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Sulla questione si dibatte da giorni nei Tg e nei programmi di informazione, dopo l’ennesima lunga ed attesa seduta del Consiglio dei Ministri dello scorso 19 marzo che portato all’approvazione del cosiddetto Decreto Sostegni.

In sostanza hanno diritto all’indennizzo, un ampia platea di tutte la attività commerciali, artigiane e professionali che hanno avuto una riduzione almeno pari al 30% del fatturato tra l’anno 2019 ed il 2020.
Per la prima volta, a differenza di quanto avvenuto in passato, questa erogazione a fondo perduto non terrà conto dei codici ATECO ma farà solo riferimento alla riduzione effettiva del fatturato e alla stagionalità delle attività nei due anni in oggetto.
Con il Decreto Sostegni si è cercato, appunto di colmare le disparità tra attività permanenti e stagionali rapportando i valori ad una media mensile dei periodi realmente lavorati.
Ogni soggetto, in base al volume del fatturato, avrà diritto ad una percentuale che oscilla tra il 20% ed il 60% del discostamento mensile tra l’anno 2020 e il 2019.
Il cosiddetto Fondo Perduto verrà erogato, una tantum, direttamente dall’Agenzia delle Entrate a seguito di una precisa richiesta, da presentare esclusivamente in modalità telematica, nei prossimi giorni a seguito della predisposizione di una specifica procedura.
Secondo il Dott. Santi Caizzone, Presidente dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti di Barcellona P.G., “vista l’ampia platea a cui è destinato il fondo perduto e le modalità di calcolo non si può non notare come le somme che verranno realmente erogate saranno al di sotto delle aspettative e lungi dal poter essere considerate quali sostegno o indennizzo alle attività che hanno subito una drastica riduzione dei propri ricavi.
Quindi, al netto della frenesia nelle richieste da inoltrare, e in linea con quanto accaduto con i precedenti “Decreti Ristori” il novello fondo perduto del “Decreto Sostegni” potrebbe rivelarsi come l’ennesima goccia in mezzo al mare”.