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Umberto Smaila è un soggetto assai poliedrico in quanto ha fatto bene come attore, cabarettista, musicista, compositore, showman, conduttore televisivo ed anche come imprenditore italiano aprendo diversi locali in Italia e non solo in quest’ultima nazione.

Dal 1982 anima le serate estive nel locale più celebrato della Costa Smeralda, lo Smaila’s di Poltu Quatu. Nel 2001 ha inaugurato in Egitto il nuovo Smaila’s di Sharm El Sheikh, diventato in pochi mesi il locale più famoso del Mar Rosso. Il suo esordio avvenne negli anni settanta insieme al gruppo comico “I Gatti di Vicolo Miracoli”, con i quali ha partecipato a numerosi film e programmi televisivi, avendo anche modo di esprimersi in qualità di musicista. Dopo lo scioglimento del gruppo, ha avuto un periodo di notorietà come conduttore televisivo, presentando alcuni quiz nel day-time di Canale 5 e legando la sua immagine al sex show cult “Colpo grosso”, trasmissione di Italia 7 che fece discutere l’opinione pubblica per alcune stagioni televisive dal 1987 al 1992. Dagli anni novanta ha diradato le sue apparizioni televisive, concentrandosi sul cinema e sull’attività d’imprenditore, dedicandosi ai locali Smaila’s da lui aperti in varie parti del mondo. Nel 2010, ha condotto su Antenna 3 assieme a suo figlio Rudy “In viaggio con papà” (citazione dell’omonimo film di Alberto Sordi), una trasmissione che ha visto padre e figlio confrontarsi su temi sempre diversi. Come musicista e autore musicale, ha scritto più di 20 colonne sonore per film di successo, tra cui “Caramelle da uno sconosciuto” (1987- premio Ciak), “Soldati” di Marco Risi (1991), “Jackie Brown” di Tarantino (1998), “Ti voglio bene Eugenio” di Francisco Fernandez (2001). Ha scritto e interpretato nel 1987 l’inno degli Ultras del Milan (Canto Rossonero).

Umberto, cosa ne pensi di questo corona-virus?
È una tragedia per tutti, per tutti le categorie di professionisti e in special modo per la mia di categoria. Perché se non esco, se non faccio serate muoio di fame e come me pure i mie colleghi cantanti, attori, presentatori, ballerini, ecc…
Come vedi l’Italia dopo questa pandemia?
Ancora è presto per esprimermi in merito. La vedremo tra qualche periodo. Per adesso vedo l’Italia molto caotica, nel senso che noto tanta confusione nel mondo della comunicazione e ciò a causa di opinionisti, virologi, contro-virologi, complottisti. È una situazione ove le menti non sono lucide.
L’amicizia per te è una cosa importante?
È fondamentale e in questo momento i miei amici più cari mi sono molto vicini. Pensa che con i miei compagni di liceo classico, che frequentavo a Verona, abbiamo creato una piattaforma di comunicazione ove siamo presenti costantemente. Tutti i giorni ci sentiamo, ci scambiamo notizie, materiali, ci diamo conforto vicendevole.
Sei più amico con Jerry Calà o con Massimo Boldi?
Massimo Boldi l’ho conosciuto nel 1970 per motivi di lavoro e siamo in ottimi rapporti, mentre Jerry Calà lo conosco dai tempi della scuola; ha fatto parte dei “Gatti” ed è uno dei pochissimi amici più cari che io abbia in questo mondo. Pensa che ci ho lavorato assieme sino al mese scorso e spesso fa parte anche dei miei sogni.
Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto “Colpo grosso”?
Mi ha dato una fama imperitura. Io sarò conosciuto e riconosciuto dalla gente per tanto tempo ancora, soprattutto da quelli che fanno parte della mia generazione ma non solo da loro e ciò grazie a “Colpo Grosso”. Forse agli occhi di alcuni moralisti mi ha tolto credibilità. Per me “Colpo grosso” non è mai stato un programma peccaminoso, anzi l’ho sempre considerato un programma delicato.
Credi in Dio?
È una domanda complicata! Penso che Dio si possa trovare dentro ognuno di noi, nella nostra interiorità, ma anche negli uccellini che volano nel cielo, nella bellezza del mare, nell’incanto della natura. Dio è la ragione, la voglia di vivere. Io ho un Dio da ringraziare per tutte le meraviglie che mi ha saputo e che mi continua ancora a regalare ogni istante della mia vita!

di Salvatore Bucolo