Condividi:

C’è Fede e… fede.

Un termine che con la maiuscola siamo abituati a conoscere ed utilizzare facendo riferimento al Sacro.

Fede richiama anche alla fedeltà. Fra coniugi, fra amici.

C’è poi la fede… quella con l’iniziale minuscola, una fede certamente meno importante ma sempre di fede si tratta, e che diamine!

Come quella per la propria squadra di calcio.

Siamo tutti tifosi ed è bello esserlo, anche se il calcio di oggi è diventato sempre più ‘algido’, ma senza il cuore di panna… probabilmente i giovani del 2021 non si rendono conto di cosa parliamo.

Qualche nome può rendere l’idea: Mazzola e Rivera… Platini e Zico.. senza scomodare Maradona e Pelè.

Ma soprattutto nomi quali Cuccureddu, Oriali, che rappresentano quello spirito di sacrificio e quell’attaccamento alla maglia che non conosce denaro e che oggi è pressoché sconosciuto.

Tornando alla ‘fede’ calcistica, non c’è da stupirsi che belle donne, anche famose, da sempre abbiano onorato la propria squadra con manifestazioni esteriori che, nel corso degli anni, hanno fatto notizia: Sabrina Ferilli e Anna Falchi improvvisarono spogliarelli in occasione della vittoria del campionato rispettivamente della Roma e della Lazio.

Oggi accade che una bella (?) ragazza, a nostro avviso artificialmente formosa, in barba alla Fede verso il guidatore di una vespa (non sappiamo se coniuge, amico, fratello…) manifesti la propria fede e gioiosità mettendoci la faccia…

Inequivocabile la scritta sul cartellone che la tizia regge con fierezza.

Sarà un bluff? Sarà verità? Poco importa.

Si tratta pur sempre di una fotonotizia che rallegra i tifosi della squadra promossa in A, ma non solo quelli…

A tal proposito può rivelarsi utile il parere di una psicologa e interpelliamo la dott.ssa Alessandra Muschella che sulla vicenda scrive: “Probabilmente anche la fede calcistica, così come mille altri aspetti della società, ha subìto un intiepidimento generale, ha smesso di infiammare gli animi e di provocare sbalzi cardiaci. E pazienza. La cosa non deve sorprendere se pensiamo a come quasi tutto oggi tenda ad essere meno elettrizzante. È come se la nostra capacità di appassionarci si fosse incartapecorita perdendo tonicità e vigore, e anche quando sentiamo il moto della passione, il più delle volte tendiamo a contenerlo: ehi tu! – gli diciamo – non mi smascherare, non rendermi ridicolo!

Francamente, in questo contesto, è la cosa che meno mi preoccupa, o per lo meno, non quanto le motivazioni che possano aver spinto la ragazza della foto ad andare a spasso con quel cartello osceno. Non credo proprio che possa esserci un nesso fra il passaggio in serie A e il messaggio ostentato. Sì, due chiacchiere con la ragazza mi piacerebbe proprio farle, e non lo dico in tono minaccioso, per carità! Mi piacerebbe solo capire meglio, perché solo dopo aver compreso, sarebbe possibile esprimere un’opinione.”

Concordiamo con l’analisi ‘razionale’ della dott.ssa Muschella, qui nessuno giudica nessuno, si cerca esclusivamente di comprendere… con quel pizzico di ironia che non fa mai male. Chiudiamo non rivelando la squadra approdata in serie A… non vorremmo che i valori più sani (?) dello sport venissero inficiati da gente disposta a cambiare squadra pur di ricevere un attimo… di gioia.

Gioia ‘liquida’… come tutto ciò che ci circonda, in questi nostri tempi balordi. E liquidi.