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“Questa mattina dal palco di Piazza Cairoli a Messina, Giorgia Meloni ha lanciato l’ennesimo intollerabile attacco al Reddito di Cittadinanza. È inaccettabile che chi, come Giorgia Meloni, vive da decenni solo di politica e percepisce da anni lauti stipendi, si permetta di attaccare le fasce più deboli del Paese che, prima del Reddito di Cittadinanza, non riuscivano neppure a mettere un piatto caldo a tavola. Chi pontifica dai palchi, forse, non conosce la realtà e le difficoltà che vivono quotidianamente milioni di famiglie italiane.

La verità è che, grazie a questa misura, abbiamo finalmente realizzato una rete di protezione sociale in favore di milioni di italiani che vivevano in condizioni di disagio economico. Il Reddito ha rappresentato una vera e propria ancora di salvezza, soprattutto durante i mesi più duri della pandemia e continua a salvaguardare le fasce più deboli della nostra società.

Sono inaccettabili anche le continue strumentalizzazioni e l’ingiusta narrazione alimentate da mesi da Giorgia Meloni che, anche oggi, ha definito il Reddito di cittadinanza uno ‘strumento diseducativo’ per i giovani perché darebbe loro lo stimolo a rimanere a casa sul divano piuttosto che lavorare. Una bufala bella e buona smentita dai dati.

Piuttosto, se si vuole contribuire a migliorare la vita degli italiani è necessario garantire loro condizioni lavorative migliori e dignitose e, in questa direzione, è imprescindibile approvare il salario minimo che rappresenta un’altra battaglia di equità sociale.

Siamo stanchi di sentir dire da alcuni politicanti che i nostri giovani sono fannulloni, che preferiscono stare seduti sul divano a far nulla piuttosto che lavorare. La verità è che, in Italia, ancor oggi, migliaia di lavoratori percepiscono salari da fame, dai 3 ai 5 euro l’ora. Una situazione inaccettabile.

Giorgia Meloni, prima di attaccare, dovrebbe sapere che oltre il 45% dei beneficiari del Reddito di cittadinanza è costituito dai ‘lavoratori poveri’, cioè da persone che un lavoro ce l’hanno, ma ricevono uno stipendio inadeguato che non permette loro di vivere dignitosamente. Non si tratta, quindi, di fannulloni ma di oltre 830 mila lavoratrici e lavoratori italiani.

Per questo motivo, noi del Movimento 5 Stelle abbiamo depositato al Senato il disegno di legge per l’introduzione del salario minimo orario, a prima firma di Nunzia Catalfo, con cui si potrebbe garantire ai lavoratori italiani un salario dignitoso. Ora tocca alle altre forze politiche rispondere al nostro appello, per ridare finalmente dignità alle lavoratrici e ai lavoratori italiani. Aspettiamo una risposta anche da Giorgia Meloni”, così in una nota i parlamentari messinesi nazionali e regionali del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva, Grazia D’Angelo, Antonio De Luca e Valentina Zafarana.

Intanto ieri è stato presentato l’assessore designato alla Scuola nella coalizione di centrosinistra a Messina con Franco De Domenico sindaco. Potenziare i servizi sociali, tempo pieno e fare rete nelle circoscrizioni. Scoperto il camper elettorale per il viaggio elettorale delle ultime settimane.

Alessandra Minniti, assessora con delega alla Scuola, designata nella giunta della coalizione a sostegno di Franco De Domenico sindaco è stata presentata questo pomeriggio. Con l’occasione, Franco De Domenico ha scoperto il camper personalizzato che accompagnerà il viaggio elettorale in queste ultime settimane: “Un idea – ha detto – per stare ancora di più a contatto con la gente e incontrare i miei concittadini in ogni parte della città”.

De Domenico ha espresso soddisfazione per la nomina nella squadra di governo della dirigente scolastica. “Oggi presentiamo l’assessora alla Scuola – ha spiegato il candidato sindaco – è una professionista del settore di primo piano, da tantissimo tempo impegnata nel sociale e dirige uno degli istituti comprensivi tra quelli cosiddetti a rischio. Uno dei nostri impegni del programma – ha ricordato – è l’inclusione sociale, che non può prescindere da un sistema scuola diverso rispetto quello attuale. Messina è una delle città con il più alto tasso di dispersione scolastica in Italia ed è una realtà dove l’edilizia scolastica è carente e ciò si riflette sulla sicurezza degli edifici stessi. Durante la pandemia, inoltre, si è accentuato il divario sociale per molti studenti che non hanno avuto a lungo accesso all’istruzione nonostante gli aiuti statali, che non sono stati trasformati in aiuti per le scuole e per le famiglie. Ciò ha accentuato il divario economico e di accesso ai mezzi della conoscenza. Il nostro obiettivo è essere attenti alla dispersione scolastica, ci attiveremo su questo fronte con tutte le possibilità e gli strumenti a nostra disposizione”. L’aspirante sindaco ha parlato poi dell’importanza della diffusione del tempo pieno, “il vero motore di sviluppo della scuola e in grado di ridurre le disuguaglianze. Con le competenze e l’entusiasmo della professoressa Minniti possiamo fare molto per migliorare il settore e pensare una scuola aperta al territorio, inserisca anche nel più ampio processo di decentramento”.

