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Va osservato innanzitutto che l’Antologia della Letteratura in Dialetto Friulano dal 1914 al 1917 di Igor Ghidina è la prima sulla letteratura friulana dal 1945 al 2017 pubblicata in Francia. Vengono presentati ventiquattro poeti, romanzieri e drammaturghi che si sono espressi nell’idioma di un popolo che va annoverato fra le minoranze linguistiche contemplate dall’articolo 6 della Costituzione della Repubblica Italiana.

L’antologia è strutturata secondo criteri tematici e quindi senza una distinzione di genere, al fine di carpire l’anima del Friuli. Difatti, nella prima parte intitolata “L’être au
monde entre introspection etrelation viscérale au Frioul”, sono analizzati i testi che palesano sia l’afflato lirico ed esistenziale che il connubio spesso intenso con il mondo circostante. Alcuni quali Renato Appi e Tonuti Spagnol illustrano un’ontologia dell’effimero che va di pari passo con il giubilo straripante della gioventù, mercé un’evocazione mitopoietica soffusa di nostalgia e di malinconia. Altri poeti, fra cui Umberto Valentinis e Galliano Zof, danno la stura a una contemplazione pancallica del paesaggio friulano, piccolo compendio dell’universo secondo la dicitura icastica di Ippolito Nievo, in sintonia con la raffigurazione intrisa di levità dell’essere amato, sebbene l’impressione di bellezza ineffabile e di rapimento estatico sembri talvolta incrinata dalla caducità. In Amedeo Giacomini, si coglie peraltro la solitudine metafisica che non inibisce comunque anche la propensione all’autoderisione. Il terzo aspetto da considerarsi riguarda l’intreccio fra identità e alterità nei romanzi di Carlo Sgorlon in cui fluiscono personaggi giovanili appartenenti a un Friuli rurale e ligio alla proprie tradizioni, ma pure confrontato a sconvolgimenti antropologici.

La seconda parte di questo dittico chiamata “Mémoire et Histoire, l’épopée des humbles” si impernia attorno all’intreccio fra la memoria e le vicende che hanno segnato la storia del Friuli, quali le due guerre mondiali, conferendo un’aura di dignità inalienabile alla rappresentazione del popolo, spesso oppresso ma idealmente libero. Troveremo quindi dapprima gli scrittori come Maria Forte, Pietro Menis, Dino Virgili e Leonardo Zanier che trasfigurano il microcosmo atavico e l’emigrazione, tratteggiando figure pervase dal senso dell’onore e dall’etica delle responsabilità. Dal canto loro, Alviero Negro e Pier Paolo Pasolini offrono uno squarcio eloquente dei sentimenti del popolo friulano di fronte ai governanti e al flagello della guerra, grazie al verbo incandescente delle loro opere teatrali. Infine, può distinguersi un’ultima categoria di autori incarnati da Celso Macor e Domenic Zannier che fanno leva sulla propria ispirazione lirica non solo per destare compassione e sdegno, ma pure una consapevolezza salvatrice. Certo, siffatta collocazione degli autori non inficia né la peculiarità né i motivi o temi intertestuali che fanno scaturire la relazione intima con il Friuli, fra si staglia la ricorrenza dell’immagine cristica, emblema universale di sofferenza e di riscatto. Pur nell’esiguità del proprio territorio, il Friuli può fregiarsi di una schiera di autori fecondi le cui opere assurgono a valore universale rendendo nel contempo omaggio all’espressività della loro lingua.

Scrive il Prof. Carmelo Aliberti sull’Antologia di Ghidina che si tratta di “un ottimo e preziosissimo lavoro, connotato da una acuta e efficace concretizzazione nello scrutinio tematico, conseguito con una strategia critica capillare e fluida, adoperata dal critico, per far riemergere dalla dimenticanza mortale, poeti e scrittori sommersi che hanno almanaccato e custodito i valori tematici, ora trasparenti nelle pagine degli autori contemporanei del Friuli, che possono esplorare le fonti del pentagramma valoriale dell’anima del Friuli, intessuta di crudo realismo, di genetica religiosità verso la terra madre, la favola, il mito e l’insopprimibile istanza metafisica che attraversa l’intero itinerario creativo degli autore, riscoperti da Ghidina, naturalmente tesi all’approdo nel porto delle certezze ultraterrene. Jan Igor GHIDINA è riconosciuto come uno dei più raffinati critici di italianistica del nostro continente,che ha contribuito, sia come docente, sia come laborioso studioso e operatore culturale eccellente, benemerito per la diffusione della letteratura italiana all’estero, prezioso entomologo degli anfratti dell’anima e della società moderna, flagellata da una frana di certezza, che rischia di trasformare in fantoccio peregrino l’uomo del nostro tempo, sull’orlo del naufragio nei paradisi fatui della menzogna e della felicità, promessa dall’abbaglio dell’onnipotente neocapitalismo.”

JEAN IGOR GHIDINA
ANTOLOGIA DELLA LETTERATURA IN DIALETTO FRIULANO DAL 1914 al 1917. (Edizioni CELIS, UNIVERSITÀ BLAISE PASCAL,  FRANCIA).