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L’avvelenamento di sette cuccioli di pastore maremmano ha sconvolto molti cittadini e adesso è caccia al criminale. Nella giornata di ieri, in contrada Mastronicola, sono stati ritrovati 7 cuccioli agonizzanti per aver ingerito del veleno.

Il fatto ha suscitato lo sdegno di molti cittadini e si sono attivate anche le istituzioni per individuare il colpevole. Sul posto è intervenuto subito il sindaco Maurizio Crimi che ha chiesto l’immediato intervento di un veterinario che comunque non ha potuto salvare i poveri cuccioli.

Il primo cittadino ha chiesto anche l’intervento delle forze dell’ordine, che sono prontamente intervenute attuando i protocolli previsti per queste fattispecie. Ad essere intervenuti per primi sul luogo del misfatto anche alcuni componenti dell’associazione “Animalisti Siciliani Ambiente” la cui collaborazione in questi mesi è stata basilare per tutelare e curare i randagi indifesi del territorio comunale.

“Il benessere degli animali e la lotta contro ogni forma di violenza verso gli stessi è tra gli obiettivi primari dell’amministrazione – dichiara Crimi con una nota – L’avvelenamento di una muta di cuccioli indifesi è qualcosa che sconvolge la sensibilità di tutti quanti noi.

Sono mesi che l’amministrazione sta lottando per arginare il fenomeno del randagismo – continua il primo cittadino – con tutte le forze disponibili cercando di tutelare il benessere di tutti i cani stazionanti nel territorio comunale e attuando tutti i meccanismi che la legge prevede e predispone allo scopo. L’accaduto di ieri sera impone di intensificare gli sforzi. Purtroppo, l’inciviltà e la violenza alberga nella mente di tutti quegli individui senza coscienza capaci di simili aberrazioni”.
Il Sindaco ha dato disposizione ai vigili di estrapolare i fotogrammi delle telecamere della zona mettendo il corpo della PM nelle condizioni di lavorare in sinergia con la Stazione dei Carabineri di Furnari che stanno svolgendo le opportune indagini.

“Sin dal giorno dell’insediamento avvenuto un anno fa – continua la nota – si è cercato di far fronte al problema del randagismo attraverso le stesse modalità adottate dalla passata amministrazione. Sin dalle prime segnalazioni risalenti al mese di aprile ci si è subito prodigati con le procedure di routine per la sterilizzazione, ricovero, vaccinazione, chippatura e immissione nel territorio dei cani non pericolosi.

Dopo qualche mese si apprese progressivamente che il fenomeno aveva assunto una particolare marcatura in una zona del nostro paese, C/da Mastronicola.
Si è scoperto che alcuni abitanti di quella zona, amanti degli animali, nutrono con importanti quantità di cibo i randagi di quella porzione del territorio. L’approvvigionamento del cibo, da testimonianze assunte, avviene in modo costante e giornaliero in ossequio al sacrosanto interesse, che è di tutti, di garantire il benessere e la salute di cani ivi presenti. Purtroppo, questa magnanimità dei nostri cittadini, non biasimabile in alcun modo, ha generato una concentrazione di randagi proprio nella zona in cui viene garantito il quotidiano cibo. L’altruismo e la generosità hanno assunto una sistematicità e pianificazione tale nella somministrazione degli alimenti ai poveri randagi, che alcuni nostri concittadini hanno assistito a fenomeni di transumanza di mute di randagi da alcune zone del paese nella zona di C/da Mastronicola, ove molti di essi rimangano a stazionare sino alla prossima somministrazione.

L’approccio di contrasto al fenomeno è avvenuto attraverso gli strumenti attuati dall’amministrazione che oggi ci interroga, ossia il ricorso all’associazione “Qua la zampa” che, si seppe, all’epoca aveva stipulato un protocollo d’intesa per la gestione dei randagi del territorio giusta delibera di GM n. 68 del 26/05/2017 con pedissequo accordo operativo. Cosi – continua -, si seppe della presenza di alcuni volontari facenti parte della predetta associazione che operavano nel territorio comunale nella lotta contro il randagismo e a cui l’amministrazione passata aveva consentito l’uso di un appezzamento, di proprietà del comune, per il ricovero temporaneo dei cani randagi. Ad alcuni volontari di altre associazioni, contattati da questa amministrazione per la cura dei randagi sul territorio, si consigliò di prendere contatti con alcuni componenti dell’associazione “Qua la zampa” per la cura e il ricovero dei randagi nel terreno concesso in uso. Questi ultimi frapposero un netto rifiuto.

Si scandagliò la documentazione approntata dalla precedente amministrazione per comprendere la posizione giuridica dell’associazione “Qua la zampa” che aveva rifiutato il ricovero rispetto al Comune di Furnari. Si è cosi scoperto che la convenzione predisposta dalla precedente amministrazione non fu mai sottoscritta con l’associazione “Qua la zampa” e che le somme in previsione di spesa nella delibera n. 68/17 non furono mai sostenute. Ci si rese conto che l’attività amministrativa del Comune di Furnari nella lotta contro il randagismo nei cinque anni precedenti all’insediamento, non fu mai attuata. Allo stato l’occupazione del terreno da parte di alcuni volontari è illegittima e rispetto alla quale sono in corso accertamenti”.

Infine da segnalare che il sindaco Crimi ha raggiunto un’intesa in via di formalizzazione con l’associazione “Animalisti Siciliani Ambiente” per l’accalappio, la sterilizzazione, il ricovero temporaneo, la chippatura dei randagi e loro affidamento.

Inoltre, in questa attività ci si sta avvalendo dell’apporto di un veterinario per tutte le operazioni di competenza. E’ prossima la stipula di una convenzione con l’associazione “Fareambiente” che si occuperà del controllo del territorio per l’individuazione e la gestione del randagismo con potere di sanzione delle condotta con conformi alla normativa vigente in materia. Purtroppo a causa dell’elevato numero di randagi, è prossima la stipula di una convenzione con un canile legalmente riconosciuto al solo scopo di coadiuvare il lodevole apporto dell’associazione qualora non si riuscisse a contenere l’anomalia di un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti. A prescindere dall’attività attuate per la tutela dei randagi del territorio comunale, allo stato permane la ferrea intenzione di accertare le responsabilità e individuare i responsabili di un atto la cui ignominia non ha pari.

Pamela Arena