Alessandra Minniti è entrata nei dettagli dell’idea Scuola per Messina. “La scuola è presidio di inclusione, di legalità e di conoscenza – ha ricordato – ma soprattutto è luogo nel quale si può creare quella saldatura istituto, territorio, terzo settore, tutte quella associazioni e movimenti che vogliono entrare nelle scuole e ‘trovarle aperte’, per intervenire e contribuire ai tanti problemi sociali che abbiamo illustrato”.

“Il primo modo per realizzare questi interventi è sicuramente costruire un network, fare reti orizzontali all’interno dei quartieri, stipulare accordi e convenzioni tra scuola, circoscrizioni, associazioni del terzo settore, movimenti, parrocchie per consentire che, all’interno delle scuole e nel territorio della circoscrizione si realizzino tutte quelle attività che abbiano un risultato di natura formativo e culturale per gli studenti che vivono quel quartiere. Tutto questo è pensato anche nell’ottica educativa degli adulti, perché – ha sottolineato l’assessora designata – sono gli adulti che devono cambiare la loro mentalità. Pensiamo a delle scuole aperte come hub di entrate e uscite di popolazioni, biblioteche, musica, concerti. Pensiamo a convenzioni con imprenditori culturali; guardo alla realtà delle piccole case editrici, ipotizzo la riorganizzazione del ‘SabirFest’ pensato ai tempi dell’assessore Federico Alagna. Ci sono delle realtà, delle energie in questa città che bisogna recuperare e con le quali bisogna tornare a relazionarsi. Mettere insieme le sinergie di Comune, scuole e imprenditoria privata e non tralasciare l’importanza dei progetti e attività di alternanza scuola lavoro”.

Alessandra Minniti ipotizza gemellaggi tra istituti messinesi e reggini: “Fare uscire le scuole dal nostro territorio a gemellarci con Reggio Calabria, realizzare pienamente una realtà di conurbamento. Le scuole poi protagoniste anche della musica. “Abbiamo diversi istituti nella nostra città con indirizzo scolastico musicale, questo è molto importante, ma nessuno ha pensato di metterli in sinergia nemmeno con il conservatorio o con il liceo a indirizzo musicale. Sarà mio impegno realizzare anche questo, perché essere la città della musica non è quando un sindaco si mette a cantare, ma quando gli studenti della città, a fine anno, possono organizzare il loro festival”.

“Quanto finora ho detto è importante anche come strumento di inclusione, ma non basta”, spiega Alessandra Minniti. “Bisogna potenziare i servizi sociali. Le scuole a rischio, come quella che dirigo, sono in continuo contatto con i servizi sociali e con l’Osservatorio sulla dispersione, il Tribunale dei minori e con il Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Questi rapporti istituzionali e di rete però trovano il loro vulnus nell’impossibilità per i servizi sociali di svolgere a pieno il loro ruolo per mancanza di organici. Chiederò in giunta di assumere nei servizi sociali per potere con loro incidere attraverso la figura dell’educatore, colui che va in famiglia, che recupera i bambini, che fa il doposcuola, che aiuta i genitori che non possono accompagnare i bambini a riportarli a scuola”.

Minniti ha ricordato come “il tempo pieno sia uno strumento di civiltà. Messina è tra le ultime città. Qui non abbiamo asili nido e nemmeno tempo pieno, questo è dovuto a mancanza di investimenti, ma anche a una mentalità sbagliata di rassegnazione che si è radicata rispetto questo deficit. Dobbiamo recuperare invece una cultura del pieno impegno e del pieno tempo scolastico, per vari motivi: il primo, didattico più si sta a scuola più i bambini imparano; il secondo, di natura sociale, quanto più i bambini vivono la scuola quanto più questo si riflette in modelli di comportamento che poi loro riportano a casa; terzo, per l’occupazione dei docenti, ma anche del personale delle mense scolastiche. Il tempo pieno innesca un circolo virtuoso sotto molti aspetti. Il tempo pieno ci fa diventare una città davvero moderna. Una città che merita una scuola moderna, una scuola inclusiva, una scuola dinamica”, ha concluso l’assessora scelta da Franco De Domenico nella coalizione di centrosinistra a Messina.