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Il fenomeno migratorio, in atto in questi ultimi anni rappresenta un evento societario in grado di incidere radicalmente sulla struttura culturale e sociale del mondo occidentale.

La storia dell’immigrazione non è solo la storia delle persone che emigrano, ma è anche la storia dei territori in cui si recano e dell’impatto che hanno sui territori stessi. Per capire l’impatto degli immigrati è innanzitutto necessario capire le culture che portano con se dai propri paesi di origine. Nell’opera del Maestro Salvatore Celi di Castroreale, denominata “Accoglienza”, (edita nel mese di luglio 2017), avente come soggetto il tema dell’immigrazione, viene rappresentato un passaggio verso un tempo di stabilità, fissando l’immagine del momento della visione della salvezza. Il contenuto dell’opera è composto da quegli istanti che si fermeranno per sempre nella psiche del migrante che, dopo la peripezia del viaggio, trova e percepisce che una nuova terra, e cioè la terra della libertà, darà nuova linfa alla speranza di un futuro migliore. La finestra che si apre verso la libertà rappresenta il passaggio verso la certezza della liberazione, un ponte che si apre verso l’affrancamento della condizione di schiavitù. Ciò, quando tutto intorno le tracce sono di guerra e di oppressione, memoria del passaggio e dell’aspettativa di salvezza! I muri impestati di sangue rappresentano la presenza della guerra, la chiusura culturale di coloro che sono operatori di morte, mentre una mano si eleva al cielo per chiedere aiuto e dal cielo squarciato una mano umana (in quanto l’autore si professa essere ateo) si presta a dare aiuto ai poveri naufraghi. Il tema delle mani è assai ricorrente nelle opere del maestro Celi, infatti dal mare un barcone mutatosi in mano viene accolto da una lingua di sabia che immediatamente si muta anch’essa in una accogliente mano. Sulla sinistra, dell’opera “Accoglienza”, una finestra aperta, appesa a una cerniera, sta a rappresentare il legame tra il terreno e il meta-terreno. Il tema delle mani, ancora una volta, si manifesta anche dentro la finestra e ciò a indicare il legame tra le due razze umane che vengono unite dalla strada del dialogo. Un dialogo aperto verso il cielo, tant’è che un occhio viene rappresentato in un’ala della finestra e nello specifico nell’anta sinistra. Un albero, come un monumento, sta a rappresentare l’accoglienza e il rifugio dal cocente sole, infatti ai suoi piedi una ombra è pronta a dare riparo e ospitalità agli immigrati desiderosi di approdare in luoghi fausti. Un altro elemento assai importante è rappresentato da un uomo reggente un cartellone ove palesa la seguente frase: “Accoglienza, dovere morale”! Nello sfondo dell’opera, il tema della guerra è palesato da una forte esplosione e da una fumata bianca. In alto sulla destra la luna nera, frutto di negatività, che viene inquinata dal fumo bianco, il quale da dietro le montagne si eleva verso di lei come a volerla inquinare e soffocare. Il Maestro Salvatore Celi, o Magritte “Redivivo”, è un genio enigmatico, un surrealista di una lucidità impressionante. Le sue opere sono caratterizzate da chiavi, serrature, porte, cornici di quadri, figure di uomini misteriosi, avvolti da una macabra penombra. Il “Redivivo” sovente invita a oltrepassare il confine, a varcare la soglia, a penetrare la realtà, a lasciarci alle spalle un presente negativo sospeso tra la veglia e il sonno e a navigare verso la salvezza nel bello, nell’arte e nel mistero. Con il pittore castrense si viene a ricevere l’invito a vivere nel già e nel non ancora, che nella notte della contingenza si nasconde e nel giorno dell’odissea si disvela!

Salvatore Bucolo