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La controversa misura, creatura del Movimento 5 Stelle, continua a tenere banco nei dibattiti politici, e non solo, in quanto ritenuta responsabile della mancata domanda di lavoro in alcuni settori strategici, sulla presunzione che i giovani preferiscono il Reddito di cittadinanza ad un lavoro.

Presunzione, verosimilmente, basata su una disamina parziale della questione, in quanto non indaga sulle condizioni lavorative e salariali offerte dalle aziende, che, anche quando rispettose dei Contratti Collettivi Nazionali, probabilmente, non soddisfano le aspettative dei lavoratori e non garantiscono un potere d’acquisto proporzionato all’impiego di tempo ed energie richiesti.

Ma non solo, perché ci sarebbero da indagare anche altri aspetti sociali, con le relative conseguenze.

E su questo, c’è proprio in queste ore, l’intervento della Sentatrice, Barbara Floridia, viceministro all’Istruzione, e in lizza con Claudio Fava e Caterina Chinnici, alle primarie del 23 luglio, per la candidatura dell’area progressista alle elezioni del Presidenza della Regione Siciliana del prossimo autunno.

Secondo l’esponente del M5S “Il Reddito di Cittadinanza non è solo un validissimo argine alla povertà, come in queste ore ha certificato pure l’Istat, ma anche uno strumento per sottrarre manovalanza alla mafia e alla criminalità: le recenti intercettazioni dei boss a Palermo parlano chiaro. Anche secondo loro, in sostanza, è difficile reclutare ‘picciutteddi’, che, grazie al reddito, possono contare su un’entrata sicura senza avere l’acqua alla gola”.

Certo – conclude – il reddito di cittadinanza può e deve essere migliorato, ma abolire questo strumento, come chiedono tante forze politiche che continuano a picconarlo, è da folli. Equivarrebbe a gettare sul lastrico tante famiglie e a fare un grandissimo favore alla mafia.

Luigi Politi