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Paura  e preoccupazione nella ridente cittadina di Oliveri dopo la scoperta di cinque casi positivi al Covid-19. Dalle prime ricostruzioni si tratterebbe di una conseguenza del focolaio esploso all’Ortopedico di Ganzirri.

Sabato scorso la scoperta del primo caso di positività. E’ un paziente dimesso dallo Iomi che era entrato per poche ore a contatto con uno dei tre catanesi ricoverati all’ospedale di Ganzirri e risultati poi affetti da Covid.

Il paziente messinese, era stato dimesso dopo il tampone risultato negativo ed è tornato a casa. Qualche giorno dopo comincia ad accusare i primi sintomi, viene sottoposto nuovamente a tampone che stavolta dà esito positivo. L’uomo è stato immediatamente isolato e si è proceduto con i tamponi al nucleo familiare. Cinque in tutto i casi risultati positivi fino ad oggi ma le rilevazioni diagnostiche continueranno nei prossimi giorni.

Si sta procedendo infatti ad ulteriori tamponi perché i componenti del nucleo familiare sono nove residenti in quattro distinte unità abitative e si sta cercando di risalire ai possibili contatti per interrompere la catena dei contagi.

Nessuno delle persone risultate positive sta male, tranne il caso indice, che è stato posto in isolamento presso il proprio domicilio, monitorato e controllato anche dalle forze dell’ordine.

Proprio nei giorni scorsi il territorio di Oliveri si era dichiarato di nuovo “Covid Free” dopo un caso positivo riscontrato il 15 giugno scorso. Lo aveva comunicato il 7 luglio il sindaco Francesco Iarrera.

Il primo cittadino Iarrera su Facebook, racconta l’iter della storia e cerca di tranquillizzare la comunità, visitatori e i turisti sempre più numerosi in questo periodo della stagione estiva: “Ci sono 5 persone con Coronavirus, tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare. Ho aspettato fino a ora per attendere gli esiti delle contro analisi, prima di darne notizia. Per chiarezza vi racconto quanto accaduto: una storia scritta a quattro mani, fra Pirandello e Kafka. Giorno 17 Luglio (era anche venerdì), un signore si ricovera all’Ortopedico di Ganzirri per un accertamento. Prima del ricovero lo sottopongono a tampone: negativo.

Il signore parte da Oliveri senza alcun contagio. Si ritrova a condividere la camera con altre tre persone. Uno di questi la sera stessa presenta sintomi influenzali: respira male, tossisce e ha la temperatura leggermente alta. Sembrano sintomi da Covid e il personale sanitario dispone i tamponi per i quattro occupanti la camera. Tutti positivi tranne quello del nostro concittadino.

Il 18 Luglio lo trasferiscono in un’altra area dell’ospedale, per tenerlo al sicuro. Giorno 22 Luglio è sottoposto ad un secondo tampone: negativo anche questo. Lui sente crescenti voci di altri casi accertati in ospedale ma in altre aree. Inizia a pensare che a diffondere il virus sia una persona che girava liberamente fra i reparti. In effetti, poco dopo, lo informano che un infermiere è risultato positivo. Questo conferma le sue preoccupazioni e spaventato chiede di essere dimesso.

Lo accontentano, purtroppo. È il 23 Luglio. La moglie mi contatta e mi spiega la vicenda. Il racconto è puntuale ma per certi versi paradossale. Non mi sento sicuro e concordiamo che il marito rispetti un isolamento volontario, per non rischiare. Lui si trasferisce in una abitazione privata.

Il giorno dopo, 24 Luglio, è contattato dai medici che gli propongono, anche loro, un isolamento e successivo, nuovo, tampone. Il 25 Luglio riceve l’esito ed è positivo. Io non ricevo alcuna comunicazione prima di Lunedì, giorno in cui scopro della presenza di un caso positivo nel territorio che rappresento.

A questo punto con il centro Covid di riferimento e l’Usca inizia un fitto scambio di chiamate e mail, con l’obiettivo di interrompere immediatamente le linee di contagio con l’esterno. Restano da studiare altre due persone che potrebbero essere state a contatto con il nostro sfortunato concittadino e il quadro sarà completo.

C’è stata un po’ di confusione ma ora la situazione è sotto controllo. I cinque componenti della famiglia stanno bene. Solo uno di loro ha un po’ di febbre e tosse. Nulla di grave. Quattro sono del tutto asintomatici, a conferma che malgrado il virus sia ancora presente, non faccia più paura come prima.

Una breve riflessione. Tutte le attività stanno facendo enormi sacrifici per ridurre i contatti. Gli eventi sono organizzati – conclude Iarrera – cercando di limitare al massimo i rischi. Ci salutiamo come dei robot, stiamo a distanza siderale dagli altri. Tutti stanno facendo la propria parte. Lascia spiazzati che il contagio sia avvenuto in Ospedale.”