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di Alfredo Anselmo 

Signori e signore, buongiorno e benvenuti al grande teatrino della politica!!!

È arrivato il giorno del giudizio per il Ministro della Giustizia, si discute la sfiducia portata avanti dal centrodestra.

Che è un po’ confuso. La Bonino lo vuol cacciare perché terrebbe troppa gente dentro, Salvini perché ne terrebbe troppa fuori.

Alla base di questa mozione v’è soprattutto la questione Di Matteo, che non stiamo qui a ripetervi ma che si sintetizza con l’assunto che il Ministro non avrebbe offerto la guida del DAP al celeberrimo magistrato, perché avrebbe avuto paura dei mafiosi.

Sarà stato incauto, inesperto nella gestione del rapporto con Nino Di Matteo, ma l’immagine di un  Alfonso Bonafede che aiuta la mafia è obiettivamente poco credibile, se non proprio ridicola.

Ma intanto oggi si vota. Ed il governo Conte potrebbe cadere, se passasse la sfiducia.

Tranquilli. Oggi il governo non cadrà. Perché Bonafede rimarrà in sella. Perché non conviene a nessuno che cada il governo. Soprattutto non conviene a Matteo Renzi che in queste ore torna ad essere decisivo, l’ago della bilancia. Per usare un francesismo… oggi Renzi ‘terrà per le palle’, come del resto ha sempre fatto, il governo che ha contribuito a far nascere.

I rumors su un possibile voto di sfiducia da parte di Italia Viva girano da giorni in Transatlantico. Oggi Renzi applicherà uno strategico ‘tira e molla’ fino al momento del suo intervento in Senato, quando, con molta probabilità, non voterà la sfiducia al Ministro pentastellato per il bene del Paese, dirà che vuole ancora una volta il bene dell’Italia. Il bene del Paese… a chiacchiere!

Il suo bene, probabilmente. Perché così otterrà certamente poltrone per i propri amici. Andare a votare a settembre sarebbe la sua fine politica, invece la vicenda Bonafede cade a fagiolo per fargli ottenere qualcosa.

Bonafede sarà ancora Ministro. Conte sarà ancora Premier. Renzi sarà ancora… vivo! Con il suo 2 per cento.

Dal ‘teatrino della politica’ passo e chiudo!