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Nato nel 1828 a Jasnaja Poljana (Tula) da famiglia nobile, Tolstoj rimase presto orfano. Studiò lingue orientali, poi giurisprudenza, senza arrivare a laurearsi. Frequentò i salotti aristocratici di Mosca e San Pietroburgo; poi nel 1851 si volse alla carriera militare, che abbandonò dopo la guerra di Crimea (1855).

Nacquero allora i Racconti di Sebastianopoli (1855-57) dopo aver offerto invano l’emancipazione ai suoi contadini, servi della gleba, viaggiò in Europa, dove venne in contatto con la letteratura occidentale e con esuli russi votati a idee di riforma sociale. Rientrò in patria nel 1858.

Nel 1862 sposò Sof’ja Bers, dalla quale avrò tredici figli; si stabilì a Jasnaja Poljana, lontano dai centri mondani, dedicandosi con passione all’insegnamento a favore dei figli dei contadini. Nel 1865-69 pubblicò il vasto romanzo storico Guerra e pace e poi, nel 1875-77, Anna Karenina. Intanto la sua inquietudine esistenziale e la sua sensibilità alle grandi questioni sociali sfociavano in un’intensa crisi spirituale: Tolstoj si staccò dalle istituzioni politiche e dalla chiesa ortodossa ed elaborò una concezione religiosa e morale fondata sui valori di solidarietà, non violenza, povertà, tipici del cristianesimo primitivo.

Cresceva intanto il suo prestigio morale  letterario, anche fuori della Russia; nella sua casa di Jasnaja Poljana riceveva visite da intellettuali, religiosi, politici di ogni paese. Nel 1886, con il romanzo breve La morte di Ivan Ilic diede voce altissima al tema dell’avvicinamento alla morte. L’ultimo romanzo fu Resurrezione (1899), i cui diritti d’autore vennero ceduti ai contadini; l’opera esprimeva una passionale protesta contro la Russia zarista e le sue decadenti istituzioni, inclusa la chiesa ortodossa; perciò nel 1901 Tolstoj fu scomunicato. Entrato in contrasto con la moglie e con una parte dei figli, il 28 ottobre 1910 abbandonò, vecchio e malato, la sua casa, ma dopo pochi giorni dovette fermarsi alla piccola stazione di Astapovo, dove morì il 7 novembre, riuscendo a trovare la serenità nell’amore per Pierre Bezuchov. Quest’ultimo, schiacciato dalla sua immensa ricchezza, al fine di dare un senso alla propria vita compie una serie di azioni sfortunate: credendosi destinato a salvare la libertà, fallisce nel tentativo di uccidere  Napoleone; entrato nella massoneria per realizzare un ideale di perfezionamento morale, ne rimane profondamente deluso; e fallisce anche quando, animato da spirito filantropico, cerca di realizzare nei suoi possedimenti radicali riforme. Ma non è operando sul piano pratico che Pierre troverà la soluzione, bensì nella scoperta in se stesso della «fede nella vita» e nella conquista della propria umanità.

Alla luce dell’analisi psicologica, i personaggi di Guerra e pace rivelano il pensiero di Tolstoj e la sua simpatia per tutti quelli che — dal soldato Karataev ai generali Bagration e Kutuzov— sono arrivati all’intima convinzione che solo dalla buona volontà degli uomini può nascere una realtà più positiva.

Guerra e pace è un affresco storico-sociale in cui la struttura e la narrazione degli avvenimenti che si concatenano con fatalità e ai quali si intrecciano le storie personali, fanno del romanzo un’epopea in cui tutti i personaggi hanno una propria individualità da cui traspare la grandiosa immagine poetica e storica del popolo russo.

LEV  TOLSTOJ : VITA  E  OPERE
PRIMO LIBRO – PARTE PRIMA
Temi principali.

