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Sono passati, all’ARS, nella notte di venerdì, dopo una seduta fiume, come annunciato dal presidente Gianfranco Miccichè, per il triennio 2022-2024, la legge di stabilità, meglio conosciuta come manovra finanziaria, con 22 voti favorevoli e 10 contrari, e il bilancio di previsione, con 30 favorevoli e 19 contrari.

Hanno espresso voto contrario M5S, PD, Prima l’Italia e parte di FI, molti gli astenuti e gli assenti dal momento che i seggi del parlamento siciliano sono 70 (15 M5S, 13 FI, 7 Primal’Italia, 6 Diventerà Bellissima, 4 Popolari Autonomisti, 4 Attiva Sicilia, 4 Misto, 4 UDC, 3 Sicilia Futura, 3 FdI), a dimostrazione che la XVII legislatura ed il governo Musumeci volge al termine con profonde lacerazioni.

Per raggiungere l’approvazione, la legge di bilancio è stata riformulata sotto forma di 3 maxi-emendamenti: uno del governo, uno dell’opposizione ed uno della maggioranza.

Attraverso tale espediente, si è potuto ottenere il disco verde all’ultima programmazione finanziaria dell’ente regionale, prima delle elezioni autunnali, consentendo anche l’accoglimento di proposte giunte dai gruppi che non l’hanno votata, come quella dell’on. Valentina Zafarana.

Cinquecentomila euro per consentire la fruizione delle spiagge di Messina alle persone diversamente abili, con la realizzazione di servizi e strutture inclusive sugli arenili. «Ormai da decenni -commenta Zafarana- la normativa italiana impone agli Enti locali l’abbattimento delle barriere architettoniche, eppure il problema rimane sempre attuale, con conseguenze dirette sulla vita e sul benessere dei cittadini. Il mare è un diritto di tutti e non è in alcun modo ammissibile che ampi tratti del litorale cittadino rimangano off limits o di pertinenza di pochi. La possibilità di accedere liberamente in spiaggia è una conquista di civiltà, che consentirà una maggiore inclusione e incentiverà il turismo, offrendo a cittadini e visitatori servizi moderni e una migliore qualità della vita».

In tale ambito, va segnalata la dichiarazione di voto della onorevole Marianna Caronia (Prima l’Italia), la quale, preannunciando il suo no, ha manifestato il suo disappunto per la mancata previsione dei fondi necessari a consentire le attività scolastiche ai bambini disabili, per le quali si dovranno attendere, a questo punto, i finanziamenti statali.

Per quanto riguarda gli ASU, invece, ricordiamo che la manovra finanziaria dell’anno scorso (art. 36 della L.R. n. 9/2021, recante Norme in materia di stabilizzazione e fuoriuscita personale ASU) che stanziava più di 80 milioni per il triennio 2021-2023 e autorizzava gli enti ad avviare le procedure di stabilizzazione, veniva impugnata, il 3 marzo scorso, dal Consiglio dei Ministri davanti alla Consulta per illegittimità costituzionale (la sentenza è attesa per il 7 giugno prossimo), in quanto, a parere del Governo, non indica gli impegni finanziari della Regione per gli anni a seguire, essendo la stabilizzazione un provvedimento di natura definitiva.

Orbene, come fatto conoscere dall’on. Entoni Barbagallo (PD), nella sua dichiarazione di voto al bilancio, e dall’on. Giuseppe Laccoto (Sicilia Futura), con un comunicato, neanche in quest’ultima Legge di stabilità sono stati previsti i fondi necessari per la stabilizzazione degli ASU, mentre sarebbe stato semplicemente reinserita, a detta del SI.NA.L.P., la medesima previsione del citato articolo 36, impugnato dal CDM, senza possibilità di risoluzione della questione, nel caso di accoglimento del ricorso da parte della Corte Costituzionale.

Laccoto, fa sapere, di essere più volte intervenuto in aula sull’argomento e di avere presentato in passato iniziative legislative e interrogazioni parlamentari, specificando che “In questa settimana ho chiesto di portare la questione sul tavolo nazionale: è un passaggio fondamentale e inevitabile. Dobbiamo attendere la data del 7 giugno per conoscere la decisione della Corte Costituzionale che deve esprimersi sulla legge approvata dall’Ars nel 2021, ma occorre un intervento deciso da parte del Governo Regionale e di tutte le forze politiche rappresentate in parlamento per trovare con il Ministero le soluzioni economiche e normative che consentano di mettere fine a tanti anni di precariato e di incertezze. Ho ottenuto l’impegno da parte di tutti a concentrare le energie su questa vicenda subito dopo la decisione della Consulta: è una questione di rilevanza sociale, un dovere morale prima ancora che politico”.

Altra proposta di dissidente entrata nella Finanziaria è quella dell’on. Laccoto chè è riuscito ad ottenere “il ripristino del fondo autonomie locali per l’anno 2022 e il governo ha reinserito 98 milioni di euro destinati ai Comuni che erano stati in un primo momento tagliati. Senza questi fondi la crisi di natura economica e finanziaria in cui si trovano gli Enti Locali sarebbe inevitabilmente sfociata nel dissesto”. E con riferimento ai lavoratori precari degli enti, conclude “Qualche altro risultato positivo è stato conseguito a sostegno delle categorie più deboli, ma rimane il rammarico per le mancate risposte sull’eterna vertenza degli ultimi precari che svolgono servizi importanti nella Pubblica Amministrazione: si tratta una platea di quasi 4600 persone, tra ex LSU e ASU, sottopagati e senza tutele previdenziali che da oltre 30 anni lottano per il riconoscimento dei loro diritti”.

Luigi Politi