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E’ arrivato il disco verde. Nessuna chiusura per la scuola dell’infanzia di Floresta. Soddisfatto il sindaco Antonino Cappadona che ringrazia tutti ed evidenzia come la piccola comunità, diventando un esempio per tanti, ha lottato a tutela dei diritti della famiglia e dell’infanzia, trovando attenti interlocutori nella politica e nelle istituzioni.
Era stata data, da molti, per spacciata la scuola dell’infanzia di Floresta, cassata, per non aver raggiunto il quorum degli inscritti, dai protocolli del Provveditorato.
“Ma l’amministrazione comunale di Floresta, appresa la volontà di attuar, nella fredda logica dei numeri, questa chiusura non ha perso un attimo, ha battuto ad ogni porta, da quelle delle istituzioni a quelle delle politica, ha chiesto udienza, mosso i classici “mare e monti”, rivendicando i sacrosanti diritti di una Comunità ed ha avuto ragione a farlo.
I Diritti erano quelli di una Comunità a continuare ad esistere, di non perdere la propria identità, di lottare per l’applicazione del diritto all’istruzione, alla famiglia, al sereno vivere quotidiano.
In altre parole al Buonsenso.
Così Floresta, tra i più piccoli comuni d’Italia, diventa un esempio per tanti. Un Comune che supera divisioni politiche e fazioni e si muove insieme a tutela degli interessi diffusi.
Oggi, il sindaco Antonino Cappadona, ne parla più sereno. E’ emozionato, da poco ha ricevuto l’ufficialità della notizia.
Quest’anno i quattro bimbi del paese potranno andare a scuola nel loro paese.
E Cappadona ringrazia tutti. “Ognuno ha fatto la sua parte, dice, dal Dirigente scolastico che ha segnalato il problema; alla giunta, in primis l’assessore Letizia Passarello che non ha smesso un attimo di interfacciarsi con mondo politico e amministrativo portando avanti l’istanza della “non chiusura”; al Presidente del Consiglio locale, al capogruppo dell’opposizione.
E aggiunge: “Ho trovato disponibilità e sensibilità in tanti interlocutori politici e nella pubblica amministrazione, pronti ad accogliere le nostre istanze e vicine al disagio che si sarebbe verificato, ora ed in futuro, alle famiglie di questa comunità”.
Letizia Passarello, autentica pasionaria in prima linea a tutela del diritto di aver tutelata e attivata la Scuola dell’Infanzia di Floresta, che insieme al suo sindaco è stata bravissima a non far spegnere i fari dell’attenzione, cercando soluzioni, per evitare la chiusura della scuola, evidenzia, ancora una volta, che “Non nascondo che mi sono rivolta a forze politiche e funzionari della pubblica amministrazione scolastica e dell’ex Provincia, in maniera trasversale, seguendo anche le logiche del cuore e non solo quelle della mente, chiedendo aiuto, interventi, disponibilità per scongiurare la chiusura della scuola dell’infanzia di Floresta, paese in cui da tre mesi ricopro la carica di assessore al turismo e cultura” – e aggiunge – è stata una vera e propria battaglia istituzionale, di principi, di diritto, che non è deve essere intesa semplicemente come pura presa di pozione o per campanilismo ma portata avanti da tutti quelli – che qui ringrazio anch’io – che credono nei diritti di questa piccola comunità, nella dignità delle persone” .

E conclude “Ho fatto bene, con il sindaco Cappadona, anche nel credere ce aver fiducia, ancora, nella Politica, quella con la “P” maiuscola, che deve stare dalla parte della gente, del popolo, della famiglia e che oggi, insieme a noi, può brindare al futuro di questa Comunità. A volte si parte proprio dalla scuola dell’infanzia, dal suo mantenimento, perchè i giovani sono il nostro avvenire”.
Cappadona rammenta che l’amministrazione comunale da lui diretta ha scritto al presidente della regione, Nello Musumeci che si è subito mosso per dirimere la problematica, che ad altri sembrava scontata e che aveva fatto ammainare vele e bandiere ad altri; Che l’azione amministrativa ha incamerato la solidarietà di onorevoli e deputati come Tommaso Calderone, Antonella Papiro, Bernardette Grasso, dell’assessore La Galla.
“La scuola, dice il sindaco, interpretando un pensiero comune, a Floresta come nelle piccole isole, dove ad Alicudi vive un’esperienza analoga, è un patrimonio irrinunciabile, un diritto, quello dell’istruzione, che deve essere sempre garantito dalle Istituzioni; anche in piccole realtà come la nostra”.
Floresta rappresenta un microcosmo rurale e culturale, importante.
Una comunità che pur facendo i conti con il decremento demografico, guarda avanti, punta alla ripresa e la scuola, anche a causa del ridotto numeri di alunni presenti nelle classi, non doveva chiudere, perchè rappresenta davvero il “domani” di questa, anzi di queste, realtà atipiche.
Chiudere la scuola materna sarebbe diventato una sorta di “tsunami”, sia a livello sociale sia a livello economico.
Fortunatamente è passato questo messaggio.
L’assessore Passarello ora dice…Questa non è stata la battaglia dell’amministrazione, di un sindaco, ma quella di un’intera comunità.
Come si è giunti a ciò.
A fine Marzo, l’amministrazione locale viene a conoscenza della possibilità, ma era più di una semplice possibilità, anche per una mancanza di chiara informazione, che la scuola dell’infanzia di Floresta, giorno 1 settembre 2019, venisse chiusa, perchè i bambini iscritti erano solo quattro di cui due anticipatari.
Il sindaco allora si è immediatamente attivato, con una lettera indirizzata alla dirigente Caterina Fasone dell’ ex Provveditorato di Messina, in cui spiegava chiaramente le ragioni dell’impossibilità della chiusura dell’asilo, in quanto Floresta dista più di 13 km dal centro più vicino che è Ucria e 15 km da Santa Domenica Vittoria, le strade sono spesso non transitabili, soprattutto in inverno con la neve alta, alcuni abitanti non hanno neppure la macchina, ed ha fatto presente che i bambini interessati hanno un’età dai tre ai cinque anni, quindi bisognosi di assistenza anche su un pulmino, che di fatto neanche esiste.
Da qui la sensibilizzare verso i dirigenti di Messina, l’assessore La Galla, attraverso la dottoressa De Gregorio, districandosi tra ruoli e competenze in quanto l’asilo è statale e non regionale.
Una serie di interrogazioni, altri interventi da parte di politici, documenti e note, e la richiesta diretta al Presidente della Regione al fine di ottenere una deroga di un anno. Ora tutti al lavoro affinchè si consolidano i presupposti per il futuro mantenimento di questo servizio.