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LA RIVISTA CULTURA “Oltre” HA INAUGURATO LA COLLANA “IL LIBRO DEL MESE , SCEGLIENDO IL ROMANZO DI CARMELO ALIBERTI COME IL LIBRO DEL MESE DI Luglio. LA DIREZIONE della RIVISTA CULTURALE “Oltre” Da 14 SOTTO L’EDIDA DEL Ministero DELLA CULTURA, scrive:

Ospitiamo con vero piacere, per la rubrica “Il libro del mese”, l’ultimo romanzo “IL MIO MONDO FINIRA’ CON TE” di Carmelo Aliberti,  scrittore, ricercatore, autore di circa un centinaio di volumi di poesia critica letteraria e narrativa e di un saggio su La questione meridionale in Letteratura, nonché fondatore e direttore della Rivista Edizioni TERZO MILLENNIO.

Carmelo Aliberti

      “Il mio mondo finirà con te”
(gennaio 2022)

Carmelo Aliberti, critico letterario, saggista e poeta ci propone una seconda opera narrativa: “Il mio mondo finirà con te” mantenendo il piano propositivo e strutturale di “Briciole di un sogno” con cui voleva dare una scossa al mondo letterario attuale, appiattito da una narrativa usa e getta che sforna libri a gogo con la durata di un rasoio monouso. Narrativa, storia, saggistica, poesia e denuncia qui si fondono in un tessuto nuovo che incide per intensità etica e possibilità di approccio. La trama è semplice: Carlo, uomo del Sud, letterato, cresciuto in una famiglia che gli ha trasmesso ideali fondanti, con un gruppo di amici della stessa tempra morale, dà vita a un giornale, importante, pur nelle sue modeste proporzioni, a cercare di diffondere cultura e speranza in un futuro migliore. Si innamora di Anna che lo ricambia con uguale sentimento, ma il loro amore svanisce all’improvviso per la morte inaspettata della ragazza. Lo sconforto sembra trascinare il giovane in un gorgo senza fine, quando casualmente conosce Rosa che riesce a risollevargli il morale e ridargli nuova speranza di vita. Anche questa volta il destino sembra accanirsi contro di lui. Dopo un periodo di giorni felici, improvvisamente Rosa si allontana, sparisce e nulla si sa più di lei. Il mondo di Carlo sembra finire (il motivo del titolo), ma l’incontro con un pastore lo scuote e nasce la riflessione sulla vita che può divenire missione di aiuto al prossimo. Così Carlo si riprende e vivrà per diffondere fraternità intorno a sé. Sfondo di questa trama, ma anche parte essenziale del libro, è la denuncia sociale. Il nostro è un mondo in cui il capitale depaupera sempre più i popoli, siano essi dediti all’agricoltura, come i tanti contadini della zona messinese (nativa dell’autore) e della Sicilia in genere o degli operai costretti alle catene di montaggio nelle fabbriche del Nord. C’è la fame di milioni di esseri che, con esodo da terre aride, cercano scampo verso paesi che diano loro un pane e sono respinti come animali infestanti; c’è il caporalato del Sud (e non) che costringe a turni inumani di lavoro i raccoglitori di ortofrutticoli, con paghe da miseria e angherie e violenze di ogni specie. In più non vi è zona della terra dove non alligni la guerra, perché i grandi blocchi nazionali reggono le fila delle lotte, apparentemente tese a raggiungere esiti di giustizia, progresso e civiltà, invece realmente intesa a conquiste territoriali e impadronimento di materie prime per interesse economico. Aliberti in una visione universale ci mostra i mali del mondo dalla prima guerra (mondiale) ai giorni nostri. Non nega il progresso tecnico che ha portato migliori condizioni di vita e alleggerito la fatica, ma che contemporaneamente ha snaturato il rapporto uomo-terra-dio. Rileva quante atrocità l’umanità ha dovuto vedere, come i campi di sterminio, la persecuzione delle razze, il mancato rispetto del pensiero individuale, la caduta dell’eticità, il femminicidio… Ecco, la figura della donna in Aliberti è particolare, sia essa madre, sposa o figlia. È l’amore che l’autore ha provato e prova per le donne della sua vita (la madre e la sposa). In “Briciole di un sogno” va ricordata la meravigliosa dedica alla compagna della sua vita, di una liricità straordinaria. Fra i protagonisti del romanzo, figura minore, ma rilevante, c’è Pino, reduce dalla missione in Afghanistan che racconta le atrocità colà avvenute, non tutte per colpa del talebani e delle varie etnie del territorio. A causa di queste traumatiche esperienze, in cui si era trovato, nel desiderio di essere di aiuto al prossimo in una missione umanitaria, era ritornato affranto e deluso dagli esiti raggiunti. Non si pensi a questo punto che l’opera sia solo ciò (già non è poco); c’è un mondo descritto e vibrato in pagine partecipate e partecipanti. Vi è il mare con i pescatori di pescispada, con la visione della coppia ittica legata da un amore profondo, in cui lascia un segno la sofferenza reale del pesce che vede strapparsi l’amata dall’arpione… C’è la Valle di Templi, simbolo del mondo classico, gloria dell’arte, dell’ingegno e creatività, della storia e dei miti. Non manca il richiamo all’età d’oro di Pericle che diede ad Atene il suo contributo per una democrazia reale, in cui tutti, anche i più poveri, avessero diritto di voto. Anche qui, si evince chiaramente come nell’epoca attuale la libertà di idee, espressione e volontà individuale siano spesso più apparenti che reali. “Il mio mondo finirà con te” ha pagine descrittive che avvincono. Si sente la profonda conoscenza della terra in cui l’autore è nato, ha vissuto, ha compiuto i suoi studi e ricorda con l’affetto di un figlio. A ogni passo il lettore troverà qualcosa di nuovo, una notizia, un arricchimento… Numerose le citazioni, l’uso del dialetto, i richiami poetici, con versi di Dante, Quasimodo, Levi, dell’autore…Dire che il libro è interessante è superfluo e banale. È il mondo nella sua totalità, con la meraviglia della natura  che dovrebbe essere tutelata, perché reca l’impronta del creatore e non martoriata per speculazione. È la terra che l’autore vorrebbe in pace, democratica, umana, in cui ognuno possa esplicare se stesso dignitosamente, con la propria identità, nel cammino terreno verso la foce divina.
Lucio Zaniboni

