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di Alfredo Anselmo.

“È morta Raffaella Carrà. Aveva 78 anni.” Accendi la tv e vedi questa scritta in sovrimpressione e ti chiedi: “Adesso mi sveglio, sto certamente sognando.” Poi vedi questi pupazzi che fanno televisione oggi, tutti riuniti come se stessero in salotto a degustare un buon the, che sorridono anche (“ma che te ridi, stronzo!”), che disquisiscono effettivamente di Lei, che fanno vedere immagini su immagini di repertorio della Carrà, ripetendo che sì Raffaella non c’è più.

E allora torni alla cruda realtà, vieni catapultato in questa vita spesso terribile ma pur sempre bellissima e pensi che l’immortale Raffaella Carrà è una come noi, soggetta anche lei alle umane pene dell’esistenza terrena. Che però ha tenuto celate ai più sia per discrezione personale sia per lasciare intatta al proprio pubblico quell’immagine di forza, di energia, di positività.

Raffaella Carrà — il cui vero nome era Raffaella Maria Roberta Pelloni — era nata a Bologna il 18 giugno del 1943. Si è spenta alle 16.20 di ieri, lunedì 5 luglio, dopo una malattia che — ha spiegato il compagno di una vita Sergio Iapino — «da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure così pieno di straripante energia. Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre».

Parole di grande intensità che commuovono, che sono un pugno nello stomaco per ciascun italiano, dal Capo dello Stato al Panettiere, dal Direttore della Rai al Netturbino. In serata riaccendi la tv e noti come il TG1 delle 20.00 le dedichi giustamente l’apertura con ben 5 servizi per un totale di quasi 15 minuti, un’infinità per chi conosce la struttura del telegiornale italiano più importante.  Raffaella Carrà lo merita, eccome se lo merita… Lei è stata la “Regina della Televisione Italiana”, era di casa in Rai e per tutto il popolo del Belpaese era e rimane una di casa. Forse l’ultima di quei grandi che oggi latitano. Sui social chiunque, ma veramente chiunque, la sta ricordando, chi con un pensiero, chi postando uno spezzone d’epoca, una sua canzone… ed è giusto che sia così… Raffa è stata, è e sarà sempre di tutti noi.

Non stiamo qui a ricordare tutta la sua straordinaria carriera, per questo ci stanno pensando le tivù, i social, i quotidiani, certo è che con quel ‘Tuca tuca’, con l’ombelico in vista, ha rappresentato la trasgressione, la rottura degli schemi, lei che poi era al tempo stesso figura istituzionale oltre che popolare. E come non ricordare ‘Carramba che sorpresa’ che ancor oggi tentano di imitare senza successo, perché lei aveva stile, classe mentre oggi si privilegia la tv del dolore che sfocia nel trash. E che dire del celebre remix fatto dal dj Bob Sinclair di “A far l’amore comincia tu” ripreso poi da Sorrentino nel film “La Grande Bellezza”.

Avevamo visto Raffaella su Raitre nel 2019 con la sua ultima trasmissione, intervistava con eleganza personaggi famosi, poi a giugno scorso, dalla propria pagina social in occasione del suo compleanno, aveva augurato una serena estate a tutti. Già probabilmente stava male, oggi apprendiamo anche delle sue ultime disposizioni: Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri. In tempi nei quali si scrive su un social anche quando si va a far pipì, la Carrà preservando la propria intimità, il proprio dolore, rappresenta una lezione per ciascuno di noi. Grande fino alla fine.

Ciao Raffa, questa ‘carrambata’ non avresti dovuto farcela… o forse sì… è stata probabilmente la più bella e drammatica… ‘Uscita di Scena’.