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Messina non potrà svegliarsi il 13 giugno leghista è stato il leitmotiv che ha unito gli interventi del segretario del PD, Enrico Letta, dell’onorevole Pietro Navarra e del candidato sindaco Franco De Domenico, sul palco di Piazza Casa Pia, circondato da bandiere del partito, sventolate da tanti giovani festosi, con chiaro riferimento alla coalizione Sicilia Vera-Prima l’Italia.

Ha iniziato tra gli applausi, anche dell’onorevole Valentina Zafarana (M5S), tra il numeroso pubblico, assieme al coordinatore regionale del PD, Antony Barbagallo e quello provinciale, Nino Bartolotta, Navarra, il quale, con riferimento alle solo 4 liste a sostegno di De Domenico, ha voluto evidenziare che il numero delle liste, con evidente riferimento alla numerosità delle maggiori coalizioni avversarie, non ha mai determinato la vittoria, in quanto spesso sono solo numeri, diversamente dal caso del suo candidato dove sono presenti solo persone di spessore che credono nei principi fondanti del programma elettorale “Libertà” e “Sicurezza”, “non sono esclusiva della destra”, consistenti, nel caso specifico, nella “libertà dall’odio, dagli insulti, dalla paura e dall’imbroglio” e nella sicurezza nella formazione, nella salute e nel lavoro.

Diversamente dalle altre coalizioni, ha detto inoltre, la candidatura di De Domenico è propriamente messinese perché nasce a Messina, mentre quelle di Federico Basile e Maurizio Croce sono state volute a Palermo.

“Fate in modo che Messina non abbia un sindaco leghista -ha concluso Navarra-, al limite anche attraverso l’esercizio del voto disgiunto, che nelle ultime tornate si è rivelata la soluzione vincente”. E citando Einaudi ha raccomandato di “cogliere l’attimo fuggente”.

Il segretario del partito Enrico Letta, invece, ha voluto precisare che la coalizione messinese PD-M5S non è finalizzata solamente per la vittoria del 12 giugno, ma è il “cuore di un’alleanza politica nazionale”, che dovrà mettere al centro dei suoi programmi il lavoro e agire per la soluzione dei bassi salari, del lavoro incerto e mancanza di lavoro. In quanto, a suo dire, non è più tollerabile che mentre in Francia e Germania i giovani diventano autonomi intorno a 24 anni e in Svezia a 18, in Italia escono di casa a 30 anni e mezzo. E anche lui ha fatto cenno a Salvini, il cui consigliere diplomatico avrebbe contatti con la Russia, dicendo che “Messina non può svegliarsi il 13 giugno leghista”.

Mai più al governo con le destre, ha detto, la situazione di oggi a Roma e congiunturale perché dobbiamo fare in modo di ottenere i trasferimenti PNNR europei.

Ed ha concluso declinando i principi di “libertà” e “sicurezza” citati da Navarra in solidarietà, inclusione sociale e rispetto, lasciando il palco ad un emozionatissimo De Domenico.

“Il cambiamento che proponiamo è l’uscita dall’oscurantismo -ha detto il candidato sindaco, vogliamo dimenticare il passato e guardare al futuro con un grande programma. 4 sono le liste e 4 è il mio numero fortunato perché 4 sono i miei figli sui quali ho puntato tutto. 4 liste di qualità ed un programma elettorale, sul quale abbiamo lavorato tanto, incentrato sul lavoro, perché come dice il Papa il lavoro dà dignità all’uomo, l’assenza è un’ingiustizia sociale, ci consentiranno la vittoria. Messina è tra le ultime in termini di qualità della vita -ha continuato De Domenico-, è necessario invertire la tendenza in modo che sia attrattiva per le imprese che tendono ad investire dove i servizi, le infrastrutture, l’ambiente sono congeniali allo sviluppo economico. E l’amministrazione comunale di Messina questo lo può e lo dovrà fare, affinchè la nostra città non continui più ad essere solo il crocevia di turisti e merci, ma luogo attrattivo per le sue bellezze e per la sua organizzazione dei servizi e dell’ambiente. Una città “smart” come ormai si suole dire, nel senso di capace di organizzare al meglio le sue risorse nel rispetto dell’ambiente e nell’efficientamento dei suoi servizi, in modo da ritornare ad essere il centro del Mediterraneo, come lo è stata nella storia. De Luca – ha continuato – col suo piano di riequilibrio dell’ente ha bloccato le assunzioni per 3 anni, il nostro invece dovrà consentirle perché non dovrà soffocare la città soprattutto sotto il profilo sociale, quindi cercheremo altre soluzioni per sanare i conti del Comune, che tengano conto delle sofferenze economiche e sociali del nostro territorio. Messina non potrà votare per Salvini, perché ci ha vilipeso chiamando la gente del Sud fannulloni ed incapaci”.

Ed ha concluso citando Carofiglio “Non guardate indietro, ci siete già stati”.

Luigi Politi