                                        PREFAZIONE  FRANCESCA  ROMEO

Una nuova storia, un nuovo viaggio, una nuova sapiente, appassionante regia del professor Carmelo Aliberti, poeta e saggista. “Il mio mondo finirà con te” è un esempio di quella grande letteratura densa di stili e atmosfere tali da far assaporare a ciascun lettore quell’antico sapore perduto di cose buone. Proprio come accade in “Briciole di un sogno”, primo romanzo dello scrittore, in cui tutto si concatena in un’eterna miscellanea tra la grande storia e le piccole storie di tutti i suoi protagonisti. Esiste una continuità di spirito e di stile tra i due romanzi, una continuità in cui convergono, insieme alle colte citazioni storico-letterarie, tutti gli elementi tipici della sua narrazione: l’amore, le meschinità, la fatica quotidiana, le difficoltà, gli ideali, gli affetti familiari, i sogni. Protagonista è l’amore. Un amore puro, vero, delicato come i petali di una rosa. Un amore senza lieto fine e, proprio per questo, imperituro. A viverlo è il giovane Carlo, un ragazzo pulito, buono, sognatore, che ha ereditato dalla famiglia quei valori essenziali intrisi di “sacrificio” e “abnegazione”, e Anna una ragazza bella, candida, genuina, saggia. “Anche dopo sposati dovremo camminare insieme, condividere il bene e combattere il male, comprenderci nei nostri errori e saperci ritrovare nel perdono reciproco, nelle scelte condivise di operare, accettandoci e correggendoci umilmente a vicenda” sono le parole rassicuranti di Carlo di fronte alle paure di Anna, parole che dipingono lo straordinario affresco di un sacro voto pronunziato innanzi alla promessa di una vita da vivere insieme. Ma Anna è qualcosa in più di una donna. Anna è una creatura indefinita, una musa, un angelo: Anna è Beatrice. E, proprio come Beatrice, Anna non è fatta per vivere su questa terra. Aliberti riesce così a incastonare nella cultura contemporanea una storia che segue i canoni di un amore cortese, rendendolo profondamente attuale e vero, senza tuttavia perdere il legame con il sublime empireo dell’amore irraggiungibile.      Al filone principale dell’amore puro tra Carlo e Anna, Aliberti annoda altre microstorie, crude, schiette e spesso violente dei personaggi secondari. Come quella tragica tra “Micu u suddu” e la moglie: storia di tradimenti, di vendetta, di delitto d’onore.  Come quella tra Pippo e Gina. Storie laceranti di amori malati e convulsi, incapaci di elevarsi. Descritte con carezzevoli pennellate pregne di grumi nostalgici sono invece le figure materne. Madri capaci di annullarsi del tutto per vivere in funzione del figlio. Madri protettrici, forti e fragili allo stesso tempo. Simbolo della famiglia, di quel nido cui sempre ritornare. Madri di un tempo, struggenti e belle, commoventi come la madre di Cecilia dei Promessi Sposi. Improvvisamente nella vita di Carlo appare Rosa, una “ragazza confidenziale e simpatica, spontanea e spensierata, uno sguardo limpido e saettante” come egli stesso la descrive. Ed inizia un nuovo amore, idilliaco e anch’esso, purtroppo, dal tragico epilogo: Rosa scompare inghiottita dal nulla. Emblematico il viaggio di Carlo: come Ulisse si spinge oltre simboliche colonne d’Ercole. Come Ulisse scende nell’Ade. Affronta i suoi demoni. E risorge. Significativo è l’incontro con il pastore. Carlo imprime allora una nuova direzione alla sua vita. Orienta la sua bussola sulle rotte dell’umanità, cercando di rispondere al più bello dei comandamenti cristiani: ama il prossimo tuo come te stesso.  