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Gli scenari politici instabili e le crisi umanitarie dei dirimpettai della Libia e dei vicini mediorientali sollecitano all’impiego di nuovi strumenti le Difese dei paesi dell’Europa Meridionale e dell’Italia in particolare per la sicurezza nazionale e all’aiuto ai profughi di guerra.

Le minacce asimmetriche nei teatri operativi odierni vanificano l’efficacia della deterrenza frontale a favore della superiorità informativa quale chiave del successo tattico e strategico dell’azione militare.
Il drone di ricognizione è lo strumento tecnico capace d’interfacciarsi tra lo spionaggio satellitare e l’osservazione occulta di prossimità (RECON).
Il 17 Gennaio scorso alla base aerea di Sigonella si è inaugurato il programma NATO denominato AGS (Alliance Ground Surveillance) che prevede l’impiego di cinque aerei senza pilota. Il sottosegretario al Ministero della Difesa Giulio Calvisi ha detto: “il nostro Paese sostiene da tempo l’importanza di un approccio a 360 gradi che sappia guardare con attenzione all’area del Mediterraneo allargato, crocevia importantissimo per l’Europa e tutta la comunità internazionale.
La sua centralità è confermata dalle ultime turbolenze ai confini dell’Europa: Stiamo vivendo un periodo di tensione e potenziale minaccia alla pace e alla sicurezza: Iraq, Iran, Siria, Corno d’Africa, Afghanistan”.
L’Italia ha un ruolo apicale nel sistema integrato NATO di intelligence, sorveglianza ed elaborazione dati nell’AGS.
Il segmento aereo dispone del supertecnologico velivolo senza pilota Global Hawk Block 40 con base operativa nella base siciliana di Sigonella.
Lo strumento assicura la sorveglianza quasi in tempo reale di ampie zone di terra e di mare in ogni condizione ambientale e meteorologica. E’ in grado di garantire la protezione di truppe di terra e popolazioni civili, il controllo delle frontiere e la sicurezza marittima, la lotta contro il terrorismo e migliora la gestione delle crisi e degli aiuti umanitari in situazioni di emergenza.
Il drone può raggiungere una quota di 18.000 metri di altezza a una velocità di 575 km/h per un raggio di azione di oltre 16 mila chilometri, che gli consente l’operatività in tutta l’Africa, il Medioriente l’Europa orientale, sino al cuore della Russia.
Il radar ad apertura sintetica ad alta definizione MP-RTIP è in grado di rilevare e tracciare ogni oggetto a terra e missili da crociera a bassa quota per farli neutralizzare.
In Sud Europa la NATO ha fatto la scelta di non disporre di droni armati come quello che ha eliminato il generale Soleimani attraverso un computer e un joystick controllato dagli Stati Uniti.
Il dibattito sulla questione morale di utilizzare strumenti capaci di uccidere con un controllo remoto a distanza è attuale ed acceso.
La rinuncia alla versione armata per i droni stanziati a Sigonella, l’uso flessibile della tecnologia militare in ambito civile, la ricaduta positiva sull’impiego e la ricerca scientifica e tecnologica rendono comunque utile e interessante questo progetto a trazione italiana.

Padre Alfonso Bruno