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La situazione di criticità dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, manifestata in tutta la sua reale e drammatica dimensione dalle vicende e dalle cronache di questi ultimi giorni, le carenze di un presidio sanitario in cui ormai non si riesce ad assicurare più non soltanto gli interventi chirurgici in urgenza, ma neanche quelli in elezione, sono il risultato della politica fallimentare condotta dall’ormai ex Assessore regionale della Salute On.le Guicciardi e forse anche di altri esponenti politici provinciali e regionali.

“L’On.le Guicciardi, esponente di spicco del governo Crocetta, – scrive con una nota il sindaco della città del Longano, Roberto materia – sarà ricordato soprattutto, purtroppo, dalle istituzioni municipali della nostra provincia ,come l’assessore che di fronte ai rappresentanti delle comunità locali assumeva impegni solenni che all’indomani stesso sarebbero stati smentiti sistematicamente dalle scelte fatte dal Governo regionale.
Quanti impegni, infatti, ha assunto nel corso dei tanti incontri in cui abbiamo cercato, insieme agli altri sindaci del Distretto socio sanitario 28, di manifestare e di far valere le nostre ragioni – ragioni che, si badi bene, erano e sono le ragioni legittime di migliaia di cittadini che ci onoriamo di rappresentare – impegni che tuttavia sono rimasti disattesi al punto che – cosa inaudita – per tutelare i nostri concittadini siamo stati costretti, come extrema ratio, a proporre ricorso contro i provvedimenti della Regione davanti al Tribunale Amministrativo Regionale.
Il precedente Governo regionale ha inopinatamente realizzato un disegno che ha prodotto lo smantellamento della presenza pubblica in intere aree dell’organizzazione sanitaria regionale.
Il presidio di Barcellona Pozzo di Gotto – continua Materia – nato, e ancora da completare, a servizio di un territorio articolato e con un bacino d’utenza di oltre 70.000 persone, è stato privato di servizi, di attrezzature e di personale, e gravemente menomato, nonostante l’impegno quotidiano degli operatori sanitari, nella sua capacità operativa di ospedale a servizio di una comunità.
Ma se la situazione è grave a Barcellona Pozzo di Gotto, certamente non è migliore a Milazzo, il cui ospedale, secondo il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera predisposto dalla Regione, avrebbe dovuto essere elevato – insieme a quello di Barcellona Pozzo di Gotto, nell’ottica dell’ospedale riunito – al rango di DEA di II livello: in realtà è rimasto al palo, privo di strutture, di attrezzature, di mezzi e di unità operative che possano essere considerati minimamente sufficienti a servire un territorio così vasto.
Il risultato di questa strategia miope è davanti agli occhi di tutti, è vissuto sulla pelle di tutti! Il danno, purtroppo, – conclude – non si ferma qui: quotidianamente, infatti, leggiamo sulla stampa di problemi e di criticità che riguardano comunità pressoché di tutta provincia, di ospedali che non riescono a garantire i livelli essenziali di assistenza”.