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Un nuovo, prestigioso riconoscimento giunge ad arricchire il già lungo e cospicuo curriculum artistico-letterario di Antonio Catalfamo, poeta, scrittore, docente universitario barcellonese. Il 24 marzo scorso gli è stato consegnato da un’autorevole giuria il Premio «I Murazzi», sezione «Saggistica edita», per il volume «Giacomo Leopardi. Poesia e “ultrafilosofia”» (Solfanelli Editrice, Chieti, 2023).

Si tratta di un premio di rilievo internazionale che, nel contempo, è strettamente legato alla città di Torino, alla sua storia, alla sua cultura, alle sue tradizioni, come testimonia la stessa denominazione, che fa riferimento a quella zona mitica del capoluogo piemontese, I Murazzi, appunto, dove un tempo gli imbarcaderi fluviali erano la sede dei pescatori e che ora è divenuto simbolo dell’incontro della gioventù, sulle sponde del Fiume e nel cuore della Città che ha propiziato il Risorgimento italiano.

Un fiume, il Po, che è stato cantato da grandi scrittori e poeti e che Cesare Pavese, al quale Catalfamo si sente profondamente legato (è stato riconfermato anche per il 2024 coordinatore dell’organismo internazionale che, all’interno della Fondazione Cesare Pavese, pubblica un volume annuale di studi critici dedicati allo scrittore langarolo, al quale collaborano docenti universitari di tutto il mondo),  risaliva in barca, navigando a punta come i sabbiatori, che con i loro barconi cavavano dal fondo la sabbia necessaria per le costruzioni civili ed industriali.

La premiazione si è svolta alla Casa dei Lettori, prestigiosa istituzione culturale che ha sede nel pieno centro di Torino, nel secentesco Palazzo Graneri della Roccia, commissionato da Marc’Antonio Graneri d’Entremont, abate ed Elemosiniere di Corte presso la Casa Reale, al famoso architetto Giovanni Francesco Baroncelli, davanti ad un pubblico numeroso e qualificato, che affollava addirittura due sale contigue, collegate attraverso un maxi schermo.

L’albo d’oro del premio annovera tra coloro che l’hanno ricevuto, nel corso degli anni, personalità del calibro di Corrado Calabrò, Sergio Zavoli, Giorgio Bárberi Squarotti, Claudio Magris, Silvio Ramat, Maurizio Cucchi, Milo de Angelis.

Antonio Catalfamo era presente alla premiazione ed ha ritirato di persona l’ambito riconoscimento, che gli è stato assegnato con la seguente motivazione: «Opera di straordinaria rivalutazione dell’intero messaggio di “pensiero poetante” del Recanatese, che supera di gran lunga la visione di poeta lirico forgiata da Benedetto Croce e che deriva da un’attenta rilettura di tutte le opere leopardiane, al centro delle quali è giocoforza includere lo splendore illustrativo, poetico e razionale, contenuto nello “Zibaldone”, chiaro esempio ante litteram della cosiddetta modernissima “Intelligenza emotiva”».

In un breve intervento di saluto, Catalfamo ha ringraziato la giuria e il pubblico ed ha inteso dedicare il premio a due personaggi che hanno segnato la sua vita, dal punto di vista letterario e umano: Roberto Roversi, condirettore di «Officina», assieme a Pier Paolo Pasolini e a Francesco Leonetti, il quale è stato prefatore di diverse sue raccolte poetiche e al quale egli ha attribuito il merito di avergli trasmesso il coraggio di essere intellettuale scomodo; Liana De Luca, che, negli anni Novanta del secolo scorso, ha motivato Antonio Catalfamo, incamminatosi sulla strada della poesia, alla quale egli ha dedicato un corposo volume critico.

Il saggio su Leopardi, col quale l’intellettuale poliedrico nostro concittadino ha ottenuto il Premio «I Murazzi», sta collezionando importanti ed approfondite recensioni su quotidiani e riviste specialistiche di fama nazionale ed internazionale. Su questo punto ci soffermeremo nei prossimi servizi.