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L’associazione ADASC denuncia il grave sversamento di prodotto petrolifero in mare e l’assenza di comunicazione alla cittadinanza, verificatasi nel fine settimana all’interno della Raffineria di Milazzo con maggiore frequenza, incidenti potenzialmente pericolosi per la salute e l’ambiente.

“Da sabato scorso (3 marzo) cittadini denunciano la presenza di chiazze di prodotto petrolifero – si legge nella nota dell’associazione ambientalista – nel mare di levante. Ma sembrava, come spesso accade, l’ennesimo mistero della Valle del Mela. Inoltre molti segnalano la presenza di odori molesti nel comprensorio. Molto spesso le “puzze” non sono solo fastidiose, ma possono nascondere composti chimici altamente dannosi per la salute pubblica. Questa situazione è purtroppo familiare agli abitanti della valle del Mela che la subiscono da anni, nonostante le innumerevoli segnalazioni e denunce.
Mancanza di controlli e di manutenzione costante e mirata sono i principali responsabili degli incidenti; la raffineria di Milazzo, un’industria ormai vecchia, presente da oltre 50anni sul territorio, deve adeguare i propri impianti alle migliori tecnologie. Inquinare meno è possibile, basta impegnare i fondi adeguati. Ci chiediamo: se la RAM fattura diverse centinaia di milioni l’anno, è forse a causa della mancanza di denaro che non investe a tutela della salute e della sicurezza o solo aviditá, nel tentativo di guadagnare sempre di piú?
Inizi a realizzare un piano di investimento serio e concreto che porterà meno danni ambientali e alla salute pubblica, nonché un forte impatto economico ed occupazionale.

Da quanto appresso da qualche organo di stampa il gasolio è penetrato nel suolo e presumibilmente nelle falde acquifere. La situazione diventa ancora più preoccupante e chiediamo agli enti di controllo di fornire con la massima celerità ogni informazione utile per conoscere nel dettaglio il reale impatto prodotto dallo sversamento nelle matrici ambientali.

Ci teniamo a precisare che in seguito alla caratterizzazione, i terreni e le acque di falda all’interno della raffineria hanno evidenziato superamenti dei limiti stabiliti dalla legge per diversi agenti inquinanti, alcuni molto pericolosi per la salute pubblica quali benzene, idrocarburi, metalli pesanti, idrocarburi policlinici aromatici.

Tali eventi non sono più accettabili e tollerabili, in un territorio che mira a voltare pagina e programmare il futuro su uno sviluppo alternativo a quello dell’industria pesante. Le istituzioni di ogni ordine e grado devono urgentemente intervenire e lo stesso ministero dell’ambiente non potrà non tenere conto dei diversi incidenti che si sono verificati all’interno dello stabilimento industriale”.