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di Alfredo Anselmo.

In questa significativa foto di copertina possiamo goderci il passaggio di testimone fra Nello Musumeci, Presidente uscente e Renato Schifani che prende il posto del catanese, a sua volta promosso Senatore.

Tutto nella norma si potrebbe dire…ma anche no. Perché in effetti da più parti si era paventato un clamoroso risultato, ovvero la vittoria sul filo di lana, dopo un mirabolante recupero, di Cateno De Luca,  l’ex sindaco di Messina che aveva messo in gioco tutto il proprio futuro pur di riuscire a conquistare Palazzo d’Orleans.

È andata diversamente, purtroppo per lui e gli exit poll della RAI,  che davano uno scarto di ben 13 punti fra i due, a vantaggio di Schifani, e che hanno fatto andare su tutte le furie Cateno, alla fine si sono rivelati veritieri, gettando nello sconforto la piazza di Fiumedinisi ed i tanti followers del candidato di Sicilia Vera.

In serata De Luca ha parlato ai cittadini del suo paese e ai 10000 che lo seguivano sulla propria pagina Facebook ammettendo la sconfitta ma parlando di ‘occasione persa’ per il popolo siciliano. Ha aggiunto che si prenderà una pausa ma al suo ritorno vorrà aprire una ‘scuola di politica’, oltre all’idea di candidarsi a sindaco di Taormina.

Dall’altra parte della barricata intanto faceva specie il sentito ringraziamento di ieri da parte di Schifani ai vari Cuffaro, Lombardo e Berlusconi, potremmo ironicamente dire ‘il nuovo che avanza’ mentre la rivoluzione di De Luca non è stata pienamente recepita e, in verità,  scardinare istituzioni antiche come l’Ars  non era certo cosa agevole.

Il tanto decantato ‘voto disgiunto’ non è stato praticato e quindi le forze in campo,  ovvero le liste, si sono mantenute fedeli al candidato Presidente disegnando una geografia del voto siciliano nella quale i voti di lista riflettevano quelli ai governatori ed alla fine il risultato non poteva che essere quello, il successo di Schifani. Si fermano al 15% sia la Chinnici per il Centrosinistra che Di Paola per i Cinquestelle, che hanno comunque avuto un buon risultato,  togliendo probabilmente voti a De Luca.

8 messinesi approdano all’Ars, a partire dai due Deluchiani, il sindaco di Santa Lucia del Mela, Matteo Sciotto e il presidente di Sicilia Vera Pippo Lombardo che ha battuto l’ex sindaco di Lipari Marco Giorgianni. Un seggio a Forza Italia, quello del capogruppo uscente Tommaso Calderone, che però, eletto alla Camera, lascerà il suo scranno a Bernardette Grasso, che precede Beppe Picciolo. Un seggio anche a Fratelli d’Italia, appannaggio dell’uscente Pino Galluzzo, con Elvira Amata “blindata” nel listino del presidente Schifani.

Conquista un posto all’Ars il Partito Democratico, dove vince Calogero Leanza, figlio dell’ex presidente della Regione Vincenzino, che supera il segretario provinciale Dem, Nino Bartolotta, e l’ex segretario della Cgil Giovanni Mastroeni. Confermato all’Ars anche Luigi Genovese, senza rivali nella lista Popolari e Autonomisti.

Il Movimento 5 Stelle porta a Palermo Antonio De Luca, che grazie al voto di Messina supera Vera Giorgianni e Giovanni Utano), mentre la Lega-Prima l’Italia avrà Pippo Laccoto. Resta fuori  Peppino Buzzanca insieme al deputato uscente Danilo Lo Giudice, nonostante il suo exploit personale, perché la lista Sicilia Vera non supera lo sbarramento su base regionale.

‘Renatino Chi l’ha visto’, passa dall’assenza degli ultimi anni, quando era letteralmente scomparso dalla scena politica italiana e regionale, a sedere sullo scranno più alto di Palazzo d’Orleans. Un Presidente che farà,  come ha dichiarato, da raccordo fra Palermo e Roma, dove vi sarà un governo amico. Adesso non vi saranno più scusanti… l’auspicio è che la Sicilia con Schifani Presidente possa raggiungere importanti obiettivi.