Incontro tra Anna Pavlovna e principe Vasilij. Preparazione e ricevimento mondano in casa di Anna Pavlovna. Incontro tra Pierre e Andreij. Bordello da Anatole Kuragin. Richiesta e ottenimento del traferimento di Boris.
Ricevimento in casa Rostov per l’onomastico della contessa e della figlia.
Presentazione famiglia Rostov, Visita di Anna Michoilovna al conte Bezuchov, Contessa Rostova regala 500 rubli ad Anna Michailovna per il figlio Boris. Pranzo in casa Rostov.
Incontro tra la principessina nipote Bezuchov e il principe Vasilij per la questione del testamento del conte.
Cerimonia di estrema unzione al conte Bezuchov. Morte del conte Bezuchov.  Lettera di Julie Kuragin a Mar’ja Bolkonska’ja.
Arrivo della principessa Lise e del principe Anndrej in campagna dal padre. Incontro tra i fratelli Bolkonskij.Partenza del principe Andrej.
Luogo di svolgimento delle scene. Salotto di Anna Pavlovna Scherer.

Casa di Andrej Bolkonskij. Casa di Anatole Kuragin. Casa del Conte Ilya Rostov. Casa del Conte Bezuchov.
Camera della principessina cugina del conte Bezuchov.
Lysye Gory: possedimento in campagna del principe Bolkonskij.
Personaggi che agiscono sulla scena. Anna Pavlovna Scherer: damigella d’onore e persona vicina all’imperatrice madre, Maria Feodorovna. Soprannominata Annette. In casa sua si svolgono i vari salotti dell’alta società. Ha 47 anni ma è ancora una donna entusiasta e piena di vivacità e slanci.

