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Il nostro concittadino barcellonese Carmelo Eduardo Maimone, uomo di cultura noto per i suoi scritti di filosofia, autore di poesie e romanzi, ha realizzato nei mesi scorsi uno speciale “Cammino di Santiago” che merita certamente di essere attenzionato proprio per la valenza “spirituale” di una impresa vera e propria, che in pochi riescono a compiere.

Sacrificio, immane sforzo fisico e grande forza spirituale le caratteristiche che servono per reggere e portare a termine qualcosa di bello e gratificante. La via della Plata, l’Extremadura, il Sanabrese, Santiago de Compostela, Finisterre, Muxia, Santiago de Composta. Un sogno di 1300Km, quello che leggerete dalle parole dello stesso Maimone che, in forma di diario, ci racconta la propria entusiasmante esperienza.

Sono arrivato a Siviglia il 19 Luglio 2018, avevo in mente da tempo di percorrere il cammino di Santiago più lungo e più duro al mondo che si trova in terra di Spagna, sapevo bene che avrei sofferto per la distanza, per le privazioni che mi avrebbero imposto la natura del percorso duro e selvaggio, per la assoluta mancanza di fonti su una terra aspra e cocente e di luoghi di ristoro, non per la solitudine che amo tanto, considerato che non ho incontrato nessun caminante per almeno nove giorni.
Messo sotto pressione da una azione che era in disarmonia col vivere quotidiano, anche il logorio psicologico mi avrebbe presto presentato il suo conto. Di questo e di tanto altro ero ben consapevole, era questo il mio terzo grande cammino dopo quello di Santiago per la via Francese da San Jean pied de port, e quello di San Francesco in Italia che percorre Toscana Umbria e Lazio dal santuario di La Verna a quello di Poggiobustone, ma era quello che volevo e dovevo fare, e ci avrei messo tutta la mia forza interiore e fisica.
Così il 20 Luglio ho ricevuto la benedizione del pellegrino nella cattedrale di Siviglia e sono salito sul cammino di Santiago, La via della Plata e subito sulla Extremadura, centinaia di chilometri di monti e altopiani bruciati dal sole dove i 44 gradi erano la costante, e le distanze da percorrere che non scendevano mai sotto i 40 Km giornalieri arrivando ad un massimo di 63 Km per il semplice fatto che tali erano le distanze che separavano un piccolo abitato dall’altro, in mezzo niente!
Così ho ammirato e vissuto i luoghi più duri e selvaggi della Spagna, boschi immensi di querce, altopiani assolati e sconfinati, vallate piene di natura selvaggia e acqua, cime fredde e ventose, fiumi, laghi, ponti di epoca romana e monumenti di cui la Spagna orgogliosamente ha cura, ho attraversato città bellissime assaporando cibi e luoghi a me sconosciuti, visitando cattedrali e monumenti di rara bellezza, siti sacri dove ho avuto il privilegio di trovarmi assorto in preghiera, fra queste Siviglia, Mérida, Càceres, Salamanca, Zamora, Granja de Moreruela dove si divide il cammino Sanabrese dal francese, Ourense, monasteiro de Oseira, che sono solo alcune delle città maggiori, e dopo Santiago a Finisterre e Muxia ho ammirato l’Oceano, per fare ritorno a piedi ancora a Santiago.
Ho vissuto due mesi in terra di Spagna di cui 39 giorni passati a camminare, le mie tappe iniziavano alle 4.30 del mattino e nella notte solo, sperso in quei luoghi bui e a me sconosciuti godevo della compagnia di Venere che da lassù mi indicava puntualmente il cammino e della luna calante che presto avrebbe ceduto il passo alla luce del sole.
Ho vissuto in solitudine per vie e luoghi d’incanto ma che si sarebbero potuti trasformare in un inferno anche se solo avessi preso una semplice storta, ma questo non è accaduto, così adesso con sei compostele nuove appese alle pareti del mio studio, medito su una nuova avventura, sul mio prossimo sogno.

Si chiude così il racconto di Carmelo Eduardo Maimone e non possiamo che complimentarci con lui augurandogli nuovi traguardi nel suo percorso di vita e nel suo cammino spirituale.