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Arriva il tanto atteso riscontro del Ministero dell’Ambiente sulla richiesta del sindaco di Furnari, Mario Foti,  in merito alle informazione ambientali sui pericoli derivanti dalla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea causati dalla mancata captazione del biogas.

“Con nota protocollo n.  6990 del 22.06.2016, nella qualità di autorità sanitaria locale, il sindaco di Furnari comunicava a diverse autorità — Presidente della Regione, Assessore all’Energia e Rifiuti, ARPA Regionale e di Messina — la situazione critica nella quale versa la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, allo stato sottoposta a sequestro da parte della Autorità giudiziaria ma priva delle minime condizioni di sicurezza.

Questa situazione di grave pericolosità – si legge nella nota comunale – risultava da numerose note della Osmon srl, società che gestisce la captazione del biogas nell’invaso e sarebbe stata originata “dall’incuria nella gestione della discarica operata dalla TirrenoAmbiente s.p.a.“  con conseguente   duratura  fuga di biogas   dal corpo della discarica  con ” forte impatto ambientale  e in termini di sicurezza (rischio esplosione), poiche il biogas  prodotto dai rifiuti , che non viene estratto dalla discarica ,trova altre vie di fuga  e si disperde in atmosfera  e nelle aree circostanti”. Ed ancora  “nella mancata attività di manutenzione  della discarica di Mazzarà Sant’Andrea atta a migliorare l’estrazione del biogas ,nella più completa  e rapida estrazione del percolato dalla discarica ed il controllo  e il mantenimento dell’integrità della copertura della discarica  ai fini di limitare il più possibile la fuga di biogas  dal corpo della discarica”.

Prescindendo dal rimbalzo di responsabilità fra la Osmon s.r.l. e la TirrenoAmbiente spa, – il sindaco di Furnari evidenziava – che successivamente al sequestro giudiziario della predetta discarica, era emerso un quadro allarmante caratterizzato da fatti oggettivi riscontrati e consistenti nella carente manutenzione nella gestione della discarica, nella mancata captazione del biogas, nella rapida e completa estrazione del percolato, nella carenza del mantenimento dell’integrità della copertura della discarica, elementi questi tutti che determinano un serio rischio di grave e ulteriore  inquinamento delle matrici ambientali che coinvolgono inevitabilmente la popolazione residente a Furnari.

Proprio per tale ragione, ed avendone specifico e diretto interesse, il sindaco quale autorità sanitaria del Comune di Furnari, chiedeva di conoscere l’attuale livello di inquinamento stante che, com’è noto, la discarica dista a circa 300 metri  dal centro abitato.

Al contempo, chiedeva di essere informato e proponeva  di porre in essere ogni misura atte ad evitare  fattori che incidano sulla qualità dell’aria, con eventuale impatto sulla salute pubblica nell’ambito del territorio comunale.

Peraltro l’Arpa  ST. di Messina, con nota del  3/6/2016, informava il Comune di Furnari della gravi criticità riscontrate nella manutenzione e gestione della discarica, rilevando, altresì, valori di concentrazione del metano ben oltre il limite soglia (2 ppm) sia nel corpo della discarica (10.000 ppm)  che, nel suo  perimetro esterno (con picchi tra 60 e 300 pmm ) in  seguito a ben  3 sopralluoghi effettuati nel maggio 2016.

Non risultando essere state poste in essere le dovute attività necessarie di messa in sicurezza e di eliminazione delle cause dell’incombente rischio ambientale, il sindaco di Furnari evidenziava che le sopra dette condotte poste in essere configuravano  una   lenta e progressiva contaminazione ambientale che integrano il  cosiddetto “disastro innominato”  previsto dall’art. 434 c.p., ipotesi delittuosa questa che deriva non soltanto dal macroevento di immediata manifestazione esteriore che si verifica in un arco di tempo ristretto, ma anche dall’evento, non visivamente ed immediatamente percepibile, che si realizza in un periodo prolungato  che comunque produca una compromissione delle caratteristiche di sicurezza, di tutela della salute e di altri valori della persona e della collettività, tale da determinare una lesione della pubblica incolumità.

Peraltro evidenziava ancora che rientrano nella nozione di “disastro innominato”, i fenomeni derivanti da immissioni tossiche che incidono sull’ecosistema e sulla qualità dell’aria respirabile, determinando processi di  deterioramento dell’habitat umano e della salute della popolazione di Furnari esposta, sin dal 2007, da sempre alle esalazioni odorigene ed inquinanti derivanti dal gas di discarica  e dalle sue emissioni, con notevole grave danno alla salute ed alla qualità dell’aria, ulteriormente  aggravate dai recenti  eventi citati.