Il tessuto del romanzo è intriso di molteplici trame secondarie, di racconti di vita, di personaggi le cui vite sembrano dipanarsi sui fili tessuti dalle Moire. Pagina dopo pagina Aliberti si lascia andare a profonde riflessioni, pensieri, ricordi che si rincorrono avvinghiandosi alle vicende vissute dai protagonisti. Un carosello di personaggi noti, macrostoria, fatti di cronaca e attualità sfila sotto lo sguardo attento del lettore. Da Pericle, alla seconda guerra mondiale, all’Afghanistan, all’11 settembre, ai drammi di una Sicilia vessata dal caporalato, ai tesori d’arte di un Isola che possiamo a ragion veduta definire patrimonio dell’umanità. Caravaggio, Guttuso, Migneco, Quasimodo, i miti di Colapesce e della fata Morgana, e molto altro ancora, brillano tra le pagine come perle preziose custodite in uno scrigno. Aliberti getta uno sguardo profondo anche alla fuga dall’isola dei tanti giovani in cerca di lavoro e affermazione, al dolore della lontananza. E la fede, coprotagonista insieme all’amore, muove ogni cosa. Una fede di manzoniana memoria, radicata nella famiglia, ricca di speranza e fiducia in quel Dio che “provvede” alle sue creature. Ecco che ogni incontro narrato diventa testimonianza umana capace di infondere refrigerio all’arsura delle sofferenze. Ancora una volta tutto si svolge in quella Sicilia bella nei suoli colori e calori, terra natia dell’autore, narrata tra passato e presente, colta nelle sue molteplici fascinazioni, depurata dagli stereotipi, tradita da quelle classi politiche impegnate solo a procacciare i propri interessi, dilaniata da quella cruda contraddittoria sicilianità, avvolta da un fin troppo longevo torpore metafisico. Carmelo Aliberti, con il suo stile colto, eppur straordinariamente comprensibile a tutti, ci regala così un altro capolavoro, intriso di un forte realismo verghiano, capace di descrivere minuziosamente dall’interno ogni suo personaggio o fatto narrato. Un romanzo che rinchiude dentro sé mille altri piccoli romanzi, tutti perfettamente uniti dal filo rosso di ciò che è realmente la vita.
Dott.ssa Francesca Romeo, giornalista e scrittrice ( Francesca Romeo, da sempre appassionata lettrice di libri, si laurea in filosofia all’Università di Messina con una tesi sullo sbarco dello anglo americano in Sicilia avvenuto il 10 luglio 1943. Specializzata nello studio dei Vangeli Apocrifi ha tenuto diverse lezioni presso l’Università della Età di Barcellona. Giornalista, collabora con la Gazzetta del Sud, occupandosi di cultura e spettacoli. In passato ha collaborato anche per Simùn Terre del Longano, Comunità, Mingrantes online, La Scintilla periodico curato dell’arcidiocesi di Messina, Migrantes online, La Voce del Longano. Ha pubblicato il poemetto “Il giardino senz’anima”, con prefazione del giornalista Rai Melo Freni, vincitore del primo premio “Alessandro Manganaro”. Per il suo impegno di divulgazione giornalistica ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui menzioniamo: “Impronta d’autore” Museo Epicentro, 2016; Mattonella Genius Loci, 2019; Donne che hanno dato lustro a Barcellona, 2020 ricevuto da Catena Fiorello; Terzo Millennio, 2021.)