Principe Vasilij Sergeevič Kuragin: un principe che parla in un francese ricercato tipico di una persona invecchiata nell’alta società. Ha il cranio calvo e profumato. Ha sempre un’aria di indifferenza e ironia sarcastica ma ha dei modi di fare aggraziati e familiari.
Hélène Vasilievna Kuragina: figlia del principe Vasilij. Donna bellissima con le spalle piene e la scollatura sempre aperte sulla schiena e sul seno. Grazie alla sua bellezza non pareva ombra di civetteria in lei, al contrario timidezza. La sua bellezza aveva sugli altri un effetto sempre troppo forte e trionfale. Viveva in funzione della società, era una donna immagine dell’epoca.
Principe Hippolite Vasilievič Kuragin: figlio del principe Vasilij, assomigliava alla sorella Helene ma dimostrava di essere un idiota, il suo viso era infatti annebbiato dall’idiozia e dal malumore, il suo corpo era magrolino e fiacco. Occhi, naso e bocca gli stavano sempre contratti in una vaga e malinconica smorfia mentre bracca e gambe gli prendevano sempre delle posizioni innaturali.
Principe Anatole Vasilievič Kuragin: figlio del Principe Vasilij, definito dal padre un “imbecille irrequieto” poiché era sempre coinvolto in bravate di ogni genere: gioco, donne e alcool. Era di una bellezza sorprendente, aveva i capelli biondi e aveva la dote della calma e della sicurezza di sé.
Principe Nikolaj Bolkonskij: molto ricco e avaro, soprannominato “le-roi-de-Prussie”, vive in campagna con la figlia Marja, ha un altro figlio: il principe Andrej Bolkonskij. E’ un vecchietto con le mani minute e asciutte e le sopracciglia aggrondate, era molto intelligente ma ha delle stranezze che rendono pesante il viverci insieme. Era sempre occupato tra studio, giardinaggio, lavori di costruzione e tornio. Con coloro che gli erano vicini era brusco ed esigente.
Principessa Mar’ja Bolkonskij: giovane, ma ormai superata l’età da marito. Aveva sempre una mesta, spaurita espressione che rendeva meno bello il suo viso non bello, magro e malaticcio. Era molto devota alla religione per un tentativo di evasione dal padre e perché la carità verso il prossimo era un modo di riempire di senso la sua esistenza. Aveva gli occhi grandi, profondi e irradianti, erano cosi belli che a volte erano più attraenti di qualsiasi altra bellezza. Era talmente timida che ogni volta che si trovava in qualche situazione imbarazzante il corpo le si riempiva di chiazze rosse.
Mademoiselle Bourienne: dama di compagnia della principessa Mar’ja, orfana e allevata in casa Bolkonskij. Era una graziosa francesina bionda.
Principe Andrej Nikolaevič Bolkonskij: marito di Lisa Un giovane di statura non alta, d’aspetto molto elegante e armonioso, con i lineamenti decisi e bruschi. Sempre annoiato, pacato, malinconico e triste. Era un uomo di straordinaria memoria, cultura e istruzione.
Principessa Lisa Meinen Bolkonskij: la donna più seducente di Pietroburgo, sposata l’inverno precedente con il principe Andreij Bolkonskij e in stato di gravidanza. Aveva un grazioso labbro ombrato da un nero di baffetti, il labbro superiore era più corto rispetto alla dentatura. I suoi difetti la rendevano di una bellezza particolare e unica. Aveva un sorriso lieve e luminoso e i denti bianchissimi. Era piena di salute e vivacità. Aveva bisogno di vivere nei salotti dell’alta società tra ipocrisia, futilità, intrighi, vanità, balli e convenzionalità.
Conte Pierre Kirillovič Bezuchov: figlio illegittimo preferito del conte Bezuchov. Un solido, grosso giovanotto con i capelli tagliati corti e con gli occhiali. Era goffo, alto più del normale, ben piantato e con due enormi mani rosse. Aveva uno sguardo timido, intelligente, osservatore e pieno di naturalezza. Era cresciuto all’estero. Era distratto ma aveva sempre quell’espressione di bonarietà, semplicità e modestia.
Fëdor Ivanovič Dolochov: un uomo di media statura, capelli crespi e con due occhi azzurri splendenti. Era sui 25 anni. Non portava baffi e la sua bocca era di una sinuosità eccezionale. Aveva un’espressione sul viso di fermezza, sfrontatezza e intelligenza. Era compagno di bravate di Anatole Kuragin e siccome era povero viveva insieme a lui. Giocava sempre a tutti i giochi e vinceva. Era stato degradato nell’esercito a soldato semplice per una bravata commessa ai danni di un ufficiale, ma nonostante il brutto carattere stava dimostrando di poter meritare una promozione. Viveva a Mosca con la vecchia madre e con una sorella gobba. Era il più tenero dei figli e dei fratelli. Principessa Anna Michailovna Drubeckoja: anziana principessa appartenente ai migliori casati di Russia, ma era povera e non frequentava più la società. Era tornata solo per cercare di ottenere il trasferimento del figlio nella Guardia. Risiedeva presso i parenti Rostov a Mosca. Principe Boris Drubeckoj: figlio della principessa Anna Michailovna. Alto con i capelli biondi e il viso aggraziato, calmo e fine. Contessa Natal’ja Rostov: moglie del Conte Rostov. Era una donna di tipo orientale dal viso scarno. Era sui 45 anni e aveva avuto dodici figli. L’esiguità delle forze le conferiva un aspetto di deferenza. Conte Il’ja Andreevič Rostov: marito di Natal’ja. Aveva un giocondo viso rasato e lucido con i capelli radi sulla testa calva. Contessa Nataša Rostov: figlia del conte Rostov sui 13 anni. Aveva gli occhi neri, la bocca grande e non bella, le spallucce scoperte, i boccoli neri sfuggiti all’indietro, ed era piena di vita. Conte Nikolaj Rostov: figlio maggiore del Conte Rostov. Era un giovane piuttosto basso, riccioluto e con un’espressione aperta. Sul labbro superiore già stava spuntando una peluria nera e il viso emanava un’impressione di entusiasmo. Contessa Sonja Alexandrovna Rostov: era la nipote orfana del Conte Rostov. Era bruttina e snella con dei lineamenti da miniatura, un molle sguardo ombrato da lunghe ciglia, una grossa treccia nera che le girava due volte il capo, una sfumatura giallognola nella carnagione del viso e delle braccia magroline ma aggraziate. Per l’agilità dei movimenti assomigliava a un gattino non ancora sviluppato. Contessa Vera Rostov: la figlia maggiore del conte Rostov, una bella ragazza tutt’altro che stupida, ben educata, con una voce piacevole e con ottimi studi.
Mar’ja Dmitrievna Achrosimova: soprannominata in società “le-terrible-dragon”, era una anziana donna della società, famosa non per le ricchezze e gli onori ma per la schiettezza del giudizio, per la semplicità dei modi nonché per la sua rozzezza. Era di corporatura massiccia sui 50 anni con i boccoli brizzolati.
GUERRA E PACE

Scritto tra il 1863 e il 1869 e pubblicato per la prima volta tra il 1865 e il 1869 sulla rivista Russkij Vestnik, riguarda principalmente la storia di due famiglie, i Bolkonskij e i Rostov, tra le guerre napoleoniche, la campagna napoleonica in Russia del 1812 e la fondazione delle prime società segrete russe. Tolstoj paragonava la sua opera alle grandi creazioni omeriche, e nella sua immensità Guerra e pace si potrebbe dire un romanzo infinito, nel senso che l’autore sembra essere riuscito a trovare la forma perfetta con cui descrivere in letteratura l’uomo nel tempo.