Per tutte queste ragioni il sindaco del Comune di Furnari, al fine di tutelare la salute della comunità, l’ambiente e il paesaggio, ai sensi di quanto disposto con il D.lgs. 195/2005 e della Convenzione di Aarhus, formulava richiesta di formale di immediata attivazione dei seguenti controlli da parte dell’ARPA o degli organi ed enti deputati al controllo, chiedendo tutta una serie di controlli sulla predetta discarica, quali : A) una non procrastinabile campagna di monitoraggio della qualità d’aria nel territorio di Furnari con collocazione  di una centralina  fissa, relativamente alla individuazione di tutta una serie di sostanze inquinanti in atmosfera; B) L’integrazione  delle verifiche effettuate in discarica in  relazione alla dispersione ed emissioni diffuse di biogas; C) la necessità di individuare migrazioni di gas  nel suolo e quella di  prescrivere la realizzazione di appositi pozzi di monitoraggio, distribuiti all’esterno del perimetro  e aventi  caratteristiche  e profondità in relazione alle peculiarità geologiche del sito.

Nella ampia ed articolata richiesta il sindaco chiedeva ancora; 1) se  gli organi in indirizzo erano a conoscenza di tali gravi criticità; 2) se le stesse erano state segnalate dal custode giudiziario della discarica, nonché in atto direttore della discarica Sig. Roberto Carenzo; 3) se fossero state comminate sanzioni di natura amministrativa o penale   a carico degli  amministratori della Tirrenoambiente e/o organi di controllo ed a carico del custode giudiziario/direttore della discarica posto che quest’ultimo nella dedotta qualità  ha omesso in passato di impedire e/o denunciare l’abbancamento di rifiuti in area non autorizzata.

Del pari il richiedente,  chiedeva:

  1. Una ispezione straordinaria di natura ambientale e amministrativa sul sito della discarica di Mazzarà Sant’Andrea per verificare misure di sicurezza, prevenzione  e protezione  sui luoghi di lavoro;
  2. copia di tutti i controlli e sopralluoghi effettuati a decorrere dal 01.11.2014 dall’Arpa o da altri organi in indirizzo sugli impianti inerenti la discarica di Mazzarà Sant’Andrea e delle irregolarità riscontrate e delle sanzioni irrogate;
  3. copia dell’autorizzazione alla termodistruzione del gas in conformità al D.L.vo 36/2003 e relativi accertamenti che escludano che le emissioni  in  atmosfera derivanti dalla termodistruzione abbiano  superato  i limiti stabiliti  nell’autorizzazione tenuto conto della temperatura elevata per più tempo raggiunta dalle torce come si ricava negli ultimi report  inviati dalla TirrenoAmbiente spa  nonché i controlli effettuati controllo delle emissione dei fumi nei tre camini.
  4. la quantità, dal 2005 ad oggi, dei RSU conferiti, del biogas venduto, del  biogas bruciato in torcia, del  biogas recuperato a fini energetici;
  5. che il direttore generale dell’Arpa, quale Commissario ad acta del piano-aria, provveda all’inserimento  del Comune di Furnari quale Ente  collaborante ai fini  della redazione  del piano-aria della Regione Sicilia.

Al contempo, si invitavano e diffidavano i direttori generali dell’ARTA, dell’Assessorato all’Energia e il rappresentante legale del Comune di Mazzarà Sant’Andrea, ognuno per quanto di competenza, ai sensi dell’art. 2 comma 9 bis legge 241/90  di concludere il procedimento di chiusura e messa in sicurezza  della discarica,  sostituendosi al soggetto gestore della discarica entro e non oltre giorni trenta dalla ricezione della presente anche mediante ove necessario emanazione di provvedimenti extra ordinem di  Commissariamento della TirrenoAmbiente spa, quale soggetto gestore della discarica e della Osmon s.r.l.: ciò al fine di eliminare il protrarsi di pericoli attuali e concreti.

Si evidenziava che l’articolata richiesta, avanzata ai sensi e per gli effetti della L. 241/90, L.R. 10/91 e D.lgs 195/2005 nonché in ossequio alla normativa sul diritto di accesso in materia di c.d. informazione ambientale, rivestiva carattere d’urgenza poiché viene effettuata anche al fine di tutelare  dinnanzi all’Autorità Giudiziaria competente, i diritti del Comune di Furnari e della sua popolazione residente.

Orbene, nel quasi silenzio dei destinatari della citata nota, con riscontro del 5 settembre 2016, alla richiesta avanzata dal sindaco di Furnari, il Direttore Generale per i rifiuti  e l’inquinamento del Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare, facendo espresso riferimento alla stessa, ha chiesto alla Direzione generale dell’ARPA, Commissario ad acta del Piano Aria Regione Sicilia – Monitoraggi ambientali, manifestando una opportuno e adeguato interesse alla delicata vicenda di rischio ambientale, chiedeva di conoscere ogni eventuale seguito della questione in oggetto.

Le superiori vicende dimostrano che, ancora una volta, i silenzi e le omissioni che hanno consentito alla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea di diventare quel mostro ecologico – conclude la nota – che esiste e ancora si fa finta di ignorare, continuano ancora nel tempo mentre ci si accinge a “spacchettare” l’intera vicenda accontentandosi di individuare responsabilità in personaggi secondari e di comodo, mentre i veri protagonisti di questo disastro ambientale continuano tranquillamente ad agire indisturbati”.