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Esito incerto per le amministrative di Messina, con un occhio alle regionali di novembre prossimo e alle politiche della primavera 2023.

Le lacerazioni all’interno del centrodestra, sia sul candidato sindaco che sul nome per la Presidenza della Regione, con estenuanti prove di forza tra FDI, Lega e FI; il gioco d’anticipo e le enormi energie profuse nella campagna elettorale del Sindaco uscente; la vittoria già avvenuta per il candidato del centrosinistra, che è riuscito nella non facile impresa di coalizzare attorno al suo nome i partiti della coalizione.

Sono alcuni degli elementi che rendono difficili i pronostici della vigilia, senza trascurare il fatto che la città di Messina non ha mai occupato i primi posti nelle classifiche sulla qualità della vita, stilate periodicamente dall’Istat e dal Sole 24 Ore, sia coi governi di centrodestra sia con quelli di centrosinistra.

Quindi, cosa farà la differenza domenica prossima?

Ricordiamo che: si voterà solo il giorno di domenica 12 giugno, dalle 7 alle 23, mentre lo spoglio avverrà con inizio alle 14 di lunedì 13 giugno; gli elettori, muniti di tessera elettorale e documento d’identità, riceveranno, per le Amministrative, 2 schede, una per votare il Sindaco e i consiglieri comunali ed una per votare il presidente e i consiglieri della propria Circoscrizione (ci saranno anche 5 schede per i Referendum abrogativi). Si può votare: solo per il Sindaco tracciando una X sul nome oppure sulla lista ad esso collegata; per il Sindaco e la lista, con una X sulla lista collegata (le liste hanno una soglia di sbarramento del 5%). Si può esercitare il voto disgiunto con una X sul candidato sindaco ed una X su una lista non collegata. Il voto per i consiglieri si esprime scrivendo il nome del candidato al consiglio in corrispondenza della lista votata; si possono votare due consiglieri, purché uno uomo ed uno donna. Stesse regole per l’elezione dei presidenti e dei consiglieri delle 6 Circoscrizioni.

Ritornando alla domanda di prima, cerchiamo di analizzare le possibili variabili che determineranno il prossimo primo cittadino del capoluogo, che poi sarà anche il Sindaco Metropolitano di tutta la provincia.

E cominciamo dall’affluenza. Dalle elezioni del 2008, passando a quelle del 2013 e 2018, si è avuto un calo di cittadini che si sono recati alle urne, al primo turno, di circa il 10% (2008, 75,6%; 2013, 70,22%; 2018, 65,01%), una percentuale talmente alta che, se captata, sarebbe determinante. Quale candidato sindaco potrebbe avere tale possibilità? Soffermando l’attenzione sui principali competitori: per il centrosinistra, Franco De Domenico potrebbe fare leva sulle capacità amministrative maturate da direttore generale dell’Università di Messina e sul supporto, tra gli altri, del M5S, che a Messina per le politiche del 2018 raggiunse più di 50.906 voti, un terzo degli elettori e la metà dei votanti; il candidato della coalizione del centrodestra, Maurizio Croce, potrebbe essere convincente per il sua esperienza da Commissario regionale per il dissesto idrogeologico, essendosi interessato per tanti anni di erosione costiera e messa in sicurezza delle zone a rischio franoso, senza dimenticare la pletora di sigle a suo supporto. E poi c’è Federico Basile, il candidato del Sindaco uscente, supportato dalla Lega, dal Partito della Rivoluzione di Vittorio Sgarbi e dal parlamentare europeo Dino Giarrusso, fuoriuscito di recente dal M5S, che potrebbe raccogliere i risultati amministrativi e le energie impiegate dal suo predecessore nella campagna elettorale, oltre a poter contare sulle 27 liste presentate, tra consiglio comunale e consigli circoscrizionali.

Altra considerazione potrebbe riguardare il convincimento dei leader nazionali accorsi a supporto dei rispettivi candidati: sono stati più persuasivi Giuseppe Conte ed Enrico Letta, per De Domenico? O lo e stato di più Giorgia Meloni, per Croce?

Ed in ultimo, a livello di risultati amministrativi, sono più soddisfacenti quelli della Città, che deporrebbero a favore di Basile, o quelli regionali, che sarebbero appannaggio di Croce, sostenuto dal Presidente Nello Musumeci? Oppure, nessuno dei due a vantaggio di De Domenico?

Forse, le risposte ai suddetti quesiti potrebbero consentire un pronostico, partendo dai risultati di un recente sondaggio, che vedeva le 3 coalizioni principali, sostanzialmente, alla pari, con un leggero vantaggio di Basile, che punta ad ottenere il 40% , necessario per la vittoria al primo turno.

In ogni caso, con le elezioni di Messina sono in corso “sperimentazioni politiche”, cioè dialoghi tra pezzi di diversi partiti, che, sulla base dei risultati di domenica, potranno avere anche riflessi regionali, e non solo.

Luigi Politi