CARMELO ALIBERTI

È nato nel 1943 a Bafia di Castroreale (Messina). Laureatosi in Lettere, ha insegnato nei licei di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). Dopo un soggiorno a Trieste, ha definitivamente deciso di risiedere nella città giuliana, dove continua a svolgere la sua attività letteraria. È cultore della materia in letteratura italiana presso l’Università di Messina. È stato insignito dell’onorificenza di Benemerito della Scuola, della cultura e dell’Arte da parte del Presidente della Repubblica. A Trieste, da 10 anni, ha fondato e dirige la Rivista Letteraria e di Cultura Varia NO PROFIT TERZO MILLENNIO, a cui collaborano insigni docenti di Università italiane e straniere. Ha scritto circa 100 volumi, di critica letteraria, di saggistica, di poesia, di tradizioni popolari e ha curato per 35 anni, nella piazza del suo paese, il dramma sacro: Vita, Passione, Morte e Resurrezione di Gesù in 37 scene variabili ad ogni edizione. Con i suoi allievi del Liceo Scientifico di Barcellona Pozzo di Gotto ha fondato la Rivista Scolastica IL LEONARDO e realizzato un ponderoso volume di circa 456 pp., intitolato AUTORI DI BARCELLONA E DINTORNI, vincitore del Premio Letterario per le Scuola Superiori IL CONVIVIO (2005), pubblicato dalla Bastogi. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue. Particolarmente il suo poemetto ITACA è stato tradotto in 18 lingue. In Francia nella circostanza della traduzione della sua poesia nella collana universitaria CELIS della Blaise Pascal, è stato organizzato un convegno sull’opera di Aliberti e nella circostanza del recente Convegno sulla gravità delle frontiere, il suo intervento su la frontiera in Fulvio Tomizza, è stato pubblicato recentemente, in francese e in italiano, negli Atti, pubblicati dalla Università organizzatrice. È stato invitato anche al Convegno sull’opera di Carlo Sgorlon, organizzato dall’Università di Udine e la sua relazione “Poetica e Filosofia” sullo scrittore friulano è stata pubblicata nei relativi atti.  Ora il poeta, scrittore e giornalista Gabriel Impaglione, fondatore e direttore della rivista ISLA NIGRA, organo ufficia le dei poeti internazionali dell’UNESCO, ha tradotto in spagnolo, con prefazione dello stesso traduttore e postazione del prof. Nino Grillo (Università di Messina) e del docente Jean Igor Ghidina, maitre de conference Università Blaise Pascal. Da qualche settimana la Bastogi-Libri di Roma ha pubblicato un saggio di Aliberti sul grande scrittore Andrea Camilleri, presente nelle  migliori librerie italiane o sui più importanti siti di vendita one line, tra cui la Feltrinelli, che ha inserito nel suo catalogo 18 volumi, la libreria Universitaria, La Mondadori, Amazon ed altri, riscuotendo molto successo.

OPERE/POESIE: Una spirale d’amore (1967), Padova-Una topografia (1968), Padova[1]Il giusto senso (1970), Firenze. C’è una terra (1972), Milano. Teorema di poesia (1974), Milano. Il limbo la vertigine (1980-1981), Castroreale (ME). Caro dolce poeta1981-1991 Bastogi Editrice Italiana-Poesie d’amore (1984), Castroreale Marchesana (1985), Castroreale. Aiamotomea (1986), Castroreale Nei luoghi del tempo (1987), Castroreale-Elena suavis filia (1988), Castroreale-Vincenzo Consolo, poeta della storia (1992), Rhegium Julii, Reggio Calabria. Le tue soavi sillabe 1999, Castroreale Il pianto del poeta,2 002 Foggia – La ferita del tempo (2005), Bastogi Foggia “Itaca” (poemetto, dramma lirico per voce sola, tradotto in varie lingue), MGgraph, Terme Vigliatore. Il Convivio 2006. Tra il bene e il male (con introduzione di Cristina Saja e G. Barberi Squarotti,  prefazione e traduzione in francese di Jean Igor Ghidina.

