come opportunità di conoscenza e integrazione. Antonio, infatti prima di essere il Santo acclamato agli onori degli altari, nei seggi della gloria di Dio, fu un profugo. Un diverso, come lo è stato Mosè, affidato alle acque, e come fu Cristo stesso, profugo in Egitto con la sua famiglia. Come non pensare a quello che accade nel Mediterraneo in questi giorni, o quello che accade poi sulla terra ferma? Accoglienza o disprezzo? Confronto culturale o chiusura? Non è forse vero che “non c’è santo senza passato o peccatore senza futuro”?