Denso di riferimenti filosofici, scientifici e storici, il racconto sembra unire la forza della storicità e la precisione drammaturgica (persino di Napoleone si fa un ritratto indimenticabile) ad un potente e lucido sguardo metafisico che domina il grande flusso degli eventi, da quelli colossali, come la battaglia di Austerlitz e la battaglia di Borodino, a quelli più intimi.

Per la precisione con cui i diversissimi piani del racconto si innestano all’interno del grande disegno monologico e filosofico dell’autore,  Guerra e pace potrebbe definirsi la più grande prova di epica moderna, e un vero e proprio “miracolo” espressivo e tecnico. Guerra e pace è considerato da molti critici un romanzo storico (tra i più importanti di tutte le letterature), in quanto offre un ampio affresco della nobiltà russa nel periodo napoleonico.

Rapportato al suo tempo, Guerra e pace proponeva un nuovo tipo di narrativa, in cui un gran numero di personaggi costituiva una trama in cui si dipanavano niente meno che i due capitali soggetti ricordati nel titolo, combinati con argomenti altrettanto vasti, quali gioventù, vecchiaia e matrimonio.

Benché sia tuttora considerato un romanzo storico, esso infrangeva così tante convenzioni di tale genere, che molti critici coevi non ritenevano di potervelo annoverare.

The announcement of Lev Tolstoy’s death in a newspaper, November 7, 1910. Found in the Collection of State Museum of Leo Tolstoy, Moscow.
Controversie sul significato del titolo
Le parole russe per “pace” (pre-1918: “) e “mondo” (pre-1918: , che include il significato di “mondo” nell’accezione di “società secolare”) sono omofone, e in seguito alla riforma dell’ortografia russa del 1918 si scrivono anche allo stesso modo, il che ha dato origine alla leggenda metropolitana diffusasi in Unione Sovietica che il manoscritto in principio si chiamasse “Война и міръ” (e quindi il titolo del romanzo dovesse essere correttamente tradotto come “La guerra e il mondo”, oppure “La guerra e la società”).

A far giustizia di un tale equivoco, il fatto che Tolstoj stesso ebbe a tradurre il titolo della sua opera in lingua francese con l’eloquente espressione “La guerre et la paix”. Una parte di responsabilità di questa confusione va fatta ricadere sulla popolare trasmissione televisiva a “quiz” sovietica – Cosa? Dove? Quando?), che nel 1982 presentò come “risposta esatta” la variante semantica “società”, fondandosi su un’edizione del 1913 che conteneva un refuso in una pagina isolata. L’episodio si replicò nel 2000, alimentando ulteriormente la diceria.

Genesi
Tolstoj cominciò a pensare a un vasto romanzo storico dopo la guerra di Crimea, nel 1856, quando i decabristi, promotori della rivolta del dicembre 1825, tornarono dalla deportazione. Così scrisse 3 capitoli, I decabristi, ambientati nel 1825: il protagonista del racconto doveva essere un uomo che aveva partecipato alla campagna contro Napoleone nel 1812, nel quale si investigavano le cause dei moti antizaristi. Per farlo, Tolstoj doveva ricostruire la sua infanzia, risalendo al 1805. La prima redazione, Tutto è bene quel che finisce bene (pubblicata in Italia da Marsilio col titolo 1805), prevede che Andrej e Petja non muoiano. L’autore, a questo punto, trasformò quello che era un romanzo nobiliare in un nuovo genere che contemplava la fusione dell’azione romanzesca, del materiale storico — la storia complessiva della Russia del 1812, al tempo dell’invasione napoleonica — e del discorso filosofico che gli premeva, compenetrandoli all’interno delle sezioni del romanzo[1].

Lingua

Sebbene la maggior parte del libro sia scritta in russo, significativi brani di dialogo — compreso l’incipit del romanzo — sono scritti in francese. Questa scelta rifletteva la realtà d’uso dell’aristocrazia russa nell’Ottocento, che usava la lingua franca delle classi colte europee, secondo i dettami della “buona società“. Lo stesso Tolstoj fa riferimento a un gentiluomo russo costretto, da adulto, a prendere lezioni della sua lingua madre nazionale. Meno realisticamente, ma seguendo un consolidato uso letterario, i francesi descritti nel romanzo (Napoleone compreso) si esprimono talvolta in francese, talvolta in russo.

