Condividi:

Siamo arrivati ad un altro 8 marzo, Festa della Donna. Mimose a tutto spiano, rose ed altri fiori, che fanno la gioia dei fiorai; cene a tema nei vari locali, che fanno la gioia dei ristoratori. Forse in pochi sanno perché è stata istituita quella che non è una “festa” ma più che altro il “ricordo di un drammatico episodio”.

Il pomeriggio del 25 marzo 1911, un incendio che iniziò all’ottavo piano della Shirt Waist Company uccise 146 operai di entrambi i sessi. La maggioranza di essi erano giovani donne italiane o ebree dell’Europa Orientale. Poichè la fabbrica occupava gli ultimi 3 piani di un palazzo di 10 piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre. I proprietari della fabbrica Max Blank e Isaac Harris si trovavano al 10° piano e tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause. Si salvarono e lasciarono morire le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò 445 dollari per ogni persona morta: Il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari. Storia terribile che deve fare riflettere.

Anche Barcellona Pozzo di Gotto oggi celebrerà questa giornata con un Convegno presso la Biblioteca comunale “Nannino Di Giovanni” e con una Mostra presso il Museo Didattico “Foscolo”. Intanto si è aperto, come ogni anno, il dibattito su cosa rappresenti questa ricorrenza.

Ormai si vive sui social e spesso per comprendere la tipologia di una determinata persona basta fare un salto sul profilo della stessa: oggi abbiamo notato infiniti commenti e colpisce la eterogeneità del modo in cui si vive la Festa della Donna. C’è chi festeggia e aspetta con ansia una bella mimosa, chi si reca nei localini ed ama trascorrere in allegria la serata, chi ancora assiste a spettacoli del belloccio di turno, chi dall’altra parte della barricata parla di “sagra delle zoccole”, chi fa volontariato in difesa delle donne stuprate, violentate nel corpo e nell’animo da uomini non degni d’essere chiamati così, chi infine afferma che non debba esservi differenza fra “masculu” che viene osannato per le proprie imprese e conquiste e “fimmina” che se fa le medesime cose che fa l’uomo viene appellata come “puttana”.

Un mare magnum di pensieri. Per noi la Festa della Donna non dovrebbe forse nemmeno esistere, fondamentale dev’essere rispettare sempre le donne.