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Ospedali con reparti chiusi o prestazioni ridotte, pronto soccorso sguarniti e pazienti costretti ad lunghissime attese per poi essere dirottati ad altri ospedali o cliniche private, Terapie intensive e UTIC mai attivate, personale medico e infermieristico assolutamente insufficiente a gestire la mole di lavoro: è un quadro disarmante quello delineato dall’on. Giuseppe Laccoto in una interrogazione parlamentare con cui focalizza l’attenzione sulle gravi criticità presenti negli ospedali di Patti, Sant’Agata Militello, Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto.

In particolare, l’attenzione è stata posta sulla mancata attivazione delle terapie intensive a Sant’Agata Militello e Barcellona Pozzo di Gotto (6 posti in ciascun presidio) e sulla mancata attivazione dell’UTIC a Sant’Agata Militello, dove erano previsti 4 posti.

Inoltre, l’on. Laccoto ha evidenziato i gravi disagi a cui vanno incontro i pazienti che hanno necessità di ricorrere alle cure ortopediche: “all’Ospedale Barone Romeo di Patti, manca il primario dell’Unità operativa complessa di Ortopedia e dal febbraio 2020 è stato disposto il blocco dell’attività ordinaria e ambulatoriale e all’Ospedale di Sant’Agata Militello l’attività ortopedica è stata drasticamente ridotta per la mancanza di medici e che tale situazione nei due ospedali determina gravissimi disagi per i pazienti costretti al trasferimento in altri presidi ospedalieri della Provincia o in cliniche private”. Un paziente che arriva anche con una banale frattura in questi due ospedali dovrebbe essere trasferito al presidio di Milazzo, che però deve sostenere un carico di lavoro davvero eccessivo e senza una dotazione organica e strutturale all’altezza della situazione. E allo il rischio è quello di finire in un ospedale di Messina o addirittura fuori Provincia. “Senza considerare – afferma l’on. Laccoto – le lunghissime attese ai pronto soccorso negli ospedali di Patti, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto e Sant’Agata Militello dove si registrano gravi carenze di organico. Molto spesso c’è un solo medico di turno e i pazienti che attendono anche fino a 8 ore, dopo la diagnosi, rischiano di essere dirottati in altri presidi a causa della carenza di posti o per la mancata funzionalità dei reparti”. Per l’on. Laccoto “è una situazione insostenibile, che mortifica l’intero territorio tirrenico e nebroideo”.

Nell’interrogazione, si elencano le carenze dell’ospedale Barone Romeo di Patti dove “deve essere messo a concorso il posto di primario del reparto di Ortopedia, si attende la nomina del responsabile di Chirurgia vascolare, l’ Unità Operativa Semplice di Oftalmologia e Oculistica è senza primario da 10 anni, il reparto di Otorinolaringoiatria, dopo essere stata struttura d’eccellenza, è stato letteralmente cancellato, sono attualmente in servizio 11 anestesisti rispetto ai 19 previsti in organico, il reparto di Ostetricia e Ginecologia deve essere potenziato”. Per quanto riguarda Sant’Agata Militello, oltre alle criticità del reparto di Ortopedia, le carenze del Pronto soccorso e la mancata attivazione delle Terapie Intensive, si sollecita la Regione per avviare l’iter per la riapertura del punto nascite, rinnovando la richiesta di deroga al Ministero della Salute. Per procedere con le necessarie assunzioni di personale medico e infermieristico e per garantire gli standard minimi di funzionalità negli ospedali di Patti, Sant’Agata Militello, Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto, l’on. Laccoto chiede all’Assessore Regionale alla Salute di integrare con almeno 5 milioni di euro in deroga il budget destinato all’Asp di Messina. “Sono davvero troppe le disfunzioni e le carenze in un settore così delicato – conclude l’on. Laccoto. Non si può far ricadere tutto sulle spalle dei cittadini che hanno bisogno di cure. Credo che gli strumenti ci siano: bisogna intervenire subito a difesa di un diritto, quello alla salute, sancito dalla Costituzione”.