Introduzione
Il libro racconta la storia di alcune famiglie aristocratiche russe, e la loro reciproca interazione. Più procedono gli eventi, più Tolstoj nega ai protagonisti ogni facoltà di scelta: tragedia e felicità vengono rigidamente determinati da una sorta di fato, o, se si vuole, necessità immanente.

Il testo russo standard è diviso in quattro libri (quindici parti) e due epiloghi. Mentre approssimativamente i primi due terzi del romanzo hanno ad oggetto personaggi rigorosamente di fantasia, le ultime parti — ed anche uno dei due epiloghi — si cimentano sempre più spesso in saggi molto controversi sulla natura della guerra, del potere politico, della storia e della storiografia. Tolstoj interpolò questi saggi con il racconto in un modo che sfida la fiction convenzionalmente intesa. Alcune versioni ridotte tolsero del tutto questi saggi, mentre altre (pubblicate quando l’autore era ancora in vita) si limitarono a trasferirli in un’appendice.

Portrait of the author Count Lev Nikolayevich Tolstoy . Found in the Collection of State Museum of Leo Tolstoy, Moscow.

Trama una soirée presso Anna Pavlovna Scherer nel luglio 1805. Pierre Bezuchov è il figlio illegittimo di un conte benestante che sta morendo di ictus: egli rimane inaspettatamente invischiato in una contesa per l’eredità del padre. L’intelligente e sardonico principe Guerra e pace mescola personaggi di fantasia e storici; essi vengono introdotti nel romanzo nel corso di Andrej Bolkonskij, marito dell’affascinante Lise, trova scarso appagamento nella vita di uomo sposato, cui preferisce il ruolo di aiutante di campo  del Comandante Supremo Michail Illarionovič Kutuzov nell’imminente guerra contro Napoleone. Apprendiamo pure dell’esistenza della famiglia moscovita dei Rostov, di cui fanno parte quattro adolescenti. Fra loro, s’imprimono soprattutto nella memoria le figure di Natal’ja Rostova (“Nataša”), la vivace figlia più giovane, e di Nikolaj Rostov, il più anziano ed impetuoso. ‘Colline calve’), il principe Andrej affida al proprio eccentrico padre, ed alla mistica sorella Marja Bolkonskaja, sua moglie incinta e parte per la guerra. Uno dei personaggi centrali di Guerra e pace è senz’altro Pierre Bezuchov. Ricevuta un’eredità inattesa, è improvvisamente oberato dalle responsabilità e dai conflitti propri di un nobile russo. Il suo precedente comportamento spensierato svanisce, rimpiazzato da un dilemma tipico della poetica di Tolstoj: come si dovrebbe vivere, in armonia con la morale, in un mondo imperfetto? Si sposa con Hélène, la bella ed immorale figlia del principe Kuragin, andando contro il suo stesso miglior giudizio. Preso dalla gelosia affronta in un duello il suo presunto rivale e malgrado non abbia mai impugnato una pistola lo vince. Si separa dalla moglie lasciandole metà del patrimonio quando in preda a riflessioni e sommerso da dubbi sulla vita incontra i massoni e ne diventa confratello. Pieno di buone intenzioni tenta di liberare i suoi contadini o servi della gleba ma viene imbrogliato dai suoi amministratori e non ottiene niente per migliorare le loro condizioni di vita, tenta anche di migliorare i suoi fondi agrari, ma in definitiva non ottiene risultati. Il principe Andrej, la cui moglie Lise è nel frattempo morta di parto, rimane gravemente ferito durante la sua prima esperienza guerresca. Decide, in seguito a profonde riflessioni, di dedicarsi all’amministrazione delle sue proprietà; è in questo periodo che inizia a frequentare la casa dei Rostov e si innamora, ricambiato, della giovane Nataša. Amore osteggiato dal vecchio padre di lui, la cui ostilità fa decidere al principe Andrej di separarsi per un anno da Nataša, in attesa che il loro amore si consolidi.

