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Nasce a Messina la delega di assessore al mare, che Franco De Domenico assegna al designato Nanni Randazzo, il quale si occuperà, prioritariamente, del “Piano di utilizzo del demanio marittimo”, fondamentale per lo sviluppo futuro della costa siciliana dello Stretto, e dell’erosione costiera, con un approccio più ecologista.

Si presenta subito con le idee chiare Nanni Randazzo, assessore designato nella coalizione di centrosinistra, questa mattina, nel corso di un incontro, non a caso presso la Cortina del Porto, al quale era presenta la vicesindaca Valentina Zafarana e, in video collegamento perché col Covid, il candidato sindaco De Domenico.

“Il mio primo atto da assessore al Mare –ha detto il prof. Randazzo-, sarà quello di portare ad approvazione il Piano di utilizzo del demanio marittimo (PUDM). È delittuoso che una città come Messina, con il numero più alto di chilometri di costa tra le città metropolitane, non abbia un Piano approvato e, soprattutto, valutato sotto l’aspetto ambientale strategico, la Vas”.

“Il PUDM –approfondisce l’assessore designato- è lo strumento per aprire la città davvero verso il suo mare e dare la possibilità alla nostra costa di essere completamente fruita, non solo per i lidi, ma abbiamo la necessità di dare accesso alla gente, allo sport, per l’alaggio delle barche e tantissime altre attività che generano economia. Dal piano, inoltre non si può prescindere”, il docente universitario, infatti, avverte: “C’è una sentenza del Consiglio di stato molto chiara, dopo il 31 dicembre 2023, se non sarà approvato il PUDM, non si potranno più dare concessioni demaniali”.

Randazzo, si sofferma poi sulla questione dell’erosione costiera: “E’ giusto –ha ragionato- che si metta in sicurezza il territorio. Gli abitanti di Galati hanno diritto di vivere in un’area sicura.  Sono stati fatti degli interventi da parte dell’ex amministrazione ma con uno studio attento si poteva arrivare a soluzioni migliori. Con le giunte precedenti –ha voluto precisare il docente universitario-, insieme all’Università di Messina, abbiamo portato avanti per anni un piano di monitoraggio, ottenendo ottimi risultati. L’ultima giunta ha abbandonato il piano di monitoraggio e questo è un grave errore, perché non studiare adeguatamente le cause non ha consentito di mettere in atto tutte quelle attività che si sarebbero potute avviare per mitigare il processo erosivo: il processo erosivo non va trattato solo con i grandi finanziamenti. La costa va gestita giorno dopo giorno, stagione dopo stagione; attivare dei sistemi di spostamento dei sedimenti, assecondando quella che è la naturalità del mare. Con il mio gruppo di lavoro abbiamo collaborazioni con altri colleghi e seguito degli interventi sia a Ischia che nel Lazio, dove abbiamo fatto spostamenti di sedimenti che con cifre assolutamente limitate hanno portato alla buona gestione del territorio. Posso poi citare il piano che ha predisposto il sindaco di San Vito Lo Capo, che ha spostato semplicemente i sedimenti da destra verso sinistra e ha restituito alla fruizione una spiaggia magnifica. La costa messinese non è seconda a nessuno, ha un orizzonte visibile che delinea un paesaggio unico”.

L’altro aspetto attenzionato ha riguardato la questione delle “bandiere blu”. “È vero –ha detto- che è una questione complessa, ma è pur vero che se si propone di fare la bandiera blu a Capo Peloro e per l’accesso alla spiaggia si pongono quattro blocchi di calcestruzzo, accanto si installa una doccia orribile che fa un laghetto ristagnante e poi la prima cosa che si scorge accedendo alla spiaggia sono i rifiuti dei lidi, mi pare impensabile che si possa ambire alla Bandiera blu. Mi sembra fuori da ogni logica”.

L’ultima riflessione di Randazzo è sulla Zona Falcata. “Il mio gruppo di ricerca –ha fatto conoscere- sta lavorando al modello concettuale, dovremmo consegnarlo tra 15 – 20 giorni. Abbiamo tutti i dati per completare, con le colleghe Ida Milone e Cettina De Stefano, l’attività. L’Autorità di sistema portuale dello Stretto ha fatto un grande lavoro, ha completato tutte le analisi e i carotaggi. È una questione complessa, non è una situazione facile, è un’area inquinata, come è normale per un’area industriale abbandonata. Però è un’area che può essere bonificata e lo dico pensando alla prima attività che si potrà realizzare, il restauro dell’area della Cittadella che sarebbe il primo magnifico biglietto da visita per la rinascita di quella zona di Messina. Basta metterci professionalità, tanta passione e sono sicuro che con l’auto dei messinesi che ci sceglieranno potremo realizzarla tutto questo presto. D’altra parte – osserva Randazzo – se oggi possiamo parlare di piano regolatore del porto e di recupero e bonifica della Zona Falcata tutto questo si deve al cosiddetto Patto della Falce voluto dall’ex rettore dell’Ateneo Pietro Navarra, che dopo decenni di stallo ha messo intorno al tavolo tutte le istituzioni che avevano competenza su quella porzione di città. Quell’accordo ha determinato il superamento di profili di contenzioso giuridico che bloccavano ogni azione. Abbiamo superato i veti incrociati. Questo dà la misura di quanto sia importante il dialogo interistituzionale, le potenzialità enormi quando si fa rete. Senza spendere un euro abbiamo dato la possibilità di recuperare e creare ricchezza nei prossimi anni, restituendo una parte importante e anche simbolica di Messina ai messinesi”.

De Domenico, dal canto suo, ha voluto evidenziare la serietà e le competenze di Randazzo, dichiarando di voler costruire un’azione amministrativa basata sulle competenze e non sull’odio e la mistificazione. “C’è una questione di credibilità –ha detto dallo schermo-, Messina merita rispetto, merita persone serie e competenti. Su questo noi vogliamo impostare la nostra azione amministrativa, non sulla furbizia, non sull’inganno e la speculazione. Per questo, abbiamo deciso di nominare in giunta e dare una delega apposita al massimo esperto di erosione costiera e di problematiche legate all’ambiente marino, già consulente della Regione Siciliana”.