Condividi:

Non si placa il dibattito politico e cittadino intorno alla questione della paventata chiusura del Pronto Soccorso. A Palazzo Longano, intanto, è in programma per domani sera un consiglio comunale straordinario, fissato dal presidente Giuseppe Abbate, al fine di fare il punto sullo stato dell’Ospedale ‘Cutroni Zodda’ e capire quali le soluzioni da proporre o anche le forme di protesta da intraprendere.

Mentre in città cominciano ad organizzarsi le forme di protesta dal ‘basso’, messe in atto da semplici cittadini, a partire infatti dallo scorso fine settimana quando un gruppo di barcellonesi ha voluto fare un sit-in davanti al Pronto Soccorso del ‘Cutroni Zodda’, grazie ad una proposta lanciata sui social. “Tanto non si ha bisogno di un pronto soccorso fino a quando non capita di scoprire che per essere assistito subito devi essere almeno politraumatizzato, – a parlare è Gaetano Mercadante, uno dei promotori della protesta – che se vai solo per uno o due punti di sutura rischi davvero di dover aspettare ore e ore. La gente non ha ancora percepito questa realtà, non ha capito che il PS di Milazzo – attacca Mercadante – non può smaltire le esigenze sanitarie di un bacino di oltre 100.000 persone. Si chiuderebbe Barcellona senza potenziare Milazzo con almeno altre 4 sale di intervento compresa la rianimazione (ho sentito dire che milazzo non ha sala di rianimazione. verificare). Il punto di oggi nasce dal voler censire le persone, a quanti sta a cuore questo problema ormai così assorbito dalle vicende politiche da aver estraniato la gente comune. Si voleva risccaldare un ferro che si era raffreddato, oggi eravamo in pochi perchè tutto è nato all’improvsi alle 22 di ieri sera. Ho scritto un post domani dopo il caffè vado a sedermi davanti al PS di Barcellona… se qualcuno vuole farmi compagnia. Nessun tam tam mediatico ma nonostante avrò contato un centinaio di persone che durante la giornata si sono alternate e hanno ripreso conoscenza della situazione. Anche assessori e consiglieri si sono fatti vedere ed hanno manifestato il loro plauso. La gente deve essere correttamente informata e far capire che non siamo numeri – conclude – (22000 si, 220000 no e mi riferisco alle statistiche regionali per considerare un ospedale attivo o da chiudere). Siamo persone, non numeri, siamo consapevoli e prima di prendere decisioni dal sapore elettorale (regionali) che facciano i conti con quanti voti potrebbero perdere”.

Infine da ieri sera, è nato sempre sul noto social network Facebook, il gruppo ‘Giù le Mani’ con tanto di foto del PS di Barcellona, che ha già raccolto più di 4000 membri, punto di riferimento al fine di far prendere coscienza maggiormente i cittadini del rischio e per raccordarsi sulle nuove iniziative da adottare in caso di immobilismo delle istituzioni nazionali e regionali.