The Ploughman ‘ . Portrait of Russian author Leo Tolstoy as a ploughman. Painting in the State Tretyakov Gallery, Moscow. From “Russian Painting of…
Durante quest’intervallo Hélène e suo fratello Anatole tramano per far sì che quest’ultimo seduca e disonori la giovane e bella Nataša Rostova. Il piano fallisce in extremis; ma Andrej, venutone a conoscenza, ripudia Nataša, che cade in una profonda depressione; tuttavia, per Pierre, è causa di un importante incontro con la giovane Rostova.

Quando Napoleone invade la Russia, Pierre osserva la Battaglia di Borodino da distanza particolarmente ravvicinata, sistemandosi dietro agli addetti di una batteria di artiglieria russa, ed apprende quanto la guerra sia realmente sanguinosa ed orrida. Quando la Grande Armata occupa Mosca, in fiamme ed abbandonata per ordine del governatore Fëdor Vasil’evič Rostopčin Pierre intraprende una missione donchisciottesca per assassinare Napoleone, e viene fatto prigioniero di guerra. Dopo essere stato testimone del saccheggio perpetrato dai francesi su Mosca, con relative fucilazioni di civili, Pierre è costretto a marciare con le truppe nemiche nella loro disastrosa ritirata. Successivamente viene liberato da una banda russa che sta conducendo un’incursione. Andrej, ancora innamorato di Nataša, rimane ferito nella battaglia di Borodino ed alla fine muore dopo essersi ricongiunto a Nataša prima della fine della guerra. Pierre, rimasto vedovo, si riavvicina a Nataša mentre i russi vincitori ricostruiscono Mosca. Pierre conosce finalmente l’amore e sposa Nataša, mentre Nikolaj sposa Mar’ja Bolkonskaja.

Tolstoj ritrae con efficacia il contrasto tra Napoleone ed il (già ricordato) generale russo Kutuzov, sia in termini di personalità, sia sul piano dello scontro armato. Napoleone fece la scelta sbagliata, preferendo marciare su Mosca ed occuparla per cinque fatali settimane, quando meglio avrebbe fatto a distruggere l’esercito russo in una battaglia decisiva. Kutuzov rifiutò di sacrificare il proprio esercito per salvare Mosca: al contrario, dispose la ritirata e permise ai francesi l’occupazione della città. Una volta dentro a Mosca, la Grande Armée si disperse, occupando abitazioni più o meno a casaccio; la catena di comando collassò, e (ineluttabilmente, a giudizio di Tolstoj) ne derivò la distruzione di Mosca a causa di un incendio.

Tolstoj spiega che ciò era inevitabile, perché quando una città costruita in buona parte in legno è lasciata in mano a stranieri, che naturalmente cuociono cibi, fumano pipe e tentano di scaldarsi, necessariamente si attizzano dei focolai. In assenza di un qualche servizio antincendio organizzato, questi roghi avrebbero arso buona parte della città. Dopo gli incendi, l’esercito francese, prossimo allo sbando, tenterà di guadagnare la via di casa, subendo però la durezza dell’inverno russo e le imboscate dei partigiani locali.

Napoleone prese la sua carrozza, con una muta di cavalli veloci, e partì alla testa dell’esercito, ma la maggior parte dei suoi non avrebbe più rivisto la patria. Il generale Kutuzov è convinto che il tempo sia il suo più valido alleato: continua a procrastinare la battaglia campale, mentre in effetti i francesi sono decimati dalla loro penosa marcia verso casa. Sono poi pressoché annientati quando i cosacchi sferrano l’attacco finale, nella battaglia della Beresina.

Personaggi

Conte Pëtr “Pierre” Kirillovič Bezuchov – Uno dei personaggi principali e alter ego di Tolstoj, per quanto riguarda le sue tensioni, le sue lotte, i suoi sforzi. Uno dei molti figli illegittimi del conte Bezuchov, fu il suo discendente preferito.

