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Nelle ultime settimane la valle del Mela ha subito due gravi episodi di inquinamento da parte della Raffineria di Milazzo. In entrambi i casi il comprensorio è stato invaso da una densa nube giallastra accompagnata da una puzza insopportabile avvertita in un’area molto estesa.

A seguito di una recente riunione in Prefettura, è stato diramato un comunicato secondo cui l’ARPA non avrebbe rilevato la “presenza di sostanze a rischio per la salute pubblica”.

Secondo il Comitato dei cittadini contro l’inquinamento nella valle del Mela è: “Un’affermazione alquanto grave, innanzitutto perchè all’ARPA non competono valutazioni di tipo sanitario, ma soprattutto perchè assurda: la presenza di sostanze a rischio per la salute pubblica viene rilevata e misurata continuamente. Le misurazioni delle centraline (peraltro non esaustive di tutte le sostanze pericolose per la salute) non danno quasi mai come risultato ‘zero’. Peraltro la stessa Arpa, dopo il primo episodio del 7 agosto, ha comunicato ad alcuni comuni della zona la rilevazione di picchi di SO2 e benzene, sostanze notoriamente pericolose per la salute.

L’ARPA avrebbe semmai potuto affermare che non sono stati registrati superamenti dei limiti, che è cosa ben diversa. Si tratta infatti di limiti non adeguati alla tutela della salute pubblica, come da anni denunciato non solo da noi, ma anche da varie linee guida – redatte da organi tecnici ‘governativi’ – sulle valutazioni di incidenza sanitaria. Basti pensare al fatto che per alcune sostanze pericolose per la salute (come ad esempio l’idrogeno solforato o gli idrocarburi non metanici) non è in atto previsto alcun limite. O al fatto che il benzene produce effetti cancerogeni scientificamente accertati anche a concentrazioni migliaia di volte inferiori rispetto ai limiti di legge (che infatti vengono rispettati sempre e dappertutto, manifestando la propria inutilità). Anche sui cosiddetti macroinquinanti (SO2, polveri sottili, NOx) l’OMS ha raccomandato valori molto inferiori rispetto ai limiti attualmente vigenti.

Quindi non si capisce se la paradossale affermazione attribuita all’ARPA di Messina rappresenti un errore di comunicazione o piuttosto un maldestro tentativo di minimizzare l’accaduto.

Di certo così facendo la credibilità dell’ARPA è ulteriormente sprofondata.

Già nei mesi scorsi, dopo aver invitato la cittadinanza ad utilizzare l’app “NOSE” dell’ARPA per la segnalazione degli odori molesti, abbiamo notato una forte diffidenza dei cittadini nei confronti dell’ARPA. Basti pensare che il 24 agosto la puzza asfissiante proveniente dalla raffineria è stata avvertita in un ampio comprensorio ove risiedono circa 100 mila persone. Lo testimoniano non solo gli innumerevoli commenti al riguardo sui social, ma anche note stampe e comunicazioni di diversi esponenti che ricoprono cariche pubbliche in vari comuni della zona, tra cui i più popolosi, Milazzo e Barcellona. Lo stesso sindaco di Milazzo ha reso noto “che molti cittadini hanno chiamato il Comune per segnalare forti odori insopportabili a seguito della nube che ha invaso il territorio“. Eppure quante sono state le segnalazioni all’ARPA tramite l’app “NOSE”? Praticamente zero. Non ci vuole molto a capire il perchè: i cittadini non hanno alcuna fiducia nell’ARPA. Dopo queste ultime assurde dichiarazioni, come dargli torto?

Per di più nella stessa riunione in Prefettura l’ARPA ha assicurato che saranno effettuate analisi sulla ricaduta al suolo delle sostanze emesse dalla Raffineria a seguito dei due malfunzionamenti. Ma come? Se le sostanze pericolose fossero davvero assenti che senso avrebbero le analisi sulle ricadute al suolo?

Dal canto loro gli esponenti dell’ASP hanno affermato che non sono stati registrati accessi al pronto soccorso relativi ai malfunzionamenti RAM e che proseguirà il monitoraggio in tal senso. Ma gli effetti dell’inquinamento raramente sono immediati: si tratta nella gran parte dei casi di effetti cronici.

Cosa ne pensa l’ASP del +80% di malformazioni congenite nella valle del Mela, rilevato nell’ultimo rapporto dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità)? O del +78% di mortalità entro il primo anno di vita per condizioni morbose perinatali, per la quale lo stesso ISS ha evidenziato una probabile correlazione con “gli impianti petrolchimici della zona”? O del +20% di parti pretermine? O del +136% di acromegalia? E di tutte le altre criticità sanitarie riscontrate nei vari studi epidemiologici?

Quali contromisure/prescrizioni ha preso o raccomandato l’ASP di Messina al riguardo? Assolutamente nulla. Non ci venite quindi a dire che tutto è sotto controllo, che tanto non ci crede più nessuno”.