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Si è svolta nella serata di mercoledì 4 gennaio 2017 la XV edizione del tradizionale Raduno dei zampognari organizzato dalla Confraternita di Sant’Eusenzio  e che ogni anno vede giungere a Barcellona Pozzo di Gotto suonatori del bellissimo strumento della tradizione pastorale provenienti da vari centri della provincia.

Quest’anno l’evento, inserito nel ricco cartellone del Natale barcellonese, non si è svolto nella abituale location dell’Oasi di Sant’Eusenzio ma, visto il rischio di pioggia, nella attigua Chiesa di Gesù e Maria. La Chiesa si presentava piena segno del grande successo della serata.

All’inizio i saluti dell’ex Governatore della Confraternita Walter Rizzo a nome del nuovo Governatore Diego Pirri, mentre ha presentato la manifestazione Santino Di Bartola. Si sono esibiti: De Pasquale Domenico, Vinci Salvatore, Roberto Giuseppe, Vinci Giacomo, Scordino Santini, Grasso Salvatore, Caliri Sebastiano, Iarrera Stefano, Bertino Antonino, Cirino Antonino, Venuto Franco, Cannuli Giuseppe, Salamone Stefano, Pellegrino Domenico, Sottile Filippo, Bellinghieri Antonio, Sottile Roberto, il gruppo “Gli Amici dell’Organetto” composto da Benevento Pippo, Giannetto Pierpaolo, Aliberto Gabriele, Materia Basilio, Chiofalo Federico, Pietrini Sebastiano, Scordino Santino e Fiore Antonino. A seguire Di Bartola Giovanni, il giovanissimo figlio del presentatore dell’evento che ha suonato benissimo la fisarmonica. Poi hanno suonato “Gli Spizzicusi” composti  Scilipoti Pietro, Ventura Giuseppe e Iarrera Stefano. Si è proseguito con Vinci Salvatore e Guerrera Maura. Infine Vinci Salvatore, Vinci Giacomo, Iarrera Stefano, Vinci Salvatore e Guerrera Maura.

Una partecipazione numerosissima che ha allietato la serata barcelgottese con le tradizionali melodie natalizie ed i complimenti vanno a chi ha organizzato questo bellissimo Raduno.

Qualche notizia sulla storia della zampogna: ritenuta, nell’antichità classica, esito della trasformazione del flauto, o siringa, del dio Pan. In latino si chiamava “utricularium” e tra i suonatori dell’antichità si annovera l’imperatore romano Nerone. Dal medioevo all’età moderna si diversificò in varie tipologie territoriali, tra cui la cornamusa scozzese e irlandese, a insufflazione (immissione d’ aria in una cavità, un otre di pelle nel caso specifico) indiretta, la musetta francese e la piva. La zampogna ha antiche origini: è probabile una sua discendenza dagli “auloi” greci, si conoscono due tipi diversi di zampogna: una con canne di melodia di diversa lunghezza ed un’altra con canne di uguale lunghezza collegate ad un otre di pelle. La sua funzione è quella di scandire i momenti salienti dell’anno agricolo, secondo l’arcaico calendario stagionale. Essa viene generalmente protetta dal malocchio con vari amuleti, quali nastri, fiocchi rossi e cornetti aventi un significato apotropaico. Il suo repertorio è costituito da tarantelle, pastorali ed accompagnamento al canto

La zampogna è un aerofono a sacco dotato da 4-5 canne che vengono inserite in un ceppo dove viene legata l’otre. Solo 2 canne sono strumento di canto mentre le altre fanno dabordone (suonano una nota fissa). Le canne terminano con delle ance che possono essere singole o doppie, tradizionalmente realizzati in canna (recentemente anche in plastica). La sacca di accumulo dell’aria (otre) è realizzata con una intera pelle di capra o di pecora(utricolo) (oggi anche da altri materiali o da una camera d’aria di gomma), nella quale il suonatore immette aria attraverso un insufflatore (cannetta o soffietto) che mette in vibrazione le ance innestate sulle canne melodiche: sempre due, quella destra per la melodia, quella sinistra per l’accompagnamento e nei bordoni detti basso e scantillo. Il termine in alcune aree, come ad esempio ciarammelle nell’Alta Sabina o ciarameddi in Calabria e Sicilia designa la zampogna; questo perché sembra che la zampogna stessa sia nata dall’accostamento di due ciaramelle alle quali nell’età dell’Impero Romano è stato aggiunta una riserva d’aria tramite un otre (nel Medioevo saranno aggiunti infine i bordoni).