Anna Pavlovna Scherer – Conosciuta anche come Annette, è la padrona del salotto ove si svolgono la maggior parte delle azioni e degli incontri della nobiltà a Pietroburgo.
Famiglia Bolkonskij

Principe Nikolaj Bolkonskij – Il vecchio padre di Marja e di Andrej, di carattere burbero, bisbetico, operoso, abitudinario e brusco e che incute timore a tutti, nonostante non sia cattivo (capitolo XXII, parte I, libro I); si occupa personalmente e in modo eccessivamente esigente dell’istruzione della figlia. Muore verso la fine del romanzo, assistito da Marja. Principe Andrej Nikolaevič Bolkonskij – Secondo personaggio principale del romanzo, militare, aiutante di campo di Kutuzov nelle guerre napoleoniche. Principessa Mar’ja Nikolaevna Bolkonskaja – Figlia del principe Bolkonskij, è una pia donna a cui l’eccentrico padre cerca di dare una buona educazione. Sono spesso menzionati i suoi grandi occhi attenti, educati, il suo semplice volto, nonché la poca bellezza. Il suo modello è basato sulla madre di Tolstoj, Marija Nikolaevna, nata principessa Volkonskaja[2].

Principessina Elisabeta “Lisa” Karlovna Bolkonskaja – Moglie di Andrej Bolkonskij.
Amalia Evgenievna Bourienne – Donna francese che vive con i Bolkonskij, primariamente come dama di compagnia della Principessa Mar’ja, in seguito intima compagna del vecchio Principe Bolkonskij.

Famiglia Rostov

Conte Il’ja Andreevič Rostov – Il Pater familias della famiglia Rostov.

Contessa Natal’ja (patronimico non noto) – Moglie del Conte Il’ja Rostov, madre dei quattro figli Rostov.

Contessa Natal’ja Il’inična Rostova (Nataša) – Introdotta all’inizio del romanzo come una ragazza bella e romantica, nel corso del romanzo cresce, attraverso le avversità, e raggiunge alla fine la felicità. È abile nel canto e nel ballo.

Conte Nikolaj Il’ič Rostov – Un ussaro, il figlio più grande della famiglia Rostov. Al suo prototipo contribuirà la figura del padre di Tostoj, il conte Nikolaj Il’ic Tolstoj[2].

Contessa Sonja Aleksandrovna Rostova (vero cognome non noto) – Cugina orfana dei figli Rostov Vera, Nikolaj, Nataša e Petja. Il personaggio è ispirato a una lontana parente dei Tolstoj, Tatjàna Aleksàndrovna Jergòlskaja.[3]

Contessa Vera Il’inična Rostova – La figlia più grande dei Rostov.

Petja Rostov – Il figlio più giovane della famiglia Rostov.

Famiglia Kuragin

Principe Vasilij Sergeevič Kuragin – Uomo meschino ed arrivista, è determinato a ben sposare i suoi figli con esponenti della nobiltà russa, nonostante non nasconda qualche dubbio sul carattere di alcuni di essi.
Principessa Hélène Vasilievna Kuragina – Una seducente, bella e immorale donna, con molte relazioni, inclusa (così si dice) quella con il fratello Anatole. In seguito si sposa con il Conte Pierre Bezuchov.
Principe Anatole Vasilievič Kuragin – Fratello di Hélène, molto attraente ma immorale, ricercatore di piacere senza regole.
Principe Hippolite Vasilievič Kuragin – Il più anziano e forse il meno dotato intellettualmente dei figli Kuragin.
Famiglia Drubeckoj
Principe Boris (patronimico non noto) Drubeckoj – Un giovane povero ma aristocratico, determinato a fare la sua carriera, anche a spese dei suoi amici e benefattori.
Principessa Anna Michàjlovna Drubetskàja – La madre di Boris Drubeckoj.
Fëdor Ivanovič Dolochov – Ufficiale, quasi psicopatico, presunto amante di Hélène e amico di Nikolaj Rostov.
Adolf Karlovič Berg – Un giovane ufficiale, che desidera ottenere (sia come prestigio che come potere) ciò che qualsiasi altro potente raggiunge.
Vasilij Denisov – Amico di Nikolaj ed ufficiale, si dichiara a Natasha ma viene da questa respinto.
Platon Karataev – L’archetipo del buon contadino russo, incontrato da Pierre nel campo di prigionia.

Napoleone I – Imperatore dei francesi e comandante in capo delle truppe della campagna di Russia.

Michail Illarionovič Kutuzov – Comandante in capo delle truppe russe.

Osip Bazdeev – Il libero massone che introduce Pierre nel suo gruppo.

Alessandro I – Imperatore di Russia.

Maria Feodorovna – Nata principessa Sofia Dorotea di Württemberg, imperatrice vedova di Russia.