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di Alfredo Anselmo.

Dalla DaD al SaD.
Tranquilli, di lingua italiana trattasi.

Parliamo di scuola ai tempi del coronavirus ed una premessa è doverosa: questa mia riflessione sarà in punta di piedi, con l’umiltà di chi non vive la scuola in prima persona, per cui vanno perdonate eventuali lacune nell’esposizione di fatti anche se in verità devo dire che da qualche tempo in relazione al mondo della scuola regna alta la confusione rispetto a piccole certezze.

DaD sta per Didattica a Distanza.
SaD sta per Sciopero a Distanza.

Il secondo è strettamente legato alla prima ed oggi, lunedì 8 giugno 2020, ultimo giorno di scuola dell’indimenticabile anno scolastico 2019/2020, è stato indetto dalle organizzazioni confederali, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil, Snals e Gilda, il primo e probabilmente ultimo “Sciopero a Distanza” della storia degli scioperi scolastici.

Uno sciopero deciso “last minute” dai ringalluzziti sindacati, che però non contiene il necessario preavviso di 15 giorni ai potenziali scioperanti per cui già in questo ambito è alquanto approssimativo.

Ahh già, ci sono le motivazioni dello sciopero, quelle trite e ritrite da anni e anni: sicurezza, concorsi, professionalità. Questa volta in più c’è la DaD che ha francamente frantumato i marroni. Ma proprio a tutti.

A settembre le scuole vanno riaperte, tutte, di ogni ordine e grado, per tutti, senza riduzione di orario, senza turni, senza didattica mista, senza esternalizzazioni di metà del tempo-scuola. Non c’è più tempo: il governo deve reperire e mettere a disposizione tutte le risorse necessarie: occorre investire in spazi adeguati e in misure di prevenzione, aumentare massicciamente il personale docente e Ata. Amen!

Facile a dirsi, un tantino più complicato a farsi, ulteriore conferma che governare non è affatto semplice. Governare in situazioni di emergenza, ancor meno semplice. Lo capiranno mai?

Torniamo allo sciopero di oggi… Si creeranno situazioni nuove per chi vorrà aderire infatti nello sciopero classico non andavi fisicamente a scuola e quindi restavi a casa, dormivi qualche oretta in più, andavi dall’estetista. Ma in questo caso come si esplicherà la partecipazione alla protesta? Sicuramente non accendendo il computer che negli ultimi tempi rappresenta l’incubo peggiore di docenti, alunni e genitori.
Ma soprattutto dei docenti, diciamolo. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Conosco professori che fra quarantena e Dad sono totalmente sclerati, persi nei meandri del virtuale che ha poco e niente di virtuoso. Questo di oggi sarà probabilmente lo sciopero più bello della loro vita,  potranno sfanculare anche il pc, con tutto il cuore. Ed andarsene a passeggio, o al mare. Perdendo l’ultimo giorno di scuola. E quando gli capita più una botta di culo così.

La Ministra Azzolina va ormai verso un futuro da Giovanna D’Arco ai tempi di pandemia: bruciata su una pubblica piazza perché tutte le colpe sono sue. Avete fatto caso che qualsiasi cosa dica e faccia, per i più sbaglia? Non ci si rende conto che in questa situazione organizzare al meglio un mondo già di per sé complicatissimo come la scuola sia effettivamente un’impresa.

Il Decreto Scuola da lei firmato e già passato in Senato probabilmente molti non lo hanno nemmeno guardato se parlano ancora adesso di bimbi con le visiere di plexiglas, divisi dal plexiglas. Arriveranno ad accusare la Ministra di voler imporre la dittatura del plexiglas. Ma il decreto non dice questo, se solo lo leggessero.

Intanto oggi si terrà lo sciopero probabilmente più inutile di tutti i tempi, (a Messina un Sit-in è previsto per le ore 10.00 davanti la Prefettura), uno sciopero basato sul deja vu, sul trito e ritrito, che viene organizzato dai sindacati di categoria perché probabilmente vogliono dimostrare di essere in vita, quando invece, visto lo stato in cui versa da anni il mondo della scuola, francamente sono morti. Nell’ultimo giorno di questo “particolare” anno scolastico riemergono alzando la testa.

Eh si, signore e signori… oggi è il gran giorno (?) dello Sciopero a Distanza. E sticazzi!