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di Alfredo Anselmo. 

Il tanto atteso 18 maggio 2020 è arrivato. Una data che resterà nella storia del nostro Paese, perché “la Storia siamo Noi”, come scrive/canta il “Principe” Francesco De Gregori. E la storia si fa anche oggi!

Dopo il primo passo verso la Fase 2 avvenuto lo scorso 4 maggio, è  questo il vero momento cruciale nel quale riapre tutto o quasi.

Bar, ristoranti, parrucchieri, chiese, negozi, centri commerciali.

In tutta Italia o quasi.

Il premier Giuseppe Conte in questa circostanza ha voluto dare libertà ai Presidenti delle varie regioni italiane che dettando le linee guida potranno orientarsi liberamente riguardo cosa e quando aprire tenendo conto della specifica situazione territoriale. Ad esempio è da segnalare che in Campania il Presidente De Luca fa slittare di una settimana l’apertura di bar e ristoranti.

Dopo 70 giorni di chiusura sono ben 800mila le attività che tornano in campo. Niente sarà più come prima. Perché noi tutti non siamo più come prima. Il lockdown ha fatto aumentare ansie, paure, incertezze, ed oggi si guarda al futuro con tanti dubbi, uniti certamente all’entusiasmo per il fatto che torniamo a vivere.

Nella nostra Barcellona Pozzo di Gotto sono tante le attività che riaprono e basta gettare uno sguardo sui social per rendersi conto dello stato d’animo di alcuni commercianti della città.

Esmeralda Aliberto ha un notissimo Atelier di Abiti da Sposa e da Cerimonia all’ingresso della città e con grande trasporto emotivo scrive: “Preoccupazione? Si. Paura? Pure. Ma, nonostante l’amarezza generata dalle incongruenze di uno stato burocrate e tributariamente asfissiante ai limite dell’usura (molto veloce e leggero però se, anche nottetempo, decide di aumentare la sua paghetta o i suoi privilegi), è molto più grande la curiosità: voglio proprio vedere tutta questa storia.. fino in fondo! La tradizione commerciale di Barcellona P. G. iniziata nel secolo scorso dai nostri nonni con il commercio di arance e bestiame, unita al retaggio del DNA arabo, fa della nostra città un polo ove confluiscono per gli acquisti tutti i paesi limitrofi. Emozionatissima faccio a me e a tutti gli amici colleghi un enorme in bocca al lupo. La grinta, la passione, la voglia di fare qualcosa di bello e utile per noi e per tutto l’indotto ci dia la forza di ricominciare e il buon Dio ci assista con la Sua Grazia.”

Un messaggio bellissimo proprio perché aperto alla speranza e soprattutto perché condiviso con i colleghi commercianti.

Grande l’entusiasmo da parte di Angela Gitto, titolare di rinomati negozi di Abbigliamento ed Accessori fra i più originali di Barcellona Pozzo di Gotto e dintorni, la quale afferma perentoria: “Sarà un giorno di festa… amici e amiche. Siate felici per tutti noi.”

Andiamo a noi. A tutti noi, cittadini. 

Da oggi niente più autocertificazione, e probabilmente ne sentiremo la mancanza (possiamo sempre fare la raccolta e farne un bell’album ricordo…). Da oggi potremo incontrare gli amici. Prender un caffè al bar. Andare a tagliarci i capelli. Comprare un bel pantalone o quella maglietta che ci piace tanto.

Da oggi tutto sarà normale, o quasi.

Certo non dobbiamo dimenticare di mettere sempre la mascherina e a tal proposito il nostro Presidente della Regione Musumeci ha ‘ordinato’ che è obbligatoria quando siamo fuori e non esclusivamente nei luoghi chiusi. Almeno fino al prossimo ordine. Dobbiamo mantenere le distanze sociali che potremmo chiamare da oggi “distanza di sicurezza”: 1 metro! Si era partiti da 5 metri per i ristoranti con l’Inail pronta a mettere i paletti, poi si è scesi a 3 infine il bonus concesso a tutti dal tanto vituperato governo Conte, 1 metro.

Non vorremmo rivedere le scene di assembramenti senza mascherine di questo fine settimana a Milazzo, o a Messina come documentato dalla nostra attenta corrispondente dalla città dello Stretto Livia Di Vona.

Adesso inizia effettivamente il periodo più “particolare” perché siamo tutti messi alla prova nella libertà delle nostre azioni.

Manterremo le distanze? Indosseremo le mascherine? I commercianti rispetteranno le normative? Andremo veramente a prenderci qualcosa al bar o a sederci in un ristorante? O a comprare in un negozio?

Queste sono le incognite principali, come una incognita è il comportamento del Coronavirus in tutta questa situazione.

È indubbio che qui in Sicilia allo stato attuale ci avviciniamo sempre più al “contagio zero”, ma ricordiamo anche che basta poco, pochissimo, per creare un focolaio. Basta un solo ‘positivo’. Ritorneremmo alla fase 1, a richiuderci in casa, vanificando 70 giorni di sacrifici, Dio non lo voglia!

Per questo continuiamo a predicare senso di responsabilità in ciascuno di noi ma ciò, si badi bene, non equivale a diffondere la paura.

Questa è la fase del coraggio, dobbiamo tornare a vivere ed a far vivere il nostro territorio, comprare siciliano, mangiare siciliano, aiutare i nostri imprenditori. Non dimenticando le oltre 30mila vittime fatte dal Covid-19 ma pensando anche a quelle che potrebbero essere le vittime silenziose del Coronavirus dal punto di vista economico.

E allora oggi che l’Italia riapre, che Barcellona Pozzo di Gotto riapre… proviamo ad aprire anche le nostre menti comportandoci in modo responsabile ma senza isterismi o paure eccessive, perché dobbiamo evitare nuove vittime, nuovi malati ma al tempo stesso dobbiamo scongiurare un crollo dell’economia che significherebbe disperazione per  tanti lavoratori. Che Dio ce la mandi buona con l’intercessione di San Giovanni Paolo II, l’indimenticabile Papa Woytila, del quale proprio oggi ricorrono i 100 anni dalla nascita.