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Dura presa di posizione di alcuni soci di Legambiente del Longano che contestano le decisioni assunte dal presidente Carmelo Ceraolo e dal suo direttivo sulla discarica di Mazzarà perché in netto contrasto ed “in completa incoerenza con le posizioni assunte negli ultimi anni”.

Per queste ragioni hanno rassegnato le proprie dimissioni dall’associazione Pamela Arena, Biondo Carmela, Gioacchino Messina, Nino Crisafulli, Salvatore Chiofalo e Alessia Chiofalo che con loro gesto hanno voluto mettere in evidenza l’incoerenza del parere favorevole espresso da Legambiente regionale, ma soprattutto quello del circolo del Longano, sulla riattivazione degli impianti in un sito che dista poche centinaia di metri dal centro abitato di Furnari, già pesantemente martoriato dalla presenza della mega discarica che per anni ha avvelenato l’aria accogliendo rifiuti anche oltre il limite consentito e provenienti da altre regioni.

Un sito, quello in cui esiste l’invaso, sotto gli occhi dei riflettori dell’antimafia per il modo in cui è cresciuta a dismisura la mega discarica con l’alibi dell’emergenza. Alibi che secondo i soci dimissionari di Legambiente del Longano, si sta cercando di utilizzare ancora adesso per riattivare gli impianti per la lavorazione del percolato e del biogas, la cui costruzione era stata bruscamente interrotta perché ubicati a meno di 150 metri dall’argine del torrente e, pertanto, non supportati dalla necessaria autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Culturali. “Ricordiamo che si tratta di una discarica ed un sito abusivo a cui sono state ritirate dal competente assessorato, Dipartimento acque e rifiuti, le autorizzazioni ed intimato alla Società che gestiva gli impianti, la Tirreno Ambiente Spa, la chiusura e la messa in sicurezza dell’invaso – scrivono in un comunicato i soci dimissionari – Le molte vicende giudiziarie di natura penale, alcune di esse ancora in corso, hanno confermato che la discarica di C.da Zuppà ha catalizzato interessi criminal. Non possiamo dimenticare che Legambiente è stata parte attiva nelle numerose iniziative di protesta e di mobilitazione promosse dalle associazioni di Furnari, dal Comune e da tante forze politiche per chiedere la messa in sicurezza e la bonifica dell’area e finora aveva sostenuto che in quel sito non sarebbero potuti nascere nuovi impianti – si legge ancora – Ora si apprende, con disappunto, che Legambiente regionale, unitamente al circolo di Legambiente del Longano, condivide la riapertura dei cancelli del sito di C.da Zuppà per la lavorazione del percolato proveniente anche da altre discariche, il recupero del biogas, la biostabilizzazione dell’umido e il recupero dell’indifferenziato”.

I soci dimissionari notano un’inversione di tendenza e non capiscono il perché di una “folgorazione sulla via di Damasco” visto che per anni il presidente del Circolo del Longano, Carmelo Ceraolo, ha sostenuto le battaglie e le ragioni di chi insisteva sull’inadeguatezza del sito in cui si vorrebbero riattivare gli impianti. “Si stratta di una posizione tutt’altro che “coraggiosa e coerente” anche perché il presidente Ceraolo, in più occasioni pubbliche, aveva evidenziato i motivi per i quali gli impianti, in quel sito, “non si potevano realizzare”. Ricordiamo, solo a titolo di esempio, il consiglio comunale aperto svolto a Mazzarrà Sant’Andrea a novembre del 2018, la manifestazione pubblica svolta a fine settembre del 2019 e un post sulla propria pagina Facebook, di febbraio del 2020, quando il Circolo del Longano si è dichiarato “pronto a dare sostegno alla posizione del comune di Furnari contro la realizzazione e gestione degli impianti prossimi alla discarica di Contrada Zuppà”. Con questo post – concludono con grande amarezza gli ex soci – Ceraolo aveva scritto che era assurdo che solo pochi comuni, tra i 57 che fanno parte della SRR Messina e Provincia, nella riunione del 19 novembre 2019, con il loro assenso “abbiano potuto determinare le sorti di un territorio che negli anni è stato martoriato dalla presenza di una discarica e di cui ancora oggi ne paghiamo le conseguenze per gli anni a venire”.
I soci dimissionari continueranno, comunque, a contrastare le decisioni assunte in contrasto con la tutela ambientale, con il bene dei cittadini e del territorio e dichiarano di essere sempre disposti a battersi a fianco dell’amministrazione comunale, dei cittadini e di tutte le associazioni che hanno come vero obiettivo il benessere della comunità.