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Salgono a sei i casi di positività al Coronavirus a Messina e provincia. Sono in tutto quattro nella città dello Stretto, il terzo è la moglie dell’ex professore universitario, un medico in pensione, che si è auto-presentato al Policlinico, risultando positivo al tampone. L’uomo doveva essere trasferito a Catania ma non c’era posto quindi è rimasto in isolamento al Policlinico. Adesso c’è anche la moglie.

Il docente in pensione positivo al test era entrato in contatto con l’ex collega anch’egli contagiato che si trova invece in quarantena nella propria abitazione. Quest’ultimo è stato infettato dal figlio, tornato da un viaggio all’estero.

Il quarto caso invece è stato riscontrato all’ospedale Papardo: si tratta di una 27enne tornata dal Nord. Il bilancio nel messinese alla mezzanotte, è di sei persone positive al Coronavirus, ai quattro del capoluogo vanno infatti aggiunti i due positivi a Sant’Agata di Militello, il vigile del fuoco rientrato da Roma e la moglie.

Il Comune di Messina intanto ha istituito il numero 09022866 per la comunicazione e gestione di tutte le necessità derivanti dalla situazione epidemiologica del Covid-19. «Se provenite da zone rosse, avete l’obbligo di comunicarlo al vostro medico curante e mettervi in auto isolamento per la durata di 14 giorni – recita il comunicato . – Se le vostre condizioni di salute durante l’autoisolamento peggioreranno, dovrete comunicarlo immediatamente all’Asp al numero 1500 al vostro medico curante. Se durante l’autoisolamento avete difficoltà ad attendere alle attività quotidiane come rifornirvi di generi alimentari, gettare i rifiuti, acquistare farmaci, fronteggiare guasti, mancata fornitura di acqua o altre necessità, chiamate il numero 09022866».

Vi raccomandiamo di rispettare le prescrizioni dettate dall’Oms per la prevenzione del contagio: Lavarsi spesso le mani; Osservare la distanza minima di 1mt dalle altre persone; Evitare i luoghi affollati e gli assembramenti; Non toccarsi bocca, occhi e naso; Starnutire avendo cura di farlo nell’incavo del gomito; Uscire di casa solo se strettamente necessario.Il rispetto di queste regole serve a tutelare se stessi e tutti gli altri. Senza paura ma con attenzione e prudenza, supereremo questo momento straordinario di emergenza sanitaria”.

Diocesi di Messina, stop a messe e funzioni religiose a Messina e provincia. Nel durante in serata il comunicato della Conferenza episcopale ha chiarito che “l’interpretazione fornita dal governo include le Messe e le esequie tra le cerimonie religiose”. “Sospese a livello preventivo sull’intero territorio diocesano di Messina, fino a venerdì 3 aprile, le Sante Messe e le altre celebrazioni liturgiche, ivi comprese quelle funebri”, a causa dell’emergenza coronavirus. L’ufficializzazione dell’arcivescovo, Giovanni Accolla, è arrivato in serata attraverso un comunicato che recepisce le disposizioni della Conferenza episcopale italiana, che fanno proprie le disposizioni contenute nel Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri Conte entrato in vigore oggi.

“Per non fare mancare la preghiera per i defunti – spiega l’arcivescovo Accolla – si può celebrare il rito delle esequie davanti al carro funebre sul sagrato delle chiese o al camposanto, osservata la distanza di sicurezza tra le persone di almeno un metro. I luoghi di culto – aggiunge il presule -possono restare comunque aperti, per consentire la preghiera personale e per implorare dalla misericordia divina la rapida cessazione di questa epidemia, la guarigione dei malati e il sostegno per l’opera del personale sanitario”.

Oggi le Sante Messe nella diocesi di Messina sono state celebrate. La Conferenza episcopale italiana ha chiarito che “l’interpretazione fornita dal governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le cerimonie religiose. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto – scrive la Conferenza episcopale italiana – è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica”.