CRITICA LETTERARIA: Come leggere Fontamara di Ignazio Silone, Mursia editore (edizioni 1977, 1989, 1998); Guida alla lettura di Lucio Mastronardi (1986), Bastogi, Foggia; Come leggere la Famiglia Ceravolo di Melo Freni (1988) – Ignazio Silone (1990, Bastogi, Foggia; Michele Prisco (1993), Bastogi Foggia; MICHELE PRISCO -un uomo e uno scrittore nel buio della coscienza. (ed. Terzo Millennio (2017), Aracne Editrice,2020, Roma. Testi, traduzioni e interviste a poeti e scrittori contemporanei (1995), Bastogi Foggia; La questione meridionale e altre questioni in letteratura, (1997), Barcellona P.G. Messina – Sul sentiero con Bartolo Cattafi (2000, 2001, 2014), Bastogi, Foggia; Fulvio Tomizza e la frontiera dell’anima (2001, Bastogi, Foggia (tradotto in croato nel 2006 a cura dell’Università Popolare, Patrocinio M.P.I. – Umago-Croazia); Fulvio Tomizza e la frontiera dell’anima, Edizioni Terzo Millennio La narrativa di Carlo Sgorlon (2003), Bastogi, Foggia; Carlo Sgorlon, “Cantore delle minoranze 566 emarginate”, ed. Terzo Millennio, 2017 Poeti siciliani e non del Secondo Novecento, (2 volumi, 2003 e 2004), Bastogi, Foggia; Poeti Siciliani e non del Terzo Millennio (2005), Bastogi, Foggia; Letteratura siciliana contemporanea e post-contemporanea. Da Capuana a Verga, a Quasimodo, a Camilleri, Luigi Pellegrini Editore (2008). 50 anni d’amore per la letteratura, ed. Terzo Millennio, 2014. Ha curato l’edizione scolastica di “Stalag 307, diario di prigionia di Carmelo Santalco”, Bastogi editore, Foggia 1998 100 Poeti per L’Europa del Terzo Millennio. Ha fondato ed è direttore editoriale della Rivista Internazionale di Letteratura e Cultura Varia TERZO MILLENNIO, 2009. Ha pubblicato su Terzo Millennio, Monografia su G. Verga, I. Silone. V. Consolo, S. Quasimodo, Stefano D’Arrigo, Leonardo. Sciascia, Claudio .Magris, Sebastiano  Saglimbeni, Lucio Zinna, Nino Pino, Ignazio Silone, eroe dei cafoni della Marsica, Matteo Collura, Luigi Pirandello, Vitaliano Brancati, Beniamino Joppolo, Guglielmo Jannelli, Turi Vasile, Lucio Piccolo. Giovanni Occhipinti, Bartolo Cattafi, Lucio Mastronardi 1983-2008, e molti altri. L’altra letteratura Siciliana Contemporanea, La Medusa (2013, per le Scuole Superiori e per le Università. Ha organizzato in piazza, trasformata in Teatro, annualmente e con continui aggiornamenti, i testi sacri della Vita, Passione, Morte e Resurrezione di Gesù. A scuola con i suoi allievi ha realizzato il volume: Poeti di Barcellona e dintorni , al Liceo scientifico di Barcellona P.G (pubblicato da Bastogi e vincitore del Premio Nazionale per le Scuole Superiori e I miti dello Stretto, 2008. Da poco è uscita Letteratura e società Italiana dal II Ottocento ai nostri giorno, in 6 volumi di circa 4000 pp. e le monografie DACIA MARAINI, BARTOLO CATTAFI, il poeta che cercò disperatamente Dio e lo trovò nell’Arcipelago del cuore: LUCIO MASTRONARDI, scrittore scomodo e dimenticato.

NARRATIVA: BRICIOLE DI UN SOGNO,romanzo,Bastogilibri,Roma 2021;

IL MIO MONDO FINIRA’ CON TE-romanzo.Ed Terzo Millennio,gennaio2022.

PREMI: Premio “Rhegium Julii. Una vita per la cultura” (Reggio Calabria, 1999)- Premio Mediterraneo, 2001, Premio alla Carriera.-Premio Inter. nazionale “Il Convivio 2004” per la saggistica (per La narrativa di Carlo Sgorlon (Catania)Premio alla carriera “Messana”, Messina 2005-Premio letterario nazionale per la critica letteraria “Giorgio La Pira” (Milazzo,ME, 2008)  Premio AGENDA “2019” AQUILA D’ORO per l’intera opera. Premio alla Cultura Terzo Millennio-24live,2021, per il romanzo BRICIOLE DI UN SOGNO”, Bastogilibri, Roma.

SAGGI SULL’OPERA DI CARMELO ALIBERTI: Orazio Tanelli: Carmelo Aliberti, poeta cosmonauta; Placido Conti: Carmelo Aliberti un uomo, un poeta, un cittadino – Paola Bianco: Da Quasimodo, a Cattafi, ad Aliberti; Francesco Puccio: Carmelo Aliberti, poeta della dialettica esistenziale (2004); Giuseppe Manitta: Carmelo Aliberti archeologo dell’anima, in G. Manitta, Stefano Pirandello e altri contemporanei, Il Convivio, 2007, Giorgio Barberi Squarotti: Carmelo Aliberti: poeta civile sul sentiero metafisico.