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La Sicilia del secondo dopoguerra moltiplicata per tutti i luoghi del mondo. Potrebbe sintetizzarsi così Ladri Di Merende, ultima fatica letteraria di Pippo Alticozzi, edita da Cavinato Editore International.

Molto profondo il significato del titolo, che esprime in tutta la sua creatività la visione che ha l’autore della vita. Opera fluida, scorrevole, Ladri Di Merende è ambientato in Sicilia, luogo in cui nasce la storia, per poi viaggiare con i personaggi in varie parti del mondo, luoghi in cui si svolgono esperienze toccanti, emozionanti e a volte commoventi. L’immediato dopoguerra italiano è caratterizzato dalla scarsa speranza, dalla solitudine. Le famiglie sono distrutte dagli eventi, decimate e segnate irrimediabilmente dal dolore. Il libro dà l’opportunità a chi ha vissuto quell’esperienza di identificarsi e a chi non c’era di apprendere e poi comprendere quanto importante sia la dignità dell’essere umano, in particolar modo quella dei bambini, che a volte, per cause di forza maggiore, diventano Ladri Di Merende.

Sullo sfondo si agitano sentimenti e valori forse in disuso come l’amore, la famiglia, il lavoro e l’amicizia. L’opera di Alticozzi rappresenta la sintesi perfetta per chi vuole un romanzo completo e pieno di emozioni, da vivere insieme alle riflessioni che ne scaturiscono. Fino ad arrivare alla domanda delle domande: chi saranno mai i veri Ladri Di Merende? A svelarlo sarà un finale sicuramente inaspettato.

Il protagonista è un bambino orfano di guerra che vive con gli zii finché questi ne hanno le possibilità, ma poi viene mandato in un orfanotrofio (per orfani di guerra) e conosce le regole rigide di certi educatori, tanto da ribellarsi alle istituzioni in tutti i modi. Qui conosce Alberto, un ragazzo solo e silenzioso che non sopporta la vita dell’orfanotrofio e che si suicida dopo aver consegnato a Pippo una lettera in cui lo ringrazia per essergli stato vicino e averlo capito. E gli annuncia che lui gli starà sempre vicino. E’ il 5 gennaio. Uscito dall’istituto, Pippo conosce e sposa Aurora, e nasce Piervincenzo. Le cose vanno bene fino a quando c’è il lavoro, ma quando subentrano delle difficoltà economiche la coppia entra in crisi. I due si separano, e Pippo è costretto a emigrare verso il nord alla ricerca di un lavoro. Inizia così la sua lotta per conquistare una posizione decente e poter ricongiungersi con il figlio, che l’ex moglie continua però a mettere contro di lui. Inutile dire che nella sua ricerca di una posizione lavorativa incontra anche delle persone che lo devieranno dalla retta via… Intanto Alberto continuerà a mandargli dei segnali… e Pippo sa per certo che il suo amico lo sta proteggendo dall’altro. Quando tutto sembra irrimediabilmente perduto, avviene infatti il miracolo. Esattamente la vigilia della Befana, il biglietto della Lotteria che Pippo aveva acquistato in precedenza risulta quello vincente. La sua vita è completamente stravolta, soprattutto dal punto di vista economico. Nel frattempo s’innamora nuovamente e con questa donna tenta di riavvicinarsi al figlio, ma senza successo. Pippo muore con questo grande dolore. Ma la sua compagna riesce dove lui non è riuscito. Grazie ai soldi della vincita riesce ad aprire una casa per bambini bisognosi, e il figlio viene così a conoscenza della bontà del padre ormai defunto. Piervincenzo andrà quindi sulla sua tomba a chiedergli perdono e gli prometterà di impegnarsi nel progetto che non era riuscito a portare a termine.

Pippo Alticozzi, nasce a Catania, il 19 luglio del 1953, in un quartiere ghetto della città. Con alle spalle un passato difficile, per oltre un decennio ha prestato servizio come operatore in una comunità di recupero di Trani. In questo periodo, si sposa e diventa padre. Scrive il suo primo libro nel 1994, Sotto La Zampa Dell’Elefante, e nel 1995 pubblica Macchie Sulla Pelle, per poi interrompere per un lungo periodo. Nel 2012, trasferitosi a Genova, riprende la penna in mano e pubblica Dio Mio.

 

Salvatore Bucolo