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Riceviamo e pubblichiamo la nota-report sulla visita degli attivisti del M5S con il deputato Alessio Villaorosa, che fa il punto sullo stato di funzionamento del depuratore di Giammoro.

“In data 27 agosto 2015, alle ore 10:40, noi attivisti del Movimento 5 stelle, insieme al deputato del M5S Alessio Villarosa ci siamo recati presso l’impianto di depurazione ASI di Giammoro per verificarne lo stato di funzionamento. Ad accoglierci un dipendente della ditta Dondi S.p.A., aggiudicataria dei lavori di ammodernamento e gestione dello stesso, il quale, ci invita ad attendere fuori dall’impianto l’arrivo di un responsabile che dopo pochi minuti, si presenta sul posto. Ci appare subito chiaro di aver colto di sorpresa tutti e, soprattutto, che allo stato attuale, non vi sia una buona organizzazione di mansioni, responsabilità e conoscenza impiantistica da parte degli addetti alla conduzione, tant’è che uno dei due dipendenti della Dondi S.p.a. è stato assunto solo un mese fa. Ci viene illustrato l’impianto in tutte le sue fasi di trattamento e ci viene riferito che attualmente sono in corso dei lavori di ammodernamento dello stesso, pertanto, è in funzione solo la parte “vecchia” dell’impianto. Visitando le vasche di nuova costruzione, oggetto di un finanziamento dell’ARRA nel 2007, con grande stupore, vediamo che parecchia attrezzatura riporta come data di consegna l’anno 2012 ed, inoltre, che sono visibili segni di corrosione salina delle attrezzature stesse. Veniamo delucidati al riguardo, apprendendo che l’appalto risale al 2011 e che vicissitudini, definite testualmente “burocratiche”, hanno, purtroppo, causato una battuta di arresto dei lavori, che finalmente sono ripresi. Inoltre malgrado l’impegno della Dondi S.p.A., che addirittura è costretta a tenere dei filtri a temperatura controllata pagandone la custodia ormai da anni, pare che l’ASI sia indietro con i pagamenti dei SAL (stato avanzamento lavori). Sorge spontanea la riflessione, che le suddette attrezzature possano aver bisogno di essere revisionate al momento dell’avvio e, che comunque sono ormai scoperte dalla garanzia del costruttore essendo appunto trascorsi 3 anni dall’acquisto. E’ nostro obiettivo, quindi, verificare quanto appreso e accertare se vi siano responsabilità da addebitare al committente (che in questo caso è l’ASI) o alla ditta aggiudicataria.

Per quanto riguarda la gestione dell’impianto, nel quale confluiscono i liquami provenienti dai Comuni di Pace Del Mela, Condrò, San Pier Niceto, Gualtieri, San Filippo del Mela, come appreso dalla pagina on line della Provincia Regionale di Messina, nella sezione “catasto reflui”, si precisa che, al momento del nostro arrivo, solo una piccola pompa è adibita al sollevamento dei liquami, poiché secondo il manutentore, questa sarebbe sufficiente a trattare la quantità di reflui in arrivo. In verità, una è guasta e una terza, per scelta gestionale, spenta.

Nel comparto grigliatura, abbiamo trovato un obsoleto sistema a “pettine” misteriosamente avviato al momento, stracolmo di materiale grossolano la cui presenza aveva intasato il sistema stesso.  Non c’erano cassoni né per la raccolta delle “sabbie” nè per la raccolta del “vaglio” ma, solo piccoli contenitori temporanei, in attesa dello scarrabile. Appurato, quindi, che solo una minima parte dei reflui viene trattata dal vecchio ed insufficiente impianto e, che il resto, verosimilmente, confluisce in mare senza subire alcun trattamento, continuiamo il nostro sopralluogo. Non riusciamo a raggiungere la condotta di uscita dell’impianto che secondo fonti giornalistiche risulterebbe interrotta, con conseguente scarico sottocosta. Continuando il sopralluogo notiamo tutte le nuove costruzioni e le nuove tecnologie che verranno adottate quando sarà in funzione il nuovo impianto. Un vecchio sedimentatore primario con il carroponte fermo, l’altro fuori uso, un altrettanto vetusto sistema di trattamento dei fanghi che, pare impieghi una decina di giorni per riempire il cassone scarrabile, nonché uno stantio sedimentatore finale che fa anche da vasca di clorazione, completano il ciclo depurativo di quello che dovrà essere un impianto capace di ospitare non solo, i reflui cittadini, ma anche quelli di provenienza industriale.

In merito a ciò, da una lettura delle carte, il nostro deputato a 5 stelle, ha assodato che i parametri in uscita dall’impianto, devono rispettare la tabella 3 del Decreto Legislativo 152, autorizzazione, rilasciata dall’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, agli impianti che accolgono reflui industriali. Sorge, quindi, spontanea la domanda se attualmente siano già collettati all’impianto gli insediamenti industriali, tenuto conto che l’impianto insiste in una zona dove si sviluppa il polo industriale, Consorzio ASI, Area Sviluppo Industriale.

Un ulteriore elemento a sostegno della possibilità concreta che nell’impianto confluiscano reflui industriali, è data dall’aver notato la presenza del codice C.E.R., 19 08 12, utilizzato per il conferimento in discarica dei fanghi disidratati, corrispondente nel Catalogo Europeo dei Rifiuti, alla voce “fanghi prodotti dal trattamento dei reflui industriali”. Ci informano che allo stato attuale il depuratore riceve solo scarichi civili.

Studiando un po’ lo storico dei finanziamenti ottenuti o previsti per l’impianto di Giammoro veniamo a sapere che: “la Delibera CIPE n. 60/2012 ha ripristinato la copertura finanziaria dell’intervento già in corso di esecuzione di cui al Contratto di Appalto del 27 aprile 2011 sottoscritto tra il Consorzio per l ‘Area di Sviluppo Industriale della Provincia di Messina e la società Costruzioni Dondi S.p.A. avente ad oggetto i Lavori per il potenziamento, adeguamento al Dee. Le g. vo 15 2/99 dell’impianto di depurazione in Giammoro (ME) con riuso delle acque reflue e fanghi. Preso atto che la risorsa finanziaria di € 23.602.480,00 destinata all’intervento con codice 33675 della Provincia di Messina garantirà il finanziamento dei lavori in corso di realizzazione di cui al citato Contratto di Appalto tra il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale della Provincia di Messina e la società Costruzioni Dondi S.p.A.”;

L’intervento nasceva per il superamento dell’infrazione comunitaria art.4 direttiva 91/271 CEE. Era l’unico progetto Esecutivo e cantierabile, tutti gli altri progetti della provincia di Messina (nel 2013) erano solo progetti preliminari coperti sia dalla delibera CIPE sia dai FAS 2000/2006 (ora FSC).

Concludiamo la visita ringraziando per il tempo dedicatoci e la grande cordialità mostrata.

Attendiamo inoltre le risposte da parte dei comuni (fra i quali anche quelli collegati all’impianto di Giammoro) alle richieste d’accesso agli atti relative ai campionamenti, ed alla tipologia di depurazione effettuata per avere un quadro completo di come avviene, ma soprattutto se avviene, la depurazione in provincia di Messina. Chiederemo inoltre, ai comuni destinatari del finanziamento, i progetti depositati e lo storico dei rapporti con regione e Ministero, per capire chi o cosa ha rallentato questi importantissimi fondi”.